Misfits with Juicehead 19 Febbraio 2012, Demodè Club, Modugno (Bari)
Distorsioni, nei suoi quasi sei anni di attività (dall’Ottobre 2006) non ha mai snobbato i live-report sui leggendari Misfits, che hanno visitato più volte in tour l’Italia agli inizi del terzo millennio: ad un primo articolo risalente ad un tempestoso concerto tenutosi nel porto di Bari nel 2007 per la rassegna L’Acqua In Testa/Eastpak Music Festival, è seguito un secondo su un live romano all’Alpheus del 2010.
Eccovi qui di seguito quello recentissimo del 19 Febbraio 2012 sulla performance dei Misfits al Demodè Club di Bari, organizzato da RocKcult, l’organizzazione locale guidata da Antonello Maggi che si sta sbattendo davvero alla grande per portare anche qui nel profondo sud alcune leggende del rock duro e del punk internazionali. Dopo Glenn Hughes, Entombed e Misfits, il 4 Marzo 2012 toccherà ai grandissimi sempreverdi U.K.Subs, ed ogni ulteriore commento è davvero inutile. I Misfits hanno suonato a Bari nel corso del tour internazionale per promuovere e presentare il loro recente buon lavoro “The Devil’ Rain”.
Il disco è uscito naturalmente sulla loro etichetta personale Misfits Records (con Jerry Only deus ex-machina), che li ha sorprendentemente rilanciati nel firmamento punk internazionale e presso uno zoccolo duro di fans: anche se le riserve da parte di quelli della prima ora non sono state e continuano a non esser poche; si rimprovera loro soprattutto di portare avanti una baracca horror-necrofila ormai solo di facciata e svuotata di contenuti rispetto gli inquietanti/morbosi inizi horror-punk esistenziali primi anni ’80 di Glenn Danzig, di dischi come “Walk Among Us” (1982) e “Earth A.D.”(1983) sino ad "American Psycho" (1997). Ad accompagnare in tour i Misfits i Juicehead, una punk band che incide per la loro scuderia: “How to Sail e Sinking Ship” il loro recentissimo lavoro. (Pasquale Wally Boffoli)
Il Concerto: la Pioggia del Diavolo
Un concerto dei Misfits è come il ciclo delle stagioni, o meglio, come quello della tua tipa, un evento che ti costringe a fermarti a pensare, visto che adesso devi riempire il tempo che normalmente investiresti sul sedile posteriore della tua macchina con la tipa di cui prima. Rifletti sull'adolescenza trascorsa in preda alla dissonanza cognitiva man mano che ti rendevi conto che al massimo avresti potuto servire il caffè a uno come Ian MacKaye, per dirne una. Poi ti ritrovi questi zombie del New Jersey tra capo e collo che ti costringono a recuperare la T-shirt col Crimson Ghost che ormai dovrebbe andarti stretta ma ti calza tanto è logora. Arrivi sul posto con la speranza che il tempo sia stato crudele con loro quanto con te e Johnny Rotten, così puoi riderci su ed elevarti allo status di grande vecchio, salvando il tuo ego a pezzi.
La serata parte coi Sick Boy, da Manduria. Quanto sono incazzati questi qui, mamma mia. Sparano brani a raffica, senza pausa, non dicono una parola perché sono dei gran fighi, ovvio, però era un po' che non si sentiva un po' di hardcore serio, no? Si va avanti con gli S.F.C., un altro terzetto punk/Hc bello tosto. Voce storica della scena pugliese, i ragazzi sono in gran forma e pestano duro, con tutto il pubblico che gli va dietro. Il sottoscritto era un po' che voleva vederli dal vivo, grande soddisfazione. Mentre i roadie si danno da fare col palco, ci si fa un giro. Il Demodè è pieno a metà e sono quasi tutti ragazzini punk col permesso della mamma e mentre pensi che adesso tocca a loro portare avanti il verbo, ti passano davanti agli occhi tutte le tragedie passate e poi quelle future: i Sex Pistols che chiedono al pubblico di non pogare durante il concerto in onore della vittoria elettorale di Ron Paul, un nuovo film su Syd e Nancy con Deryck Whibley e Avril Lavigne, la reunion delle Kandeggina Gang e un nuovo disco del Gen Rosso con Giovanni Lindo Ferretti alla voce.
Intanto sul palco ci sono i Juicehead, un trio simpatico, amereggano e old school quanto basta per usare gli stessi suoni dei Ramones e costruire canzoni con accordi a caso. In ogni caso non riusciamo ad avercela con loro, sono proprio azzeccati per la situazione e poi ci sanno fare sul palco. Arriva il momento che tutti aspettano. Non c'è Profondo Rosso dei Goblin ad aprire come l'altra volta che il sottoscritto ebbe modo di vederli, però ci sono loro: Jerry Only tosto e borchiato come sempre, Dez Cadena pure e quindi siòre e siòri sotto che tocca ai Misfits. Che ve lo diciamo a fare, i ragazzi picchiano alla grande, al di là di tutte le considerazioni critiche che si possono fare, e oltre ai brani tratti dall'ultimo lavoro "The Devil's Rain" i successoni ci sono tutti, da Attitude ad American Phsyco passando per Saturday Night, We Are 13 e Dig Up Her Bones con le immancabili cover dei Black Flag, che se no Dez si offende, come Six Pack, Thirsty And Miserables.
Ascoltiamo persino una Rise Above degli indimenticabili Black Flag, suonata nel bis insieme alle immarcescibili Descending Angel e Die, Die My Darling. Uno show potentissimo, diretto, fiammante, con Jerry e Dez che suonano a memoria una scaletta infinita senza perdere colpi. Il tuo ego, che già era a terra, precipita poi quando scopri che Jerry rimane a lungo insieme ai fan facendo foto e autografando tette, togliendoti ogni possibilità di dire "e vabbè, però è stronzo". Anche senza pienone un grande plauso va fatto senz’altro all’organizzazione RockCult, perché si é fatta un culo per portare giù a Bari i Misfits, i Misfits cazzo: un concertone con uno dei gruppi della tua giovinezza.