Matteo Toni SANTA PACE
[Uscita: 12/10/2012]
Matteo Toni viene da Modena e si può considerare a tutti gli effetti un one-man band. Allo stesso modo della deliziosa Becki Lee, di cui abbiamo parlato per "Hello black halo", suo disco d'esordio, il nostro Matteo si cimenta con la fida chitarra weissenborn, oltre alla lap steel, all'organo ed all'immancabile footdrum. All'inizio, e parlo del 2009, Toni in occasione di un concerto a sorpresa conosce Umberto Maria Giardini (Moltheni) con cui instaura un bel rapporto d'amicizia e collaborazione. Aggiungendo un vero batterista nella figura di Giulio Martinelli ed Enrico Stalio al basso esordisce con un ep a nome "Qualcosa nel mio piccolo", acerbo debutto. Lo stile di Matteo in questo 5 tracce risente molto dell'influenza di Giardini, finendo però per difettare di originalità e mordente. Adesso per lui è giunto il momento dell'esordio, il nuovissimo album "Santa Pace" col solo fido Martinelli alla batteria. Il primo brano, il brillante rock blues stoppato ZZ Top style di Bruce Lee vs. Kareem Abdul.Jabbar illude sulla natura dell'album, qui sembra di ascoltare un artista completamente differente dall'incerto cantautore dell'esordio.
Bell'inizio in ogni caso. Ma non si può dire che il resto del disco mantenga le buone impressioni destate da questo pezzo. Già il tris che segue, con Isola nera, Santa pace ed I provinciali di nuoto stupiscono per pochezza espressiva e scarse idee. Qui sembra di ascoltare un cantautore come tanti se ne ascoltano, purtroppo, a decine con queste sonorità, uno stile piatto con testi anche più banali. Peccato. Ma anche dovendo scegliere fra le successive Alle quattro del mattino o Alle quattro del pomeriggio, pur cambiando idealmente la luce del sole è il buio che cala su queste due canzoni. Quello che più dispiace è che la buona maestria tecnica di Matteo non venga corrisposta da una parallela facilità compositiva. Quando accade abbiamo una Fidati che perlomeno ha una discreta coda strumentale ed il buon rock blues paludoso di Melodia. Le due slow ballads finali, Acqua del fiume ed il Canto di Valentina cercano in extremis di salvare il disco da un inevitabile naufragio, tentativo riuscito solo in parte. Le potenzialità, di certo a tutt'oggi inespresse, non mancano certo a Toni, anche se devo essere sincero, lo vedo più adatto come chitarrista da backing band che come cantautore, visto almeno il riscontro sonoro di questo modesto "Santa pace".