John “Twink” Alder Un viaggio nel tempo – Italian/English version
Se siete appassionati di psichedelia e musica underground inglese degli anni 60/70, è quasi certo che abbiate almeno un disco con Twink nella vostra collezione. Potrà essere l’unico, splendido album dei Tomorrow o una collezione di singoli dei Fairies, oppure caposaldi del genere come “SF Sorrow” dei Pretty Things o “NeverNeverland” dei Pink Fairies, per non parlare di quel monumento di acid rock bizzarro e free-form che era il suo debutto solistico, “Think Pink”. John “Twink” Alder, classe 1944, professione batterista, è un mito vivente.Ha bazzicato il punk ed è stato l’ultimo a suonare in pubblico con SydBarrett. A wizard, a true star. Dopo una vita di musica e avventure, oggi è diventato mussulmano, vive in Marocco e si fa chiamare Mohammed Abdullah John Alder. Ha da poco pubblicato un album, "You Reached For The Stars" (15 Ottobre 2013, Sunbeam Records) con i romani TechnicolourDream, veterani della nostra scena neo-psichedelica anni Ottanta. Personaggio affascinante, ha risposto con grande disponibilità e cortesia alle nostre domande. 10.000 words in a cardboard box…
INTERVISTA CON TWINK
Carlo Bordone (Distorsioni) - Prima di parlare del passato, partiamo dall’attualità e da “You Reached For The Stars”, l’album che ha da poco pubblicato con i Technicolour Dream. Come è nato il progetto?
John “Twink” Alder (Mohammed Abdullah John Alder) - Ho cominciato a scrivere i testi delle canzoni in Marocco, dove mi sono trasferito dopo la mia conversione all’Islam. Poi sono andato a Roma a incidere, insieme a Marco (Conti, ndI) e Fabio (Poretti, NdI), i ragazzi dei Technicolour Dream, le tracce vocali e la batteria. Missaggio e mastering li abbiamo invece fatti a Abbey Road, con la collaborazione di Peter Mew. Per me è stato un po’ come un viaggio nel tempo: avevo lavorato con Pete quando ero nei Tomorrow e nei Pretty Things, tanti anni fa. Un altro vecchio amico che ha partecipato alle registrazioni è Brian Godding, magnifico chitarrista che conosco dai tempi in cui suonava nei Blossom Toes. Tutto questo disco è un viaggio nella memoria: alcune delle canzoni parlano delle mie esperienze a Los Angeles, dove ho vissuto per diversi anni, e in generale mi piace pensare al disco come la vera continuazione di “Never Neverland” dei Pink Fairies. Un po’ come tornare a dove ero rimasto nel 1971. In questo senso, è un progetto molto speciale per me.
Suonerà dal vivo, insieme ai TechnicolourDream?
Sì, abbiamo in mente di fare alcuni concerti in Europa nel corso del prossimo anno.
E’ stato piuttosto sorprendente scoprire della sua conversione alla fede musulmana. Sembrerebbe un punto d’approdo molto distante dallo stile di vita “freak” che aveva negli anni Sessanta e Settanta. Oppure c’è una continuità tra gli ideali libertari in cui si riconosceva allora e le sue scelte attuali?
Ero giovane e stupido, a quei tempi. Non credo ci sia un filo che lega passato e presente, ognuno è libero in ogni momento della sua esistenza di fare delle scelte e cambiare percorso. E rispetto molto chi lo fa. Ho abbracciato l’Islam nel 2006, dopo che per tutta la vita aveva cercato un modo per esprimere la mia gratitudine a uno spirito superiore, che oggi riconosco in Allah. Gratitudine per tutte le meraviglie che questo mondo ci offre, e di cui possiamo godere liberamente. Nel corso della mia ricerca spirituale nessuno mi aveva mai suggerito di guardare all’Islam, e in effetti la religione musulmana negli anni passati mi sembrava piuttosto aliena al mio modo di pensare. Tuttavia, quando le porte mi si sono spalancate e io sono entrato, mi sono sentito bene. Ho cominciato a studiare il Corano, l’Hadith e la vita del profeta Maometto.
Perdoni la banalità, ma quando pensiamo a ex-rockstar diventate musulmane viene sempre in mente Cat Stevens, oggi Yusef Islam. Lo ha mai conosciuto?
