Tortoise THE CATASTROPHIST
[Uscita: 22/01/2016]
Stati Uniti
Molto di ciò che si doveva dire è già stato detto e probabilmente è meglio che in molti se ne facciano una ragione. I picchi toccati con i primi tre dischi rimangono ad oggi irripetibili ma questo non significa che i Tortoise, al di là della loro immagine altera, non abbiano continuato a fare dell'ottima musica, da "Standards" in poi. "The Catastophist", la loro ultima fatica, si pone in continuità con la loro storia piu 'recente' pur essendo passati ben sette anni dal precedente "Beacons of Anchestorship" e si caratterizza per un uso ancora maggiore dei sintetizzatori rispetto al passato e per un ritrovato interesse per lo space-jazz, per certo funk riconducibile ad Herbie Hancock e per le colonne sonore dei tardi anni '70. L'iniziale accenno di elettronica lo-fi della title-track, che richiama invece le musichette dei videogiochi dei primi anni '80, ad onor del vero sulle prime non lascia presagire nulla di buono.
Ma già con il prog onirico di Ox Duke la band di Chicago rivela ancora una volta come il loro distintivo magnetismo non sia rimasto sopito. Buono Rock On, originariamente un brano del 1973 di David Essex, nel quale al centro del cerchio magico troviamo la voce di Todd Rittmann dei concittadini U.S. Maple; una novità, verrebbe da dire, se non fosse per "The Brave And The Bold", lavoro realizzato nel 2006 con Bonnie 'Prince' Billy. L'album cresce quindi pezzo dopo pezzo e, dopo il divertissement di Gopher Island, arriviamo ad uno dei suoi momenti forti: il kraut psichedelico di Shake Hands With Danger, con il suo incedere marziale e minaccioso, è indubbiamente tra le cose migliori che i Tortoise abbiano scritto negli ultimi anni.
The Clearing Fills sembrerebbe riportarci ad alcune dilatazioni di "Millions Now Living..." e "TNT" senza però riuscire a rapirci del tutto, mentre l'ottimo Gesceap, scelto come singolo promozionale, mette in luce come il minimalismo di Terry Riley ("A Rainbow In Curved Air" in primis) continui ad esercitare sulla personalità musicale della testuggine una notevole influenza. Hot Coffee è un altro brano dall'ottima caratura anche se non particolarmente originale dato che suona molto vicino a quanto già proposto dai 'cugini' Trans Am almeno una ventina di anni fa con "Surrender To The Night", registrato peraltro all'epoca dallo stesso McEntire. Sicuramente poco esaltante la ballata Yonder Blue interpretata da Georgia Hubley (Yo La Tengo); se fino al primo minuto sembrava poterci catapultare in improbabili anni '50 da fiaba, all'arrivo del ritornello ci ritroviamo invece occupati a staccarci di dosso una stucchevole patina zuccherosa.
Infine, se Tesseract potremmo immaginarcela come una piacevole colonna sonora in cerca del proprio film, At Odds With Logic chiude l'album lasciando un po' il tempo che trova tra autocitazioni e saluti. Insomma, probabilmente The Catastophist non lascerà il segno ma il suo valore è indubbiamente ben al di sopra di molte delle blasonate produzioni delle quali si sente spesso strillare in giro. Ora non rimane che chiederci: "...and where do we go from here?".
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