De Curtis BELLI CON GUSTO
[Uscita: 25/09/2012]
Nove tracce di cui otto strumentali. Ecco il secondo capitolo dell’avventura De Curtis. Non lasciatevi fuorviare dalla copertina “proto-bit” o “vetero-ska”, qui c'è tutt'altro. Follemente geniali e iconoclasti, eppure tremendamente seri (ma non seriosi) come il Principe che omaggiano nel nome. Rock zappiano contaminato con gusto da echi fusion, sperimentali, nu-prog. Già il precedente lavoro, l’ottimo “Baciami Alfredo” aveva acceso entusiasmi e generato speranze che risultano mature realtà in questo superbo esempio di creatività e tecnica strumentale, asservita magistralmente all’ispirazione. Da Gugol Bordello, attraversando Il mio Natale secco, Belli con gusto e la strepitosa Vota Antonio, la band veronese regala gocce di magia ed energia. Il sax di Luca Bronzato si erge a voce guida coadiuvato dalla chitarra evocativa di Bruno Vanessi e supportato dalla possente sezione ritmica composta da Davide Bronzato al basso e Riccardo Orlandi alla batteria, cui si aggiunge l’avvolgente lavoro alle tastiere di Andrea Gastaldello. L’hypno-pop de Il Principe Parlante è puro furore surrealista; Novantesimo minuto accarezza e graffia con stordente eclettismo.
Musicisti di grande spessore ed esperienza (singolarmente hanno militato in Rosolina Mar, Mingle, Hell Demonio), i De Curtis fondono le influenze che hanno guidato i loro singoli percorsi sonori in un unicum geniale e originale, confermando ancora una volta come la scena musicale veneta sia sempre da considerarsi all’avanguardia, senza nulla da invidiare a celebrate realtà d’Oltremanica o d’Oltreoceano. Un esempio è la bellissima e potentissima Sacro Cuore che non sfigurerebbe in “Joe’s Garage” o “Sheik Yerbouti”. Un discorso a parte per la struggente Plastic Islands, in cui la voce dolce e sensuale di Mae Starr dei Rollerball ci affascina con suoni onirici e liriche da fiaba oscura: “ …and all this love is dead to me he said to me we’re waiting for nothing, but the sun won’t ever burn us because the fires in your eyes flashing on the knives time cuts freeze… there’s this horror of never seeing you again never breathing in… “. Un disco di altissimo livello e affascinante come pochi.
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