Ci incrociammo brevemente nel ’67 a Parigi. Io suonavo la batteria nei Tomorrow, all’epoca, ed eravamo nello stesso show, il “Fenetre Rouge” al Palais Des Sport. C’erano anche Soft Machine e Spencer Davis Group, tra gli altri. Facemmo due parole all’hotel che ci ospitava, prima del concerto.
Nel mondo attuale le differenze religiose sono uno dei maggiori motivi di conflitto e di instabilità. Che ne pensa, lei che è cresciuto nell’era del “peace & love”?
Mi vergogno dei miei fratelli e sorelle che si comportano in modo violento verso il prossimo, siano essi ebrei, buddhisti, cristiani, mussulmani o di altre fedi religiose. I veri nemici della pace sono la politica e il business. E voglio anche aggiungere una cosa. Nel breve tempo che ho potuto trascorrere su questo pianeta mi sono reso conto di una sola semplice verità, e cioè che al mondo esistono solo due razze: i buoni e i cattivi.
Ci parli della sua infanzia nell’Inghilterra degli anni Cinquanta. Quali sono state le sue prime esperienze musicali?
E’ stato meraviglioso crescere nella Colchester del dopoguerra. Mio padre, John Albert Alder, veniva dal nord dell’Inghilterra, era di Newcastle. Mia nonna, Olive Dixon, era una pianista. Mia madre, Margaret Dorothy Irene Partner, nata e cresciuta a Colchester, proveniva da una famiglia con una grande tradizione musicale, praticamente tutti i miei cugini suonavano in orchestre da ballo. Da piccolo ero letteralmente immerso nella musica. Ricordo ancora la mia prima esperienza da ascoltatore: un giorno sentii alla radio dei canti di monaci tibetani. Non capivo cosa fosse, e dopo che mio padre mi ebbe spiegato di cosa si trattava decisi che avrei voluto essere anch’io un monaco tibetano.
Come molti della sua generazione avrà iniziato con lo skiffle, giusto?
Esatto. La mia prima band si chiamava The Airliners Skiffle Goup, e io suonavo l’asse per lavare. Poi i miei genitori mi regalarono una batteria, ed entrai nei Black Zillions Skiffle Group. Nei primi anni Sessanta cominciai a interessarmi anche di rhythm’n’blues e ad allargare i miei orizzonti che fino ad allora erano stati esclusivamente legati al rock’n’roll. Il primo gruppo rock, nel vero senso della parola, in cui ho suonato erano i Planets. Che poi si sono trasformati in Jimmy Pilgrim & The Strangers, successivamente in Dane Stevens & The Deep Beats e infine nei Fairies. Il resto è storia. Con i Fairies, firmammo un contratto e ci trasferimmo a Londra. Da lì partivamo per andare in tour in Scozia, Galles e nel resto dell’Inghilterra. Abbiamo inciso qualche singolo e suonato nei migliori club r’n’b dell’epoca. I concerti più memorabili li tenemmo al The Scene Club, famoso covo mod londinese di quei tempi.
Dopo i Fairies, che si sciolsero a causa di un sfortunato cambio di cantante, è entrato negli In-Crowd, che nel ’67 sono diventati Tomorrow. Ho sempre pensato che questi ultimi siano stati una delle grandi promesse mancate della psichedelia inglese, un gruppo dalle potenzialità enormi ma in definitiva molto sfortunato.
Il successo di massa non era certo nei piani dei Tomorrow. D’altra parte, se il gruppo non si fosse sciolto dopo il disco di Keith West con Mark Wirtz, non sarei mai entrato nei PrettyThings. Il disco dei Tomorrow mi piace, anche se la copertina non è granché e il missaggio di alcune canzoni è mediocre.
La sua militanza nei PrettyThings è stata breve, ma è riuscito a partecipare a un album epocale come “SF Sorrow”. In quali canzoni suona?
Tutte tranne SF Sorrow Is Born, Bracelets Of Fingers e I See You, nelle quali alla batteria c’è Skip Alan.
Ho letto nel corso degli anni alcuni aneddoti incredibili del periodo in cui era nei PrettyThings, quando insieme a Mick Farren, Steve Peregrine Took e altri del giro underground di Portobello Road avevate creato il“club di bevitori” Pink Fairies Motorcycle & All Star Rock’n’Roll Band, nucleo originario dei futuri Pink Fairies…
Vorrei leggerle anch’io, quelle storie! (ne racconta di strepitose Mick Farren, per esempio, nei numeri 16 e 17 della rivista UglyThings; nel booklet della ristampa in cd di “Think Pink” si narra invece di un’epica irruzione della gang al party di lancio di “In The Court Of Crimson King”, con Twink che sale sul palco esortando Fripp e soci a suonare solo pezzi di Chuck Berry, NdI). Fu un periodo stupendo, quello con i Pretties e poi con i Pink Fairies. Ci sentivamo parte di una rivoluzione, che per certi versi continua ancora oggi. Potrete leggere alcune di quelle storie nella mia autobiografia, quando finalmente riuscirò a pubblicarla.
