The Rippers BETTER THE DEVIL YOU KNOW
[Uscita: 2/10/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
I quattro Ripper sono di nuovo tra noi, dalla Sardegna con furore, per la seconda volta - dopo il precedente “Why Should I Care About You?” (2009) - su Slovenly Recordings, una delle etichette internazionali di punk-garage-lo fi più di rilievo ormai da molti anni a questa parte. I primi due lavori invece - per la cronaca - “The Rippers” (2003) e “Tales full of Black Soot” (2006) erano su Screaming Apple Records. Quattro lavori nell’arco di quasi dieci anni, quasi uno ogni tre: metodicamente in crescendo e grazie ad un’intensa attività live The Rippers raggiungono nel nuovo “Better the devil you know” il traguardo di un punk garage sound corposissimo, a tratti devastante, che a livello europeo conosce pochi rivali. Il tratto distintivo dei Rippers nei lavori precedenti è sempre stato un tiro anfetaminico e convulso possibile grazie a strumentisti davvero coi fiocchi: nel nuovo lavoro queste qualità che hanno sempre fatto la differenza tra i sardi e tantissimi acts italiani e stranieri appaiono ancor più esaltate.
Il lavoro della sezione ritmica è micidiale, davvero killer: se avete superato gli ‘enta’ e siete più o meno inoltrati negli ‘anta’ - come chi scrive - persi da sempre dietro a rock’n’roll, beat e garage punk, ascoltando diabolici episodi al fulmicotone quali The Prey is in, I was going home, A gun in his hand, A future time non potrete non rivivere le gesta di gruppi basici leggendari dei fatidici anni ’60, un nome in particolare mi viene di fare, quello degli Yardbirds, uno dei più innovatori di quella decade dal punto di vista strumentale; dai gallinacci i Rippers sembrano mutuare ed attualizzare le stesse prodigiose - in quegli anni inedite - progressioni ritmiche, gli stacchi improvvisi, l’uso concitato e massiccio dell’armonica ed assassino della chitarra. Nel sound 2012 dei Rippers si possono come in passato ravvisare anche echi dei gloriosi Music Machine (pur mancando le tastiere) dei Gravedigger V, dei Pretty Things, ma anche del tonicissimo pub rock blues - non è la prima volta che lo scrivo - di grandi ed un po’ dimenticati gruppi britannici come Dr.Feelgood ed Inmates.
Ma in “Better the devil you know” è presente anche un notevole sforzo di sfondare i limiti di un sound inconfondibile forgiato dagli stessi quattro Ripper nei tre album precedenti, soprattutto in un paio di dilatati ed ispiratissimi episodi, Here comes the lunatic e Few moments of light, pregni di un mood epico, saturo strumentalmente, sottilmente diabolico, per tener fede al titolo del disco. Una sola obiezione mi sento di fare ai Rippers di questo quarto album: vedrei bene un uso della voce solista più vario e plastico, meno giocato sui soliti spiritati e collaudati registri punk garage. Per il resto andate tranquilli: il super tonico "Better the devil you know” può diabolicamente dare un volto nuovo ed inaspettato alla vostra giornata, soprattutto se è iniziata sotto il segno di un pò di stanchezza o peggio.
Commenti →