Luca Sigurtà BLISS
[Uscita: 7/05/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
Luca Sigurtà è una vecchia conoscenza della scena sperimentale italiana, è uno dei primissimi ad animare un circuito, che per quanto sia sotterraneo e spesso ignorato (colpevolmente) dalla stampa specializzata, si estende per tutta la penisola in una folta rete di contatti e collegamenti. Parallelamente all'esperienza Harshcore, Sigurtà ha dato vita un progetto solista ed ha recentemente pubblicato "Bliss" presso la label Fratto9 Under The Sky, una piccola etichetta fortemente indirizzata verso artisti d'avanguardia nazionali ed internazionali, con un piccolo ma fornito roster ed un'attenta cura del packaging (quello del cd ricorda molto le uscite su Constellation) e dell'artwork. Nel pentolone della musica sperimentale si trova un po' di tutto, dai noisers caciaroni agli improvvisati improvvisatori dell'ultim'ora, dai rocker falliti alle prese col primo synth a coloro che fanno rumore perchè non saprebbero fare altro.
In questo brodo primordiale sguazzano moltissimi artisti ed autori validi, che pian piano si evolvono, maturano, affiorano dalle acque per esplorare nuovi territori, ma per farlo hanno bisogno di arti più forti e di una vista più nitida. “Bliss” è un lavoro maturo, un disco experimental/ambient dove il suono si mescola perfettamente col silenzio. Ascoltando la prima traccia veniamo colpiti dai droni che affiorano dai campionamenti delle onde marine per poi lasciare lo spazio al loop di pianoforte del pezzo seguente, secondo me il migliore del disco, un vero e proprio lavoro di cesellatura sonora da abile amanuense. Il disco scorre lentamente, lunghe session elettroacustiche penetrano subdolamente nel nostro subconscio rilasciando piccole dosi di inquietudine che via via si accumulano invadendo totalmente il nostro Io sonoro, opprimendo in maniera kafkiana le pareti della nostra percezione auditiva.
I pezzi seguenti (in totale 5 per una media di 8 minuti a traccia) sono come echi che si diffondono all'infinito, i droni pattern dopo pattern creano un tappeto sonoro dalla struttura circolare. Le distorsioni analogiche mescolandosi con gli accordi armonici del synth disegnano una geografia sonico-astromica in cui il rumore cosmico (traccia 4) fa da preludio ad una spettrale emissione di feedback e vibrazioni (traccia 5). Questa sostanziale uniformità rende il prodotto omogeneo ma allo stesso tempo un po' troppo monolitico, difficile da digerire per stomaci deboli o non abituati all'ascolto (e sottolineo ascolto) di dischi del genere. “Bliss” è un opera autistico-geniale, un lavoro raffinato e genuino che pone il suo autore al livello dei dei più famosi Oren Ambarchi, John Wiese, e vari “americans” che compongono la vasta fauna che bazzica con i suoi synth analogici musei d'arte moderna e locali underground di mezzo mondo.
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