E veniamo a “Think Pink” del 1970, il suo primo, e in un certo senso unico, album solista. Uno dei capolavori della psichedelia più visionaria e anarchica. È ancora orgoglioso di quel disco?
Ho imparato ad amarlo con il tempo. Quando uscì ero già impegnato con i Pink Fairies e non ci badai più di tanto. Oggi sembra che quel disco viva di una vita propria. Proprio quest’anno la Sunbeam ne ha pubblicato la versione che ritengo definitiva, sia su cd che su vinile. L’lp è su vinile rosa e contiene un inserto e un cd, mentre l’edizione in digitale ha sette bonus track (tra le quali il leggendario singolo degli Aquarian Age, band dalla vita brevissima che Twink mise in piedi con il bassista dei Tomorrow John “Junior” Wood, poco dopo lo scioglimento della band, NdI). Sì, posso dire di essere orgoglioso di quel lavoro, esattamente come lo sono di “SF Sorrow”, di “Never Neverland” e di “You Reached For The Stars”. Sto lavorando a un “Think Pink 2” con i Technicolour Dream: ho già dei demo pronti, e ci saranno alcuni ospiti speciali per le incisioni.
Curiosità: chi era la ragazza con lei nella foto di copertina?
Silver Darling, la mia fidanzata di allora.
Come mai abbandonò i Pink Fairies dopo un solo album?
Avevo bisogno di prendermi una pausa dalla musica per provare a risolvere alcuni problemi personali. L’intenzione era quella di tornare nel gruppo, ma poi non è più successo.
Nel frattempo però aveva provato a far nascere un nuovo progetto, gli Stars. Con lei c’erano Jack Monk e Syd Barrett, suonaste anche dal vivo in un paio di occasioni intorno al ’72. Che ricordo ha di Syd, in quel periodo?
Syd stava bene, ed era determinato a suonare ancora. Non era più strano o fuori di testa di chiunque altro avessi intorno a quei tempi, e si lavorava perfettamente con lui e Jack. Syd suonava bene ed era sempre puntuale alle prove. L’ho rivisto ancora qualche volta, dopo lo scioglimento degli Stars.
Pensa che ci sia un legame tra la scena psichedelica/underground e il punk che sarebbe esploso qualche anno dopo?
Non ho mai pensato esistesse una connessione tra gli anni Sessanta della psichedelia e i Settanta del punk, a parte i manager e le case discografiche. Il business era rimasto lo stesso. In compenso erano cambiate le droghe, si era passati da sostanze benigne come l’hashish e le sostanze psichedeliche a roba pesante come eroina, cocaina e speed. La differenza era tutta lì. Mi sono fatto trasportare anch’io da questa “nuova onda”, finché non ho capito che era un vicolo cieco. Mi sono comunque divertito a incidere qualche singolo con la Chiswick, "I Wanna Be Free" a nome The Rings, "Do It 77/Psychedelic Punkeroo" e"Enter The Diamonds".
Negli anni Ottanta ha avuto anche una breve carriera come attore.
Il mio rapporto con il cinema era iniziato già nei Sixties: quando stavo nei Tomorrow ero comparso in “Smashing Time” (“Ci divertiamo da matti” in Italia, NdI) e con i PrettyThings mi si vede suonare in "What’s Good For The Goose". Negli anni Ottanta mi affidai a un’agenzia che mi trovò un sacco di parti. Ho partecipato a diverse serie tv come “Lovejoy”, “’Ello ‘ello”, “Vanity Fair”, “David Copperfield”.
Recitazione a parte, in quel decennio collaborò anche con qualche musicista più giovane…
Sì, incisi un album con i Plasticland nell’88, che si intitolava "You Need A Fairy Godmother", e un paio d’anni dopo uno con Bevis Frond chiamato "Magic Eye". Ho dei bei ricordi di entrambi, in particolare del viaggio negli States durante il quale registrammo un album dal vivo con i Plasticland.
