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14 Febbraio 2015 , ,

Petrina ROSES OF THE DAY

2015 - Tǔk Music
[Uscita: 14/02/2015]

#Consigliato da Distorsioni

 

petrinaRoses of the day coverLa poliedrica artista padovana Debora Petrina questa volta ci ha fatto proprio una bella sorpresa. Si sapeva della stima di Paolo Fresu nei suoi confronti e finalmente si è concretizzata con la produzione di questo splendido "Roses of the day" uscito proprio per la Tuk Voice (sezione della Tuk Music) del grande jazzista sardo. Il disco già dal titolo si presenta come un grande atto d'amore di Petrina per molti artisti che hanno contribuito alla sua formazione musicale, amori di gioventù, album che giravano per casa, dischi e canzoni mandate a memoria. Quello che colpisce leggendo i nomi dei protagonisti riletti dalla straordinaria Debora è l'estrema varietà delle proposte qui selezionate, che denotano un gusto ed una raffinatezza non comune. Oltre che un atto d'amore questo disco appare un vero e proprio atto di coraggio visto che molti brani qui rifatti appartengono alla categoria degli intoccabili o giù di lì. Ma di coraggio da vendere Petrina ne ha sempre avuto, visto che già aveva eseguito partiture di musica contemporanea, ben più ostiche ed impegnative di questi 10 pezzi. Molti conoscono Debora solo come squisita compositrice, come dimostrato nei due dischi che ha inciso, il bell'esordio di "In doma" (2009) e il notevole "Petrina" (2013), una della cose migliori a livello femminile uscite di recente dalle nostre parti. Adesso avrà modo di apprezzarla come fine interprete, e solo col suo amato pianoforte.

 

Petrina e PianoL'inizio del disco è affascinante. L'apertura è affidata alla breve ma splendida cover di Only, a firma Morton Feldman e Rainer Maria Rilke, che nella versione originale era anche più rarefatta. Da notare che nel 2008 la prima traccia discografica di Petrina era un lavoro con dei pezzi per piano proprio del grande Feldman, "Early and unknown piano pieces". A seguire uno dei pezzi e degli artisti più amati e rivalutati dall'era digitale: il grande e mai troppo compianto Nick Drake e la sua River man, uno dei tanti gioielli disseminati nella sua breve discografia. C'è da dire che il pezzo nella versione originale godeva dei superbi ‘string arrangement’ di Harry Robinson qui ovviamente assenti e fa un certo effetto sentirla spogliata. Per non parlare di Burning down the house dei grandi Talking Heads di David Byrne, che è petrinaIMG_7016 (1)uno dei tanti estimatori dichiarati di Petrina, avendo collaborato anche al precedente disco. In entrambi i casi l'interpretazione impeccabile e molto personale di Petrina la salva da un confronto quantomeno problematico. Molto più naturale e vicina al suo stile vocale appare la bellissima Ghosts dell'ex Japan David Sylvian e qui la padovana da il meglio di sé, a livello di lirismo e partecipazione emotiva. Il brano più sorprendente è il ripescaggio di Angel eyes, vecchio standard jazzistico di Matt Denis, che Debora rilegge alla grande, facilitata dal fatto che la versione originale era solo voce e piano. Una delle cose più belle del disco. Così come l'unico vero inedito assoluto, il brano che intitola l'album, a firma Petrina-John Cage chiamato appunto Roses of the day che sigla la splendida unione fra uno dei massimi geni musicali del novecento e la giovane artista italiana. 

 

E' sorprendente poi sentire come Debora riesca a saltare da un autore come lo sperimentatore californiano al nostro Piero Ciampi. Al solito la scelta è caduta su di un pezzo vincente: Ha tutte le carte in regola è infatti una delle canzone più riuscite del grande livornese; dove Piero l'Italiano si affidava a piano e chitarra acustica qui la brava padovana si esibisce in una perfetta e personale versione voce e piano, con grande classe e trasporto emotivo. Il disco con questi ultime tre canzoni tocca il suo apice. Forse Jim Morrison ed  Doors non andavano scomodati, molto bello però il tocco pianistico sulla gloriosa Light my fire mentre la parte vocale crea scomodi petrinaparagoni. La notissima Sweet dreams (are made of this) degli Eurythmics,  un vero tormentone anni ottanta (il video trasmesso da Mtv a ripetizione) assume una vesta tutta nuova in questa versione di Petrina, che al solito se la cava molto bene.  Chiusura malinconica ed a sorpresa con la breve bellissima Can you follow del compianto Cream Jack Bruce, scomparso lo scorso ottobre. Il pezzo è tratto dal suo magnifico terzo album, "Harmony Row"petrinaIMG_7016  (1971) e le parole sono del grande Peter Brown. Petrina con questo Roses of the day ha voluto dare un nuovo volto, nuovi colori, una nuova veste a delle composizioni che pur apparendo perfette originali potevano essere presentate sotto una luce diversa. Il tocco dell'artista di classe. L'operazione si può dire perfettamente riuscita, la crescita artistica di Debora prosegue inarrestabile senza cedimenti e passa anche da operazioni di recupero come queste. Una brava pianista dotata di una splendida voce, in poche parole il meglio che offre l'attuale scena musicale italiana. Impossibile ignorarla. 

 

Voto: 8/10
Ricardo Martillos

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