BluNepal FOLLOW THE SHERPA
Nascono nel 2009 i genovesi BluNepal con l’idea di un quartetto di acid-jazz e con un EP intitolato “Doesn’t it”, ma è nel corso del 2012 che, passando all’attuale trio, danno la svolta verso un suono più psichedelico e prog-rock. Con questo concetto di fondo, nel luglio del 2013 arriva il singolo Rabbit, brano per cui è stato girato anche un video, in cui si intravedono chiaramente influenze in stile Calibro 35 con quelle atmosfere e influenze tipiche dei polizziotteschi anni ’70 che ritroviamo anche in Youzi con la sua ritmica delle tastiere a fare da sfondo a varie divagazioni sonore in stile lounge. La commistione di generi passa dallo psych-rock al prog immersi in un tessuto elettronico massiccio senza però dimenticare le basi acid-jazz. Non mancano incursioni ambient come in And We Were Three e cinematiche come Into the Cinema e Morricone che, in maniera eloquente, omaggia il musicista romano mentre, in chiusura del disco, in Tomorrow Never Knows, cover di un brano dei Beatles, fanno la loro apparizione anche le voci stile Kula Shaker, ed una ritmica più movimentata e decisamente psichedelica con il sitar a dare una marcia decisamente in più all’originalità del brano.
Una cosa è certa, Agostino Macor (rhodes e synth), Paolo Furio Marasso (basso e noises) e Federico Branca (batteria e percussioni) sono musicisti di notevole talento e creatività sonora con la capacità di far suonare attuali, in un periodo di riscoperta della musica psichedelica, sonorità anni ’70 fondendole con elettroniche mai banali per poco meno di cinquanta minuti che passano davvero in un attimo, anche se i brani ti entrano in testa con il passare degli ascolti e non immediatamente (ma sarebbe sorprendente il contrario visto il genere). A quanto leggo in giro, i BlueNepal, rendono ancora meglio dal vivo, data la loro predisposizione alle improvvisazioni jazz e appunto alle capacità strumentali e allora, visto che sul disco l’impressione è più che positiva,non resta che andarli a cercare e lasciarsi immergere nel loro immaginario sonoro.
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