Ryley Walker DEAFMAN GLANCE
[Uscita: 18/05/2018]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Sul finire del 2017, in occasione del secondo capitolo della sua collaborazione con Bill MacKay “Spiderbeetlebee”, avevamo parlato della possibilità di un nuovo disco per Ryley Walker in uscita questa primavera. “Deafman Glance” è la naturale appendice di “Golden Sings That Have Been Sung” (2016), il secondo con la produzione di Leroy Bach (Wilco), in cui Ryley Walker, risoluto ad abbandonare la formula dei primi due album, afferma una personalità eccentrica, in bilico tra folk, songrwriting, jazz, indie-rock e musica d’improvvisazione. Walker è ormai un musicista di Chicago (dove abita da 11 anni) e non stupisce trovare in questo Deafman Glance accenni a tradizioni musicali tipiche della 'windy city': ha messo su per questo disco una squadra di tutto punto in cui sono accreditati non solo Bach (alla chitarra elettrica) ma anche Brian J Sulpizio, Bill MacKay, Cooper Crain (Bitchin’ Bajas, Cave, ai synth oltre ad aver registrato e mixato l’album), Andrew ScottYoung e Matt Lux (basso), Mikel Avery e Quin Kirchner (batteria e percussioni), con una menzione d’onore per Nate Lepine (flauto, sax).
I pattern ipnotici di Age Old Tale (traccia conclusiva di “Golden Sings…”) tornano nell’iniziale In Castle Dome, un prog-folk psichedelico e intimista, che subito fa tornare in mente il suono cristallino e la voce suadente di The Halfwit in Me, ma il jazz-rock di 22 Days conduce verso l'enigmatica e contorta Accomodation. Can’t Ask Why costruisce un immobile paesaggio slow-core per poi esplodere in una strepitosa coda strumentale prog. Con Opposite Middle il songwriter si diletta con un solare indie-rock, rafforzato dalla propulsione delle due batterie, mentre Telluride Speed rimane sospesa su un tappeto di flauto e un finale ancora prog. Expired riprende l’immobilità post-rock da cui affiorano sprazzi di ballata springsteeniana. A ricordare le vecchie scorribande con la chitarra acustica non rimane che la girandola lunare di Rocks On Rainbow, mentre Spoil With The Rest apre scenari per l'artista più melodico e rilassato. E' chiaro un eclettismo musicale che può offrire risvolti piacevoli (Expired, Telluride Speed, Can’t Ask Why) oppure disorientare (Accomodation): Walker non sembra interessato a preservare uno stile coerente, continua a stimolare gli ascoltatori con input musicali sempre più colti e non convenzionali. È difficile dire se Deafman Glance sia un capolavoro, piuttosto l’ennesima prova di una sensibilità musicale irrequieta, tra le più interessanti degli ultimi anni.
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