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18 Novembre 2014 , ,

The Bad Mexican DUE

2014 - Lizard Records

The Bad Mexican DUEQuesto secondo album dei toscani di Montepulciano Bad Mexican si presenta sotto l’aspetto di un essenziale e parco minimalismo sia nella confezione - complimenti per il raffinato artwork del cd (anche se fin troppo zeppo di riconoscimenti e ringraziamenti) - sia nel titolo scelto che nei titoli dei brani indicati semplicemente con i numeri dall’Uno al Nove. Ma poi quando metti il cd nel lettore la musica che ti investe è in evidente contraddizione con la forma estetica con cui si presenta, altro che minimalismo. “Due” è un’opera ricca di suggestioni, un ribollente calderone di influenze e generi diversi, di idee che rivelano uno sforzo autentico di sperimentazione. Ma intanto qualche altra informazione sulla band che si forma nel 2009 come un trio dedito al death metal, ne fanno parte Tommaso Dringoli (chitarra, voce, percussioni), Filippo Ferrari (basso, voce, elettronica) e Matteo Salutari (batteria), per poi virare verso territori più sperimentali col primo disco uscito nel 2010. L’anno dopo si unisce al gruppo Davide Vannuccini (sax, elettronica) e il quartetto si avvia ad un’intensa attività live e alla registrazione di questo “Due”, come il precedente uscito su Lizard Records, realizzato grazie a una campagna di crowdfunding su Musicraiser.

 

 

Uno è jazz rock frenetico con riff lanciati a folle velocità in un esercizio di eccellente virtuosismo che sul finale si colora di ritmi gitani, in Due il sound diventa ancor più aggressivo e nevrotico, con un sax schizoide a dettare le danze, Tre ci sprofonda nei territori spaziali di un’elettronica distorta e squinternata, Quattro, quasi una breve suite di sette minuti, parte alla Radiohead, poi si invola verso i sentieri morbidi della psichedelia, un po’ Pink Floyd, un po’ Flaming Lips. Quindi entra nei meandri conturbanti del noise elettronico e si conclude con un finale arioso: un brano che se pecca di scarsa coerenza ci mostra anche le numerose virtù dei cattivi messicani che saranno confermate dalle successive brillanti canzoni contenute nel disco. Due è un disco ricco di energia, scoppiettante, vulcanico, opera di musicisti irrequieti e mai domi, che amano toccare e sperimentare vie sempre diverse; in questo perenne movimento rischiano a volte di andare fuori strada per troppa foga e amore del rischio, ma si riscattano senza fatica grazie alla bravura nelle esecuzioni, a una scrittura solida e ad arrangiamenti mai scontati e banali nei quali spiccano la varietà degli strumenti, l’intreccio delle due voci maschili, il ruolo affidato al sax e le incursioni inquiete dell’elettronica. Si saranno sicuramente divertiti a suonarlo questo disco e questo divertimento diventa davvero contagioso per chi ascolta.

Ignazio Gulotta

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