TOdays Festival: PJ Harvey TOdays Festival: PJ Harvey 25 Agosto 2017, Torino, Spazio 211
Era prevedibile: l’unica data italiana di PJ Harvey avrebbe visto strapiena l’area estiva dello Spazio 211, sede dei concerti della kermesse torinese TODays Festival, sold out fin dal mese precedente. I concerti della giornata vedono le esibizioni di Birthh (al secolo Alice Bisi, molto interessante) e Giovanni Truppi, con le sue stralunate canzoni accompagnate da un pianoforte percosso, più che suonato. Una luce fioca, che gradualmente aumenta d’intensità a illuminare uno sfondo che ricorda quei soffitti a cassettoni d’un tempo, ma essendo disposto in verticale può richiamare anche una serie di finestre su una facciata neoclassica: semplice ed efficace.
Al primo tocco di rullante l’audience ammutolisce: Il primo musicista a comparire sul palco è Mick Harvey, seguito da altri quattro, armati come lui di tamburi, tutti scandenti quel ritmo ipnotico, quasi marziale, poi lei, la Divina, armata del suo immancabile sassofono, e a seguire gli altri quattro, con John Parish a chiudere.
L’esecuzione di Chain Of Keys è impeccabile, Polly Jean è al contempo algida e magnetica, avvolta in un boa di struzzo nero, come nero è l’abbigliamento di tutta la band. Lo spettacolo prosegue a livelli altissimi, i successi di una carriera consolidata, che in venticinque anni ha toccato vette siderali, non mancano (White Chalk, Let England Shake, Down by The Water, persino 50ft Queenie), anche se l’ossatura del concerto è costituita dai brani dell’ultimo (magnifico) "The Hope Six Demolition Project". La presenza scenica di PJ è figlia di una classe innata, mentre la band l’assiste con precisione assoluta e continui cambi (e scambi) di strumenti, rivelando un tasso tecnico mostruoso, ancor più evidente rispetto ad altre occasioni.
Che si trattasse di mostri sacri era ben noto, compresi gli italiani Enrico Gabrielli e Alessandro Stefana, accolti da applausi più intensi durante la presentazione dei musicisti, unica concessione discorsiva. Una performance strepitosa, culminata in una To Bring You My Love struggente, forse l’apice della serata, seguita da una sontuosa River Anacostia. Non c’è spazio per i bis, gli orari del Festival sono rigidi e bisogna far spazio a Mac De Marco (che conferma di aver dalla sua buone canzoni, ma che rendono meglio su disco). Grazie, Polly: alla prossima.
PJ Harvey - Set List
Chain Of Keys
Ministry Of Defence
Community Of Hope
Shame
Let England Shake
Words That Maketh Murder
The Glorious Land
Dear Darkness
White Chalk
In The Dark Places
The Wheel
Ministry Of Social Affairs
50ft Queenie
Down By The Water
(presentazione della band)
To Bring You My Love
River Anacostia
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