ADD A DEAR DIARY
[Uscita: 22/04/2014]
ADD è la sigla con cui spesso si firmano gli Avvocati del Diavolo. ADD è anche l’acronimo di “A dear diary”, il titolo del loro nuovo album pubblicato per la Valery Records, un’etichetta che può vantare nella sua scuderia un nome storico del metal italiano come Pino Scotto. Gli Avvocati del Diavolo sono un power-trio ligure in attività da sette anni. A dear diary è mixato e masterizzato da Dario Mollo, chitarrista di fama internazionale (collaborazioni con Glenn Hughes e Tony Martin) che ha contribuito a “fotografare” su disco nel migliore dei modi le sonorità possenti e rocciose che da sempre caratterizzano la band anche dal vivo. L’album si apre con la particolare The good, the bad, the undead, una bizzarra sorta di country-metal dal sapore molto western, che si distacca un po’ dalla cifra stilistica generale dalla band. Il sound del trio è incentrato sulla voce e la chitarra di Alberto Marinelli, detto Larry, principale artefice dei brani del gruppo che, se come timbro vocale, scuro, profondo, rauco, può evocare vagamente un James Hetfield (tanto per offrire un paragone di riferimento), come chitarrista è un abilissimo snocciolatore di riffs mastodontici.
Difficile definire il sound degli ADD: se da una parte è vero che il classico hard rock sabbathiano, lo stoner dei Karma to Burn e dei Kyuss e il metal sono i primi elementi che caratterizzano le tracce della band, va altresì notato che in brani come Nails (notevole, in questa traccia, il drumming tribale di Riccardo Vruna) spuntano a sorpresa delle linee melodiche vocali che possono persino ricordare certo street-rock o glam-metal alla Motley Crue o Poison. Questo aspetto è ulteriormente rinforzato in quei brani in cui le sovrincisioni della voce danno vita a un vero e proprio cantato corale, come sul finale della già citata, dove addirittura i cori sembrano flirtare con gruppi come Living Colours e Jane’s Addiction. Un album ottimamente realizzato in ogni sua parte, questo degli Avvocati del Diavolo.
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