Migliora leggibilitàStampa
16 Dicembre 2013

Donovan BREEZES OF PATCHOULI (HIS STUDIO RECORDINGS 1966-1969)

2013 - EMI

donovan4 CD box Set  - Uscita: 8 Aprile 2013

 

C'è davvero poco da aggiungere su Donovan Leitch che già non sia già stato detto o scritto. Bello però sapere che l'uomo di Glasgow è tornato giusto 2 anni fa ad esibirsi in pubblico, nell'occasione ha riproposto a 40 anni di distanza "Sunshine superman" forse il suo disco più celebre. Con lui erano presenti grandissimi come Jimmy Page, Shawn Phillips e Danny Thompson oltre all'orchestra diretta dal suo arrangiatore dei sessanta John Cameron. Donovan fin dalla sua prima apparizione sulla scena è sempre stato inevitabilmente accostato dagli addetti ai lavori al grande Bob Dylan, ovvero l'alter ego britannico del menestrello di Duluth. Nel corso della sua lunghissima e gloriosa carriera non ha mai inciso capolavori all'altezza di quelli di Dylan, nella sua discografia non troverete un "Blonde on Blonde", un "Highway 61 revisited" ma nemmeno un "Blood on the tracks", ma pur sempre diversi dischi di una bellezza sublime. Esempi eccellenti ne sono gli album presi ad esame da questo favoloso box set della Emi di 4 cd, "Breezes of Patchuli (His studio recordings 1966-1969)"donovan incentrato sulla parte migliore della carriera dello scozzese. Un po' scarno il libretto note come purtroppo sta diventando familiare nelle ultime retrospettive su cd che vengono immesse sul mercato. Sfruttando la durata dei dischi in vinile che solitamente nei sessanta era sotto i 40 minuti la Emi è riuscita in 4 dischetti a mettere dentro i primi 5 dischi di Donovan, di cui uno doppio, più un intero cd di bonus tracks, già presenti però nelle varie riedizioni degli anni passati. I dischi in esame sono "Sunshine superman" (1966), "Mellow Yellow" (1967), "A gift from a flower to a garden" (1967), "The hurdy gurdy man" (1968) e "Barabajagal" (1968). Abbastanza curiosamente i  dischi qui in esame non furono pubblicati all'epoca in Inghilterra, se non in un secondo momento, pare per problemi contrattuali ed uscirono pertanto per l'americana Epic ad eccezione del doppio "A gift from a flower to a garden" che la Pye stampò nel 1968.

 

SUNSHINE SUPERMAN (1966)

 

donovansuperman"Sunshine superman"  è l'indiscusso apice artistico di Donovan, ricco com'è di superbe composizioni quali la title track, numero 1 in Usa, con dentro pure Jimmy Page e dedicata a Lennon e Mc Cartney, Season of the witch, Guinevere e Fat Angel. Quest'ultima diventerà nota nella lunghissima riproposizione dei Jefferson Airplane, citati nei versi del brano, nel live "Bless it pointed little head" (1969). Del resto Donovan era solito viaggiare in quel di Los Angeles molto spesso per catturare i profumi e le vibranti note che arrivavano dalla magica California dei sixties. Belle nel disco le dediche alla ragazza di Brian Jones in Legend of a girl child Linda e soprattutto Bert's Blues per l'amico Bert Jansch. Di questo disco sono interessanti le bonus tracks presenti nel cd 4, il brano Breezes of Patchuli e Superlungs in particolare. Per una migliore comprensione di questo magico album che anticipa molte cose della psichedelia inglese essendo stato registrato a gennaio 1966, vi rimandiamo al dettagliato ed appassionato articolo del bravo Aldo Reali pubblicato qualche mese fa su queste pagine, che trovate linkato in calce. Nel 1966 Donovan si aggiudicò anche il triste primato di "prima rockstar" ad essere stata arrestata per possesso di droga, marijuana per la precisione.

