Salah Addin Roberto Re David STORIE SCRITTE SULLA SABBIA
[Uscita: 26/07/2013]
Certamente fa riflettere come, mentre periodicamente assistiamo alle sparate mediatiche di Allevi, rischiamo di perderci le uscite musicali di artisti come Salah Addin Roberto Re David. Il musicista pugliese arriva da studi classici passando per naturopatia e musicoterapia, ma è con la conversione all’Islam avvenuta a metà degli anni zero e lo studio della tradizione Maqam che allo stesso tempo lo porta ad elaborare un sistema di organizzazione melodica tipico della tradizione musicale Araba e una complessa tecnica di improvvisazione mista a contaminazioni di musica elettronica. Scrive musiche per teatro e cinema e attraverso varie esperienze e collaborazioni giunge oggi al suo disco d’esordio “Storie scritte sulla sabbia” lavoro di improvvisazione pianistica con l’intento dichiarato dell’artista di esprimere, proprio per mezzo dell’improvvisazione la parte più intima dell’io al fine di raggiungere una forma personale di Dhikr: la Rammemorazione di Dio. Un obiettivo che si traduce in una sorta di viaggio biografico/interiore fatto di minimalismo in cui ritrovare il gusto dell’arte per l’arte.
I brani, essenzialmente strumentali e con una forte connotazione pianistica, ad eccezione ad esempio delle sonorità percussive di IV, colorano ambientazioni intime che magari poco si sposano con il periodo dell’uscita del disco - più che in un assolato fine Luglio lo vedremmo molto bene come un disco da ascoltare nei mesi autunnali guardando fuori dalla finestra il lento scorrere del tempo nelle sue tonalità di grigio - ma che restano comunque di forte impatto emotivo. Lunghe suite si alternano a brani più “leggeri” (ma solamente in termini temporali) probabilmente più tesi a racchiudere l’attimo piuttosto che il puro virtuosismo. Ecco così scorrere le note in maniera libera dando vita ad un lavoro che riesce a racchiudere sia una grande valenza musicale/artistica che una espressione mistica data probabilmente dal sufismo, cui l’artista ha dedicato parte della sua vita per studiarne i lati artistico-filosofici, capaci qui di evocare un rapporto con Dio, gioioso e pacato, armonico e spirituale, insomma quasi mistico. Un disco che per la natura stessa del genere non è per tutti, ma se nel panorama musicale nostrano trovano posto musicisti come quello citato all’inizio non si vede il perché non lo possa trovare un artista (la differenza di termine è voluta) dalle indubbie capacità espressive come 'Salah Addin' Roberto Re David.
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