Marco Colonna Fili

Marco Colonna è indubbiamente uno dei migliori musicisti in circolazione, oltre ad essere tra i più prolifici, e nel mettere in calce questa affermazione non ci limitiamo al semplice constatare di quale entità sia il bagaglio tecnico del clarinettista e sassofonista romano. Quello che, al pari della tecnica, colpisce nell'ascoltare Colonna è la portata della sua poetica nella quale convivono, in una sintesi personale, una molteplicità stilistica e una profonda espressività che non trascendono mai la relazione tra arte e vita, in tutta la loro valenza politica. Per certi versi, Colonna è un po' come lo scrittore Saramago; richiede molta attenzione ma è capace di darti in cambio molto di più, rendendoti anche complice del processo creativo. Per quanto possa sembrare azzardato come accostamento, dobbiamo ricordare come Colonna, nelle sue incessanti ricerche, ha molto spesso attinto anche a forme artistiche extra-musicali. E quest'ultimo suo lavoro ne è un'ulteriore testimonianza. "Fili" è infatti dedicato a Maria Lai (1919-2013), artista contemporanea molto attenta ad intervenire su materiali di uso comune, come ad esempio i tessuti e la farina, fino a giungere ad una forma “relazionale” in cui i presupposti estetici dell'opera perdono la loro centralità in favore di un rapporto creativo ed orizzontale tra artista e fruitore. Nel suo omaggio, Colonna sperimenta alcune tecniche di stratificazione delle linee tratteggiate dal suo clarinetto attraverso l'ausilio di una loop-station, esplorando in definitiva le possibilità ritmiche ed armoniche offerte da tale processo in un quadro orchestrale. Alla base di questo lavoro risiede un modus operandi per sottrazione nel quale il virtuosismo viene messo a disposizione del controllo di timbro e dinamica, riducendo quindi la composizione ad uno stato di essenzialità, senza però che vengano meno le peculiari qualità del fraseggio di Colonna. Buon ascolto.