 

MELLOW YELLOW (1967)

 

"Mellow yellow" è invece il quarto disco dello scozzese che vede la produzione di Mickie Most (Animals) e presenta alcuni superbi arrangiamenti del Led Zeppelin John Paul Jones, per i quali Donovan fece non poche resistenze, nel celebre pezzo omonimo tra gli altri. Il brano Bleak city woman è dedicato alla modella Enid Karl con cui ebbe una breve ma intensa relazione che gli lasciò in eredità ben due figli. Allo stesso modo Donovan quandoDonovan-Mellow_Yellow sposò la sua attuale moglie Linda Lawrence - la sua "musa" come diceva lui - nel lontano 1970 ebbe in dono, ed adozione da lei, Julian Brian Jones il figlio avuto da lei in una relazione occasionale con lo sfortunato Stones. Belle le intimiste Writer in the sun, Sand and Foam, con strane visioni messicane, ma pure il basso obliquo della jazzata The observation è degno di nota. Ed ancora una dedica per l'amico Bert in House of Jansch oltre al finale meraviglioso di Sunny South Kensington. In origine questa doveva essere la b-side di Sunshine Superman, un pezzo in ogni caso che lo conferma forse non il nuovo Dylan ma un songwriter di classe pura. Delle bonus tracks di questo lavoro sono degne di nota Epistle to dippy e There is mountain. Un brano quest'ultimo che qualche mese dopo la grandiosa Allmann Brothers Band rifarà a suo modo nel doppio "Eat a peach" (1969) intitolandola There is a mountain, in una pazzesca versione di 34 minuti. Pare che il gruppo avesse ascoltato le improvvisazioni dei Grateful Dead su questo pezzo, ascoltabili in una porzione di Alligator, e da lì avesse deciso di esagerare vista anche la mostruose capacità tecniche dei suoi solisti. Nel doppio postumo "Live at Ludlow Garage", riferito ad uno show del 1970, si ascolta addirittura una incredibile versione di ben 44 minuti(!). Un disco questo "Mellow Yellow" nel suo complesso di livello alto anche se di qualche spanna sotto il precedente capolavoro.

 

A GIFT FROM A FLOWER TO A GARDEN (1967)

 

Donovan-A_Gift_from_a_Flower_to_a_GardenDavvero particolare invece la storia intorno a "A gift from a flower to a garden", stranamente presentato qui nel terzo disco, ritenuto il primo vinile in assoluto a presentarsi con un box set di due dischi. Ha una durata complessiva di circa un’ ora, in tempo di cd sarebbe stato un normale disco singolo ma visto che all'epoca quest'oggetto era qualcosa di simile ad un ufo ma poi perché idealmente è diviso in due album separati, "Wear your love like heaven" e "For little ones" la scelta appare pienamente giustificata. Il primo disco è ancora inzuppato di soffice psichedelia mentre il secondo come suggerisce il titolo è in pratica una sentita dedica al mondo dei bambini. Le critiche all'epoca scesero copiose, l'accusa di presunzione era il minimo per un disco doppio, del resto solo Dylan con "Blonde on Blonde" pareva potersi permettere di pubblicare un album così esteso. Certo il risultato finale è lontano mille miglia dal capolavoro citato ma Donovan-Wear_Your_Love_Like_Heavennon è certo in questa occasione che vogliamo confrontare i due album. 22 brani totali di valore alterno, con il primo lp "Wear your love like heaven" che conserva in parte le atmosfere magiche dei due precedenti dischi. Qui da citare oltre al bel brano omonimo anche Little boy in Corduroy, Mad John's escape, dedicata ad un amico fuggito da un manicomio, The land of doesn't have be e la stupenda finale Someone's singing. Il disco dei bambini, "For little ones" che si apre con dei vagiti di un neonato non presenta poi così tanti cambi d'atmosfera con l'altro disco se non fosse per una maggiore lunghezza dei brani, molto brevi nell'altro capitolo, ed ovviamente per la natura dei testi.Donovan-For_Little_Ones Convincono qui The enchanted gypsy, le belle melodie di The mandolin man and his secret, la criptica Widow with a shawl (quasi Don McLean) e The lullaby of spring. La magica, a cominciare dal titolo, Voyage into the golden screen è di certo l'apice di tutto il doppio disco mentre i cinque minuti abbondanti di Epistle to Derroll, vicino alle prime cose dello scozzese concludono degnamente un disco senza dubbio da rivalutare.

