King Ayisoba 1000 CAN DIE
[Uscita: 21/04/2017]
Ghana
Apoozore Ayisoba è un musicista dell'Africa Occidentale maestro riconosciuto nell'arte di suonare il kologo, strumento tradizionale a due corde tipico del nord del Ghana, la zona dalla quale proviene. Dopo quattro album che lo hanno portato inaspettatamente in testa alle classifiche del suo Paese esce questo suo nuovo album per la Glitterbeat Records, nel quale si infittiscono le collaborazioni con musicisti provenienti da diverse aree geografiche ed artistiche. E del resto scorrendo i nomi di chi ha partecipato alla realizzazione di “1.000 Can Die” troviamo innanzitutto quello di Arnold de Boer aka Zea degli sperimentatori olandesi Ex che, come per i due dischi precedenti, svolge il ruolo di produttore, il veterano sassofonista nigeriano Orlando Julius, il leggendario produttore e maestro del dub Lee Scratch Perry, l'artista e musicista rumeno-ghanese Wanlov the Kubolor, e altri ancora. Ognuno ha portato il proprio contributo arricchendo lo spettro musicale e le potenzialità espressive del musicista ghanese, che si è guadagnato la fama nel suo paese grazie ai suoi precedenti lavori e a uno stile molto personale e di immediato impatto. I brani s basano generalmente sul ritmo e le linee melodiche, semplici e ipnotiche del kologo, su percussioni martellanti fra afrobeat e funk, sulla straordinaria voce di King Ayisoba che ha un'incredibile forza prorompente e selvaggia che sembra sgorgare con tutta l'energia di una terra e di un popolo orgoglioso e mai domo.
Il tema della fierezza africana, dell'Africa agli africani, è cruciale nei testi del musicista ghanese, così il primo brano si intitola significativamente Africa Needs Africa, e vi troviamo aspre critiche alle classi dirigenti («Some of our leaders / Sell all their property,») e a chi abbandona il continente al suo destino. La canzone ha un ritmo trascinante e innesta sul canto tradizionale, fatto dal dialogo fra solista e coro, rime rappate e infiltrazioni dub. Questa è una caratteristica che ricorre spesso nelle canzoni del disco, come ad esempio nella folgorante title track che vede la partecipazione del rapper ghanese M3nsa e di Lee Scratch Perry. Ma sia che si usi il flauto, l'elettronica, il sax, quello di Orlando Julius che
dona note notturne e malinconiche a Dopagala, quella di King Ayisoba rimane musica molto fisica, energica, che impone di lasciarsi andare a ballare sulle onde irresistibili del ritmo, da non perdere i suoi vulcanici live (dal 2 al 10 giugno sarà in tour nel nostro paese). Solo la conclusiva Ndeema, il disco è cantato principalmente nelle lingue autoctone del Ghana oltre che in inglese, si concede alla malinconia, le voci si abbassano, c'è un suadente coro femminile, mentre il kologo abbandona il groove per concedersi un andamento decisamente più pacato.
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