Liam Gallagher AS YOU WERE
[Uscita: 06/10/2017]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Ascoltando “As You Were”, il debutto solista di Liam Gallagher, il primo aggettivo che viene naturale associare al disco è “degno”: della storia degli Oasis, del nome Gallagher, dell’epica britpop. Sarebbe un errore. Innanzitutto perché la sfortunata parentesi con i Beady Eye che più di un giudizio negativo aveva suscitato sul Liam senza Noel è già alle spalle; e poi perché, una volta liberatosi del fantasma del fratello e dell’eredità della più influente band britannica degli ultimi trent’anni, il bad boy di Manchester è finalmente riuscito a dimostrare come la gloria postuma degli Oasis vada ridistribuita equamente tra i due Gallagher, lì dove in molti avevano sempre guardato al minore come un semplice (seppur eccelso) interprete delle canzoni composte dal primogenito. As You Were è la prova lampante che oltre ai tweet al veleno contro Noel, le ubriacature e le spacconate in R-Kid c’è molto di più.
Tutto l’album ripercorre il sound degli Oasis, liberamente reinterpretato dalla coppia LG-Greg Kurstin (già quest’anno produttore di “Concrete and Gold” dei Foo Fighters) che qui e lì ci mette un po’ della pregiatissima farina del suo sacco. A cominciare dalla prima traccia, l’ormai arcinota Wall Of Glass, che con l’altrettanto famosa Greedy Soul, You Better Run e I Get By (ascoltata già in molti live che hanno preceduto l’uscita del disco) ricostruisce il sound aggressivo e trascinante di alcune cose degli Oasis prima maniera (la mente corre a Columbia e Bring It On Down). Non mancano, ovviamente, i momenti più pop-sing along tipici della scrittura di Noel che Liam ha saputo far suoi, superando brillantemente la prova del cantautorato solista: For What It’s Worth è probabilmente il miglior pezzo del disco (insieme a Bold e al suo pregevolissimo momento corale), in cui il nostro mette in musica tutta la sfilza di scuse per gli atteggiamenti da ragazzaccio maturate in oltre venticinque anni di carriera. Sullo stesso altissimo livello compositivo si colloca la trionfante ballatona Chinatown. Potendo fare tutto o quasi di testa sua, il minore dei Gallagher mette in fila anche una serie di brani chiaramente ispirati ai Beatles, riferimento principale del nostro per sua stessa ammissione: notevole la costruzione delle armonie in When I’m In Need, che potrebbe benissimo portare la firma di John Lennon, e altrettanto gradevoli anche se non indimenticabili sono le ballate Paper Crown e Universal Gleam, buoni riempitivi.
A completare la tracklist troviamo il pop-rock piuttosto debole di Come Back To Me e le atmosfere trionfali di I’ve All In Need, il pezzo che conclude degnamente il disco. Arrogante, sincero, genuino e incredibilmente vero: As You Were ci riconsegna una grande rock star al massimo della sua forma vocale, interpretativa e - finalmente - compositiva. Il guanto di sfida a Noel (disco in uscita il 24 novembre) è lanciato, e stavolta il finale è tutt’altro che scontato.
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