 

THE HURDY GURDY MAN (1968) – BARABAJAGAL (1968)

 

donovanhurdyIl secondo disco qui presente comprende "The hurdy gurdy man" e "Barabajagal" entrambi del 1968, in pieno trip psichedelico che per altro per Donovan era già partito due anni addietro. Il primo dei due album presenta oltre alla ripetitiva title track con il sitar di Shawn Phillips anche la mistica Peregrine: qualcuno adesso la chiamerebbe drone, ed è davvero un bell'esercizio di eastern music. Molto carine sono pure The entertaining of a shy girl, simile ad alcune cose di Dando Shaft e soprattutto Jennifer Juniper che Donovan volle chissà perché rifare pure in italiano, mischiato a francese con risultati quantomeno bizzarri. Non tutto qui gira alla perfezione per colpa anche della produzione di Mickie Most (Animals, Jeff Beck) che spesso appesantisce le composizioni. Un disco in chiaroscuro. "Barabajagal" è il settimo disco dello scozzese e presenta un parco ospiti da paura. L'intero Jeff Beck Group (Rod Stewart compreso) oltre a Danny Thompson, John Paul Jones, Aynsley Dunbar, Ron Wood e Nicky Hopkins fra gli altri. donovanUn tale spiegamento di forze non necessariamente produce risultati eclatanti sebbene questo rimane sempre una delle cose migliori del nostro. Il pezzo omonimo non convince appieno nella sua ripetitività così come pure Superlungs my superlungs, due delle tracce più note della raccolta. La base rock che sostiene Donovan non sembra giovare alle armonie disegnate dallo scozzese, che dà il meglio di sé quando i ritmi rallentano, vedi Where is she, Happiness runs, cantata con Graham Nash e lo slow antimilitarista di To Susan on the west coast waiting. "Barabajagal" in tutti i modi resterà celebre oltre che per la bella copertina per la famosissima Atlantis, forse il  brano più famoso in assoluto del suo autore che contribuì in larga misura alle consistenti vendite del disco.

 

Il miglior Donovan finisce, forse, con questo album, anche se almeno i tre dischi seguenti, "Open road" (1970), "HMS Donovan" (1971) e "Cosmic wheels" (1973) sono ottimi lavori, gli ultimi acuti di un grande songwriter. Un’ opera di ripescaggio questa di "Breezes of Patchuli (His studio recordings 1966-1969)" davvero encomiabile, perfetta per chi si avvicina per la prima volta allo scozzese, non potrebbe esserci miglior via di questa per l'illuminazione. C'è da dire però che per una perfetta comprensione del fenomeno DONOVAN Donovan, ed in particolare per il suo frequente accostamento a Dylan troviamo assolutamente imprescindibile l'ascolto dei suoi primi due album, i bellissimi “What's bin did and what's bin hid" e "Fairytale" del 1965, qui rimasti fuori anche per motivi di diritti discografici. Contengono ballad memorabili ed ultranote come Catch the wind, Josie, Colours, The ballad of Geraldine e la splendida cover di Universal soldier di Buffy Sainte-Marie. Inutile sottolineare infine che chi già possiede le gloriose copie in vinile dei dischi presenti può tranquillamente fare a meno di questo quadruplo cd, ma ad ogni buon conto la Emi lo propone a prezzo economico con un ottima qualità sonora. 

Ricardo Martillos

Video

Inizio pagina