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21 Marzo 2016 ,

Il Balletto di Bronzo di Lino Ajello e Marco Cecioni CUMA 2016 DC

2016 - Suoni del Sud-No Music No Life
[Uscita: 19/02/2016]

#consigliatodadistorsioni   

 

ballettodibronzoCover(special guest Gianni Leone)

 

Lino Ajello e Marco Cecioni si conoscono da mezzo secolo, esattamente dalla seconda metà degli anni sessanta. Rispettivamente chitarrista de I Volti di Pietra e vocalist de I Battitori Selvaggi, Lino e Marco affiancati dal bassista Michele Cupaiuolo e dal batterista Giancarlo Stinga nel 1969 formarono Il Balletto di Bronzo ed incisero, dopo alcuni singoli, l'interessante lavoro in salsa hard rock “Sirio 2222”. Fu questa la prima testimonianza artistica della formazione napoletana che ben presto, grazie all'inserimento nel nucleo d'origine del carismatico tastierista Gianni Leone e la realizzazione del secondo album “Ys”, divenne una band-manifesto del movimento prog made in Italy.

L'ambizioso atto secondo dedicato alla città bretone, distribuito dalla Polydor nell'estate del '72, sebbene fosse riuscito a conferire notorietà al gruppo ed avesse raccolto riscontri positivi da parte della critica del periodo inaspettatamente finì per rivelarsi il prematuro canto del cigno; dopo l'abbandono di Cecioni e Cupaiuolo durante le prime fasi di registrazione, a pochi mesi dalla distribuzione del disco le strade dei musicisti dell'ensemble partenopeo si divisero. Leone intraprese la carriera solistica indossando le spoglie di LeoNero mentre Ajello e Cecioni si trasferirono in Svezia ed avviarono un personalissimo studio di registrazione.

 

cumaA partire dal 1995 il leggendario balletto è tornato a prender vita grazie alla volontà dell'estroso Leone che, supportato da line-up completamente inedite, ha ripreso a proporre il repertorio  progressive del gruppo sui palcoscenici di mezzo mondo. Adesso al progetto targato Leone si affianca il disegno artistico capitanato dal duo Ajello-Cecioni disegno al quale, in virtù di un'amicizia di vecchia data, è stato concesso l'onore di fregiarsi di un moniker molto simile a quello originario.

Addirittura, sempre in nome dei tempi che furono, il tastierista si è prestato nel fare da special guest-star in due tracce di Cuma 2016 DC rivisitando il classico Neve calda  -inserito nell'album d'esordio- e interpretando l'epilogo Ordine e disordine. Da segnalare la presenza di sale d'incisione del bassista Alessandro Stellano, dei batteristi Alfonso Mocerino e Francesco Del Prete (quest'ultimo figlio d'arte del grande Franco di Napoli Centrale) e del tastierista Alessandro Crescenzo a dar man forte alle due figure guida.

 

Comunque difficilmente, malgrado la rassomiglianza nel nome,  confonderemo i due balletti in gioco tanto lontana appare la natura degli intenti musicali degli schieramenti. Cuma 2016 DC è un dignitoso album dai lineamenti rock, a tratti spigolosamente hard, ballettoAjello - Cecioni - Leonema distante anni luce dalle idee narrative del cult-prog di “Ys” e dello stesso Leone. Dieci tracce ben arrangiate con un ritrovato vocalist (Cecioni) decisamente all'altezza ed artefice, tra l'altro, dell'originale scultura di copertina, dei testi e delle musiche. Pirati, Bivio acido e Ordine e disordine appaiono le composizioni più convincenti di una scaletta dal procedere serratamente distorto e spedito.

E se la nota dolente di Cuma 2016 DC è da addebitare all'esitante  fragilità di alcuni prevedibili passaggi lirici, va comunque riconosciuto ad Ajello e Cecioni il merito di non avere percorso la facile strada del revival ma di essersi gettati -dopo quasi mezzo secolo- nella mischia con appassionata schiettezza. Un pregio assolutamente da non sottovalutare.

Voto: 7/10
Alessandro Freschi

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