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3 Febbraio 2016 , ,

Lucinda Williams THE GHOST OF HIGHWAY 20

2016 - Highway 20 Records
[Uscita: 05/02/2016]

Stati Uniti    #consigliatodadistorsioni    

 

lucinda williams coverTroviamo decisamente riduttivo vedere spesso Lucinda Williams catalogata come stella del country. Un genere che magari ha sfiorato nella sua lunga carriera ma che ultimamente ha perso di vista. La donna della Louisiana, 64 anni compiuti a Gennaio, non ha a onor del vero una sterminata discografia alle spalle, considerato che ha iniziato nel 1979 a pubblicare dischi (“Ramblin' on my mind” ndr.). Ne ha collezionati appena 11, su tutti "Car wheels on a gravel road" del 1998, indiscussa opera maestra.

Con l'età matura sembra aver trovato una notevole prolificità visto che questo "The ghost of the highway 20" segue a breve distanza l'ottimo "Down where the spirit meets the bone" del 2014 e, come quest'ultimo,  è nuovamente un doppio album. Un disco che segue in parte quella stessa fortunata verve creativa e si colloca fra le cose più riuscite della Williams, quantomeno negli ultimi anni.

Ci sono qui dentro ben 14 tracce, ben bilanciate fra lente ballate e brani decisamente più sostenuti. Vengono proprio dalle tracce più rockeggianti le cose migliori. Dust, posta direttamente in apertura è un gran bell'inizio di partita con voce grintosa e chitarroni tuonanti, perfetta anche in una ipotetica versione live. A quel livello solo la scintillante Close the door on love. Le slow songs tendono invece a assomigliarsi un po' troppo, con quella voce roca e sofferta che non sempre colpisce il bersaglio.

 

lucinda_live_Tall_1-198x300Le canzoni in questo caso sono Death came, Place in my heart, e la lunga Lousiana Story, di ben nove minuti. Meglio fa Lucinda quando gioca a fare la Bruce Springsteen al femminile (House of earth e The Ghost of Highway 20, sette minuti di grande pathos).

Lo stesso boss del New Jersey viene omaggiato con una rendition della celebre Factory (da "Darkness on the edge of town") che la Williams rilegge senza emozionare più di Lucinda_Williamstanto.

In altre tracce la si ritrova a imitare Tom Waits (I know all about it, molto bella comunque) e divertirsi in Bitter memory. Assolutamente trascurabili e noiosi gli interminabili 13 minuti della conclusiva Faith & GraceUn disco singolo sinceramente avrebbe meglio concentrato i notevoli sforzi compositivi di Lucilla, la sensazione è che la tipa della Lousiana abbia voluto un tantino esagerare pur riconoscendole a tratti una buona scrittura d'insieme. The ghost of the highway 20  è tutto sommato un buon disco per iniziare un 2016 al femminile che si preannuncia ricco come i precedenti. 

 

Voto: 7/10
Ricardo Martillos

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