Future Of The Left PLOT AGAINST COMMON SENSE
[Uscita: 11/06/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
Basta scorrere i titoli delle canzoni di questo disco per rendersi conto di cosa ci aspetta ascoltando "Plot against common sense" dei Future Of The Left, band gallese giunta al terzo disco: Sheena is a T-shirt salesman, Camp cappuccino, Goals in slowmotion, Polymers are forever, Robocop 4-Fuck Robocop!, Sorry dad, I’m late for the riot. E la musica che accompagna questi titoli non è meno anticonvenzionale dei giochi di parole e calembour da cui prendono spunto: una bizzarra e anarcoide miscela di post-core, punk rock, indie rock, noise e wave elettronica, suonata con una buona dose di humor (anglosassone) e percorsa da una vena nichilistica di fondo che aggiunge alla potenza del suono una sana stravaganza. Il risultato è un punk rock spigoloso e a tratti brusco che vira spesso verso il nonsense, ma che non rinuncia alla melodia e al gusto per lo slogan e l’anthem.
La musica e le parole sono permeate da un intellettualismo mai fine a se stesso, nella sua miscela che fonde in un unico calderone la periferia inglese, il mondo della musica, turbe di adolescenti schizoidi e riferimenti tardo-postomoderni alle sottoculture giovanili e non, il tutto trattato con un atteggiamento e un cinismo quasi “pistolsiano”, anzi “rotteniano” (geniali, in Sorry dad I’m late for the riot i versi che recitano 'When the cameras cut to bonfires on the mall / Slipknot came and assaulted Topshop /For reasons best known to themselves / With colourful paint and a photographer from Kerrang' - 'Quando le telecamere staccarono sui roghi al centro commerciale/ gli Slipknot arrivarono e assaltarono Topshop (una catena di abbigliamento femminile inglese) / per ragioni che conoscevano solo loro / con vernice colorata e un fotografo di Kerrang! (magazine inglese di heavy metal) al seguito'
In Failed Olympic Bid, uno dei pezzi migliori del disco, sembra di sentire una versione post-core dei Public Image Ltd; versi come 'I've got a place for the American base / Right in the middle of Rotherham's steel mills / Imagine the boost for the local economy / Like anybody cares about the north of England' - 'Ho trovato un posto ideale per la base (olimpica) americana / proprio in mezzo alle acciaierie di Rotherham / immaginate la spinta all'economia locale / come se a qualcuno importasse del nord dell'Inghilterra' non avrebbero sfigurato in bocca a Mr. Lydon. Se siete stufi di tutto questo entusiasmo olimpico, e se non ne potete più dell'immotivata esaltazione nei confronti di sport che sembrano esistere solo per un paio di settimane ogni quattro anni, non potrete non amare l’incedere beffardo di questo pezzo, che vi darà un punto di vista più disincantato e quasi cinico sul maggiore evento dell'estate inglese. E già che ci siete andate a vedervi il bellissimo video della canzone in cui la marcia della fiaccola olimpica si trasforma in un corteo grottesco, ripetitivo e straniante, scandito dai versi della canzone, realizzato in un modo che non sarebbe dispiaciuto ai Monthy Python. Finalmente un disco sanamente cinico e politicamente scorretto.
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