Migliora leggibilitàStampa
7 Novembre 2015

Iron Maiden THE BOOK OF SOULS

2015 - Parlophone-BMG
[Uscita: 04/09/2015]

Inghilterra

 

Maiden_BookA cinque anni di distanza dal non esaltante “The Final Frontier” (2010), gli Iron Maiden ritornano sulle scene con un monumentale doppio album della durata di ben novantadue minuti. La band nata a Londra nel 1976 su un’idea di Steve Harris, ha contribuito a ridefinire i confini del dell’heavy metal, metabolizzando le esperienze degli anni ’70 e codificando un suono più veloce e pesante. A differenza del punk che si caratterizzava per forme musicali ribelli e antisociali, il metal sviluppava tematiche più esistenziali, nelle quali la costruzione di un mondo immaginario, horror o fantasy, diventava metafora del male del vivere e allo stesso tempo ne costituiva il rimedio. I lavori della prima metà degli anni ’80 sono certamente i più rappresentativi della band, “Iron Maiden” (1980), “Killers” (1981), “The Number of the Beast” (1982), “Piece of Mind” (1983), “Powerslave” (1984) finendo con quel “Somewhere in Time” (1986) che avrebbe determinato un nuovo cambio di rotta per la band.

Considerando che gli album degli anni duemila non hanno lasciato il segno, questo nuovo lavoro della Vergine di Ferro, annunciato da Bruce Dickinson nel settembre del 2013, era attesissimo. La splendida copertina disegnata da Mark Wilkinson mostra un Eddie in versione maya ed anticipa i temi dell’album dedicati alla concezione sacra della morte nella civiltà precolombiana, in cui l’estrazione del cuore e la sua consegna agli dei costituiva la condizione indispensabile per la sopravvivenza del cosmo. Al contrario, le anime dei morti transitavano in un luogo oscuro da cui non avrebbero fatto più ritorno, scomparendo nel nulla per sempre.

 

The Book of Souls” è un lavoro mastodontico che rafforza il lato progressive della band sia nella narrazione (che trova l’apice nel chilometrico finale dickinsoniano di diciotto minuti) sia nella composizione caratterizzata da numerosi cambi di ritmo e di atmosfere. Nei novantadue minuti la band inglese costruisce numerosi equilibri, tra nuove forme (The Book of Souls) e autocitazioni (Shadows of the Valley), ritmi aggressivi (Death or Glory) e bookballate epiche (Empire of the Clouds), momenti pop (Speed of Light) e composizioni più articolate (The Red and the Black). The Book of Souls è decisamente un lavoro corale. Il bassista Steve Harris partecipa soprattutto alla scrittura e alla costruzione dell’album.

Tra suoi brani emergono The Red and the Black (di cui è unico autore) e The Book of Souls, che ghostmostra l’attuale propensione progressive da parte del fondatore della band. Bruce Dickinson è la voce narrante del Libro delle Anime. Suo è il sigillo a If Eternity Should Fail e al gran finale Empire of the Clouds, dall’enorme forza cinematografica, dedicato alla memoria dei morti dello schianto del dirigibile R101 nel suo viaggio inaugurale del 1930. Efficace il contributo del batterista Nicko Mc Brain. Notevoli come sempre le sezioni chitarristiche di Dave Murray, Adrian Smith e Janick Gers, compresi alcuni momenti che ricordano i passaggi memorabili di Somewhere in Time. Nonostante qualche lungaggine di troppo il risultato finale non delude le attese. 

Voto: 6.5/10
Felice Marotta

Audio

Video

Inizio pagina