Violadimarte LA SINDROME DEI PANDA
[Uscita: 20/03/2012]
Intanto una nota di merito per la bella copertina. Poi qualche cenno biografico: i nostri ragazzi mettono insieme la band nel 2010 e sono in cinque: Joe Santelli (voce e chitarra), Paolo Chiaia (piano Fender, Hammond e sintetizzatore), Stefano Amato (violoncello e chitarra), Marco Verteramo (basso) e Maurizio Mirabelli (batteria). Formazione classicamente anni 70, di estrazione progressive, come anche il formato concept album.
Sensazioni in parte confermate dall'ascolto del CD, registrato impeccabilmente in diretta: in effetti la radice progessive c'è, nelle strutture piuttosto complesse dei pezzi, tutti piuttosto dilatati, nei testi ermetici, tutti nella nostra lingua, difficile, se la si vuole utilizzare in un contesto come questo, nell'uso dell'organo Hammond e della chitarra acustica. Ovviamente non è questa l'unica influenza presente nel disco, che infatti paga il suo tributo a indie-band italiane come gli Afterhours (con cui condividono l'ingegnere del suono, l'esperto Daniele Grasso) e, anche a causa della voce di Santelli, i Tiromancino.
Esaminiamo i pezzi uno per uno: l'iniziale Lacrime Di Vetro Blu è adeguata a farci capire cosa ci aspetta, con la batteria ad aprire le danze, una prima parte eterea che annuncia il finale a base di chitarrone a go-go. Si prosegue con Alberi Di Amianto, sulla stessa falsariga, con la strofa appoggiata sull'arpeggio della chitarra acustica e sul tappeto del basso e della batteria, per crescere di tono nei ritornelli, un pezzo assai riuscito. Male Di Te, al di là di un testo un po' retorico, piace per l'uso del piano Fender e per la coda strumentale molto ben condotta, buone note anche per L'Anestetico, piuttosto “seventies”. Eccoci al pezzo scelto per annunciare con questo video l'uscita del disco, Paragioia, ancora un pezzo piuttosto strutturato, efficace, con un riuscito assolo di chitarra e un organo piuttosto “vintage”, seguita dalla ballata acustica Madeleine, intima e rarefatta.
L'elettricità torna all'ordine del giorno con A Testa In Giù, con la voce filtrata di Santelli in saturazione come la sua chitarra, poi la breve, strumentale, La Vertigine, che si mantiene sul canone più generale delle composizioni dei nostri, con l'inizio in sordina e il crescendo finale. Si finisce con Il Tempo Non Sente, in cui sento parecchio Tiromancino nell'aria e con Trollmors, un breve episodio acustico con sola chitarra e voce femminile. Insomma, un prodotto piuttosto maturo per essere un esordio discografico, che mostra le interessanti potenzialità del gruppo, insieme a qualche magniloquenza, soprattutto nei testi, di troppo.
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