Beautify Junkyards Cosmorama
[Uscita: 15/01/2021]
La sparizione di formazioni interessanti dall’inizio del nuovo millennio è stata lenta ma inesorabile, appare impossibile al giorno d’oggi ascoltare qualcosa che sia non solo originale ma che almeno non sembri una rimasticatura di cose del passato. Già durante gli Eighties, decennio musicalmente impeccabile, avevamo assistito al revival di generi come il garage-punk e la psichedelia, trovando però in circolazione gruppi formidabili, basterebbe citare quel miracolo sonoro che fu il Paisley Underground. Nell’anno 2021 non avremo sicuramente una terza ondata, passateci il termine d’attualità, e dovremo quindi rassegnarci ad ascoltare formazioni che con grande entusiasmo hanno mandato a memoria i gruppi del passato. E’ il caso dei bravissimi portoghesi Beautify Junkyards, giunti con questo splendido “Cosmorama” al loro quarto album in circa otto anni. L’unica nota stonata appare l’anonima copertina che non rende affatto giustizia al contenuto musicale, di livello poco inferiore a “The Invisible World Of Beautify Junkyards” (2018), il loro vertice artistico. Vengono dal Portogallo ma i loro dischi pagano pegno a gruppi e solisti dell’era tropicalista brasiliana, non fosse altro per il cantato lento, morbido, soffuso, le parole si captano con difficoltà, con il soffice tappeto percussionistico di Antonio Watts molto importante nell’economia della formazione. João Branco Kyron si può considerare il leader del gruppo anche se nel caso di formazioni come i Beautify Junkyards è più corretto parlare di collettivo musicale. Nonostante la grande perizia strumentale il gruppo non si lancia mai in lunghe improvvisazioni, attestando la durata media dei pezzi intorno ai 3-4 minuti, senza che questo infici la bontà dell’intera operazione. Dupla Exposição è il bellissimo opener, un incanto sonoro aperto dal basso profondo di Sergue Ra, dalla voce di Kyron che canta sopra un tappeto di suono ricco degli intarsi flautistici dell’ex Espers Helena Espvall che si fa sentire anche nell’altra meraviglia chiamata Vali, con tanto di cinguettio iniziale. Siamo immersi nella natura, pare di stare nella tristemente famosa foresta amazzonica, spesso al centro di storie drammatiche, negli ultimi anni. L’ospite Nina Miranda regala incanti vocali a profusione, come nella title-track Cosmorama, in Reverie e nella bossa nova acida, perdonate il termine, di Parangole. Tutte cose bellissime. Le altre due cantanti presenti sono Martinez, che presta la sua voce nella soffice A Garden By The Sea e Alison Bryce dei newyorchesi Lake Ruth, che ci delizia nella eterea Deep Green, sorta di sensuale dream-folk. Difficile classificare una band simile, un pregio questo, si può parlare tranquillamente di acid-folk, di neo-psychedelia, musica etnica, volendo anche Kraut Rock, senza correre il rischi di essere smentiti. E’ tipico delle formazioni del nuovo millennio non offrire chiari riferimenti musicali e molto spesso si ascoltano album come questo che non hanno una precisa identità. Nel caso dei nostri portoghesi è senza dubbio un pregio. Se esiste ancora la speranza di innamorarsi follemente di un gruppo questo porta il nome di Beautify Junkyards. Lasciatevi sedurre.
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