Negli ultimi vent’anni si è sentito parlare poco di lei. Che cosa ha fatto in ambito musicale?
A metà degli Ottanta avevo fondato una mia etichetta, la TwinkRecords, che poi è diventata TwinkDistributions. Con questa label ho pubblicato qualche cd ed lp, e anche una serie di manifesti. Con Nik Turner degli Hawkwind ho messo su il progetto Pinkwind, con cui ho tenuto vari concerti e registrato due album dal vivo. A metà anni Novanta ho ricominciato a collaborare con Paul Rudolph, abbiamo inciso un paio di dischi nel suo studio di Vancouver: si intitolano “Pleasure Island” e “No Picture.” Nel ’97 mi sono trasferito in California, e nei cinque anni successivi ho suonato con Brian JonestownMassacre, Smallstone, Tyde, QuarterAfter e Arthur Kane. Nel 2002 sono tornato in Inghilterra e ho cominciato a lavorare alla mia autobiografia.
Chiudiamo con una parola di saggezza per i suoi fan italiani?
Fate i bravi. Solo questo.
NOTA: nel corso degli anni sono stati pubblicati vari articoli su Twink - risultati utilissimi per questa intervista - sulle seguenti riviste: Bucketfull of Brains, Ptolemaic Terrascope, Ugly Things, Rockerilla, Shindig!, Flashback.
INTERVIEW WITH TWINK
If you are a fan of psychedelia and 60/70’s british underground music, surely you have some Twink in your record collection. Maybe it’s the first, stunning Tomorrow album or a Fairies singles anthology, or maybe it’s some genre-defining masterpiece as Pretty Things’ “SF Sorrow” or Pink Fairies’ “Never Neverland”, not to mention that pillar of free-form and bizarre acid rock, his solo debut “Think Pink.” John “Twink” Alder, drummer, born in 1944, is a living legend. He was a child of Aquarian Age, flirted with punk and was the last to play live with Syd Barrett. A wizard, a true star. After a life full of music and adventures, he has become a muslim and now calls himself Mohammed Abdullah John Alder. He recently put out a record called “You Reached For The Stars” with 80’s Italian neo-psych scene prime movers Technicolour Dream. A fascinating character, he kindly and humbly reply to our questions. 10,000 words in a cardboard box…
Carlo Bordone (Distorsioni) - Let’s begin with “You Reached For The Stars”, your new record with Technicolour Dream. How did this project start?
John “Twink” Alder (Mohammed Abdullah John Alder) - I wrote the lyrics for the songs in Morocco, where I live after my conversion to Islam. Then I went to Rome where I recorded the vocal tracks and percussions with Marco Conti e Fabio Poretti, the guys in Technicolour Dream. Mixing and mastering were done at Abbey Road, with the aid of Peter Mew. A bit like a trip in the past, for me: I worked with Peter when I was in Tomorrow and Pretty Things, many years ago. On the album plays another old friend of mine, Brian Godding, a great guitarist that I know from his Blossom Toes days in the Sixties. This record is almost like a trip down memory lane: some of the songs deal with my experiences in Los Angeles, where I lived for some years, and generally speaking I see it like the prosecution of “Never Neverland”, the Pink Fairies album from 1971. I feel like I went back to that era. It’s a very special project, for me.
Will you play live with Technicolour Dream?
Yes, we are now planning gigs in Europe for next year.
I was very surprised when I discovered that you has become a faithful muslim. It seems a long way from your freakish lifestyle in the 60’s and 70’s. Or maybe this is a natural evolution of the libertarian values you had when you were a young hippy?
I was young and foolish in those days gone by. There is no prosecution today as I see everyone is free to chose their way of life. And I respect those choices. I embraced Islam in 2006 after searching most of my life for a practical way to express my gratitude to a higher power which I now call Allah. Gratitude for all the wonderful things in this world that are given to us freely. In all my searchings no one ever suggested Islam to me and it seemed quite alien to me through the years. However when the doors opened for me and I walked in it felt right. I began to read and study The Holy Quran, The Hadith and The Life of The Prophet Mohammed.
When it comes to English musicians who became muslim, people always think of Cat Stevens. Have you ever met him?
I met Cat Stevens, who is now Yusef Islam, in Paris in 1967. I was drumming with Tomorrow at that time and we were on the same show together. It was a brief meeting at the hotel we were staying in before going on the thePalais Des Sport for show "La Fenetre Rouge" which also featured The Soft Machine, The Spenser Davis Group amongst others.
