Xixa BLOODLINE
[Uscita: 19/02/2016]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
La 'chicha' è un genere musicale che si è sviluppato in Perù come combinazione di elementi indigeni andini e generi tropicali, dalla samba alla salsa, molto affine alla cumbia colombiana della quale mantiene aspetti mistico-esoterici e psichedelici. A questo genere si ispira la band Xixa originaria di Tucson in Arizona, fondata da Brian Lopez e Gabriel Sullivan, già membri dei Giant Sand, i quali si sono fatti le ossa nella loro precedente band, i Chicha Dust, dedita alle cover dei più famosi brani dei gruppi di chicha, Los Ovnis, Loas Hijos del Sol, Los Shapis e altri. “Bloodline” rappresenta la fusione fra i ritmi caraibici fiammeggianti e le atmosfere magico-misteriche della chicha e quelle più dilatate ed evocative del desert rock, fra i colori forti e intensi della lussureggiante natura tropicale e quelli sfumati, monocromi del deserto.
«La musica latina è parte del panorama musicale di Tucson» dichiara Lopez e non potrebbe essere altrimenti, visto che la città dista pochi chilometri dal confine messicano. Accanto ai due fondatori ci sono altri quattro membri, provenienti da esperienze musicali molto diverse, dalla musica latina all'hard rock, più alcuni ospiti, fra i quali va segnalato Sadam Iyad Imarhan dei sahariani Tinariwen che ha collaborato alla scrittura di World Goes On suonandovi anche il basso e cantando, a gettare così un ideale ponte col blues del deserto africano.
Dieci le tracce, tutte originali, per disegnare un interessantissimo disco nel quale la contaminazione e l'intrigo dei generi e delle influenze gioca un ruolo fondamentale nella riuscita e nel fascino della musica, tanto che a un primo ascolto il disco può risultare spiazzante, sembra quasi di perdersi in un labirinto musicale il cui filo conduttore non sempre si riesce ad afferrare. Ma è l'estetica e l'etica del deserto: nomadismo, solitudine, territorio del sogno, della libertà e della nostalgia come si sono stratificati attraverso musica, cinema, pittura, lo spazio nel quale la proposta di Xixa trova la sua unitarietà e ragione d'essere.
Bloodline apre le danze con un muscoloso desert rock, immaginifico richiamo alle proprie radici «il tuo corpo è piegato per il peso del mondo / le bevande sono forti, noi siamo proprio dove apparteniamo / legati alla terra». La deliziosa Killer unisce ritmi tropicali a un'irresistibile melodia tipicamente pop, mentre si ritorna ad atmosfere più dense con la già citata World Goes On in cui una tipica chitarra da cumbia si inserisce su sonorità e voci desertiche.
Nella travolgente Down From The Sky una chitarra dai sinuosi wah wah dal timbro evocativo mediorientale deborda in un focoso hard rock zeppeliniano. Pressure of Mankind è una lunga ballata rock trascinante, dominata dalle chitarre e dall'organo debitamente distorti e Golden Apparition con i suoi ritmi latini e chitarre distorte ci canta di sconfitte e perdite.
Ombre fantasmatiche popolano le sonorità liquide e sfuggenti di Dead Man, chiudono l'album i dieci minuti di Living On The Line che ci riportano nel desert rock di stampo Giant Sand con echi morriconiani, su cui poi si inseriscono le vibranti spoken word di Logan Phillips, parole politicamente forti contro la politica antiimmigrazione e i muri eretti per separare i popoli. Un altro eccellente disco meticcio di frontiera, cui aggiunge valore l'artwork e la qualità dei video della band curati dagli artisti visuali, anche loro di Tucson, Daniel Martin Diaz e Paula Catherine Valencia.
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