Religious differences seem one of the main cause of struggle and instability in the world today. What do you think about this issue, as a son of the “peace & love” era?
I am quite ashamed of my Jewish, Budhist, Christian & Muslim (& others) brothers and sisters throughout the world who behave violently towards other human beings. Politics & big business are the real enemies of peaceful ways of life. I would just like to add at this point, in the short time I have been on this planet I have discovered one simple basic truth. There are two types of people here with us: the good and the bad.
How it was to grow up in 50’s England? Can you remember your first musical experience as a listener?
It was a wonderful time living in post war historic Colchester. My father, John Albert Alder, was from Newcastle upon Tyne in the North of England, and his mother Olive (ne Dixon) was a solo concert pianist. My mother, Margaret Dorothy Irene (ne Partner), born and bred in Colchester, was part of a big musical family and nearly all of her cousins were dance band musicians. Music was all around me throughout my early years. My first musical experience as a listener was when I was very young and I heard a recording of Tibetan monks chanting on the radio and I asked my father "what it that?". He explained to me and I wanted to be a Tibetan monk.
Did you begin with skiffle, as many musicians of your generation did?
Right. I moved on from exclusively rock’n’roll music to include rhythm’n’blues in the early 60s. I started my musical career in skiffle. My first skiffle group being "The Airliners Skiffle Group" who I played washboard for. Then my parents bought me my first drum kit and I joined The Black Zillions Skiffle Group and from there to my first rock band "The Planets". From there to Jimmy Pilgrim & The Strangers and then on to Dane Stevens & The Deep Beats who became The Fairies. The rest is history. The Fairies signed a recording contract, made a few singles and moved to London where we based ourselves. We toured England, Scotland & Wales and played all the best r'n' b clubs and ball rooms. The best gigs for us were playing at the famous mod hang out The Scene Club in London.
After The Fairies ended, you moved to In-Crowd, that became Tomorrow after a while. I’ve always thought that they are one of the most underrated band of the psychedelic era: a lot of potential, but very out of luck.
Real success was not meant to be for Tomorrow and if the band hadn't broken up I wouldn't have had the opportunity to record "SF Sorrow" with The Pretty Things. The album in my opinion could have had a better sleeve and the mix on some of the trax is below par.
You didn’t stay long in Pretty Things, enough to appear in a masterpiece as “SF Sorrow” anyway. In which songs did you play?
I play on all the tracks, except for SF Sorrow Is Born, Bracelets Of Fingers and I See You which features Skip Alan on drums.
Through the years I’ve read some wonderful and incredible stories about your time with Pretty Things. When you, along with Mick Farren, Steve “Peregrine “ Took and other people from Portobello Road underground scene were part of the Pink Fairies Motorcycle and All Star Rock’n’Roll Band drinking club, from which came out the Pink Fairies band.
Me too, I would like to read the published stories you are refering to! (some of them were told by Mick Farren in “Ugly Things” n. 16 and 17, and are terrific fun; in the booklet of Sunbeam “Think Pink” reissue, Richard Morton Jack write about one night in ’69 when Twink and the others gatecrashed the party for “In The Court Of The Crimson King” at The Speakeasy, with Twink who came on stage and asked Fripp to play only Chuck Berry covers!). I enjoyed being part of The Pretty Things & The Pink Fairies. I did feel that I was part of a Revolution in those days. A Revolution that continues today. It was a wonderful time and you will able to read all about those times in my autobiography when it is finally published.
Then came “Think Pink”, your first (and only, in a sense) solo album. It is one of the greatest example of anarchic and visionary psychedelia of all time. Are you still proud of that record?
I have come to love “Think Pink” my first solo record which seems to have a life of it's own now. A definitive version has been released this year on Sunbeam Records CD & LP. The LP is on pink vinyl and comes with a booklet, insert and CD & the CD contains 7 bonus trax. Yes I am proud of that record as well as "SF Sorrow", "Never Neverland" and "You Reached For The Stars". I am working on THINK PINK 2, which is written and some demos done, with The Technicolour Dream. There will be some very special guests on the recordings.
Who is the girl on the cover with you?
She is Silver Darling, my girlfriend at the time.
Why did you leave Pink Fairies, after just one record?
I needed to take a break from music to try and resolve some personel problems. My intention was to return to The Pink Fairies after a while but that never happened.
In the meantime, you started a project called Stars, with Jack Monck and Syd Barrett. As a trio, you played a couple of gigs around 1972. What are your memories of Syd?
Syd was very well and keen to perform again. He was no stranger than anyone else around at that time and we had a great working relationship along side Jack Monck. Syd was always on time for rehersals and gigs and was playing well. I did see Syd few times after Stars broke up.
Do you think there were some link between 60’s psychedelic scene and 70s punk, which blossomed some years later?
I never really felt there was a link between the psychedelic 60's and Punk of the 70's apart from the managers, records companies and music publishers who remained the same. The drugs changed from peaceful hash & psychedelics to hard core heroin, cocaine & speed, and there you have the difference in a nutshell. I floated along on the breeze of this new wave and eventually realised it was a dead end. I did enjoy recording the two singles for Chiswick "I Wanna Be Free" by The Rings and "Do It 77 b/w "Psychedelic Punkeroo" e "Enter The Diamonds", though.
In the 80s you had a career as an actor.
My acting career began in the 60's when I appeared in the films "Smashing Time" with Tomorrow & "What's Good For The Goose" with The Pretty Things. In the 80's I took on a TV agency to find me work. The did get me quite a lot of work and some of the series I appeared regularly in were "Lovejoy", " 'Ello 'Ello" , "Vanity Fair", "David Copperfield".
Apart from acting, in that decade you did collaborate with some younger musicians…
In 1988 I worked with Plasticland and a little later, 1990 I think, I worked with Bevis Frond. Both projects were very enjoyable, in particular a trip to the US to do gigs and record a live album with Plasticland. The album was called You Need A Fairy Godmother. The Bevis & Twink album was called Magic Eye.
We haven’t heard a lot of you, in the last twenty years. What have you done, musically?
In the mid 80's I started my own record company Twink Records which also developed into TWK Distribution and I released some CDs and LPs on the label as well as a line of posters. I put Pinkwind together with Nik Turner and we played many shows and released 2 live albums. In the mid 90s I re-united with Paul Rudolph and we recorded 2 new albums at his studio in Vancouver, "Pleasure Island" and "No Picture". In 1997 I moved to California and worked/recorded with "Smallstone", Brian Jonestown Massacre", "The Tyde", "The Quarter After" & Arthur Kane. I returned to the UK in 2002 and continued writing my autobiography.
In the end, have you a word of wisdom for your Italian friends?
Be good.
NOTE: Through the years I read about Twink in the following mags, which have been an invaluable resources for this interview: Bucketfull of Brains, Ptolemaic Terrascope, Ugly Things, Rockerilla, Shindig!, Flashback.
Fantastica intervista,ogni volta che ascolto le parole dei protagonisti di quell’epoca immortale è come se mi si aprisse un mondo…ed ogni volta è un “new world”,sebbene siano racconti che APPARENTEMENTE riguardano solo il passato. GREAT !
Grazie per l’apprezzamento! Il merito comunque è tutto di personaggi come Twink, che oltre a tutto il resto è anche persona di una gentilezza squisita.
Gracia , Many Thanks for this Interview Twink is a Legend — A Life Long Pink Fairies Fan , Cheers from Liverpool , England
Thanks a lot, Paul. You liverpudlians know a thing or two about r’n’r and psychedelia :-)
Un’ottima intervista sotto ogni punto di vista! Mi permetto solo di sottolineare che Twink non parla solo del passato, ma anche del presente, visto che all’inizio dell’intervista descrive come e’ nato ed e’ stato portato a compimento ‘You Reached for the Stars’, il suo nuovo lavoro in collaborazione con i Technicolour Dream, un gruppo di Roma in attivita’ fin dagli anni 70 e facente parte del cosiddetto ‘movimento neopsychedelico’ degli anni 80. Fra l’altro Twink dice riguardo il disco con i Technicolour Dream ‘generally speaking I see it like the prosecution of “Never Neverland”, the Pink Fairies album from 1971. I feel like I went back to that era. It’s a very special project, for me’. Mi sembra un’affermazione che andrebbe evidenziata, visto che riguarda la collaborazione con un gruppo italiano. Mi permetto infine di aggiungere che al momento Twink sta lavorando insieme ai Technicolour Dream ad un nuovo album, che sara’ il naturale proseguimento di Think Pink ed uscira’ con il titolo di Think Pink II. Oltre a Brian Godding dei Blossom Toes, che ha collaborato all’album ‘You Reached for the Stars’, ci saranno altri ospiti importanti.