Pier Paolo Pasolini – Il Poeta E Il Narratore.
Benché la personalità di Pier Paolo Pasolini sia stata eccezionalmente fertile e multiforme nei numerosi campi artistici da lui praticati, in questo 2022 in cui ricorre il centenario della nascita e il 45° anniversario della morte avvenuta il 2 Novembre 1975, ci concentreremo per non dilungarci a dismisura sulla sua attività più legata alla parola scritta. Poiché nello scenario socio-politico dell’Italia di oggi così manchevole di figure carismatiche ed autorevoli (non si confonda l’autorità con l’autorevolezza), l’assenza di un personaggio come P.P.P., della sua presenza sul territorio, delle sue polemiche prese di posizione e dei suoi “Scritti Corsari” è una mancanza tragica e indicibile. Nelle sue opere letterarie sia in versi che in prosa protagonista è il degrado morale della società italiana del dopoguerra, la mancanza di passioni forti e di aspirazioni che possano condurre l’uomo al conseguimento degli ideali e dei valori che sembravano a portata di mano durante la Resistenza.
La ricerca e la costruzione di un mondo cambiato, un mondo diverso e più giusto non vengono realizzate e P.P.P. nei suoi scritti ne registra la delusione come anni dopo farà in altro modo e in altre situazioni Giorgio Gaber (un altro cane sciolto). La produzione letteraria pasoliniana è vastissima; per non dilungarci (non basterebbe un libro) ci limiteremo alla segnalazione delle sue opere della maturità tralasciando le poesie giovanili, benché anch’esse degne di nota. La prima opera significativa è la raccolta di poesie in dialetto friulano “La Meglio Gioventù” (1954). L’interesse per il dialetto, il suo uso e il mantenimento in letteratura è uno dei punti di forza del pensiero pasoliniano sviluppato anche in saggistica “Passione E Ideologia” (1960), e in narrativa con i due romanzi più importanti del Pasolini narratore: “Ragazzi Di Vita” (1955) e “Una Vita Violenta” (1959). In questi due scritti protagonisti sono i ragazzi sottoproletari delle borgate romane che parlano un idioma intriso di dialettismi confermando ancora una volta l’interesse dell’autore al problema del linguaggio e del rapporto tra lingua e dialetto.
Entrambi i romanzi dal contenuto forte e provocatorio suscitarono scandalo al punto che “Ragazzi Di Vita” subì un processo per oscenità. Tornando al poeta non si può non menzionare “Le Ceneri Di Gramsci” (1957) silloge poetica che segna una svolta nella poesia italiana del dopoguerra per un uso ardito e originale del linguaggio e per la carica polemica nei confronti della società italiana, in ostaggio, secondo Pasolini, di un’omologazione basata sul consumismo e su bisogni non reali. Altre opere poetiche che seguirono questa stessa linea nel corso degli anni sono: “La Religione Del Mio Tempo” (1961), “Poesie In Forma Di Rosa” (1964), “Poesie” (1970), “Transumanar E Organizzar”(1971), “La Nuova Gioventù” (1975). Parallelamente, in prosa, Pasolini pubblicava il libro di racconti “Alì Dagli Occhi Azzurri” (1965), e il romanzo “Il Sogno Di Una Cosa” pubblicato nel 1963 ma scritto nel 1950. L’impegno civile di Pasolini non poteva esimersi dall’esprimersi oltre che in poesia e narrativa anche nella saggistica; in questa veste oltre al già citato “Passione E Ideologia”, sono degni di lettura e di riflessione “Empirismo Eretico” (1972), “Il Caos” uscito postumo nel 1979 e “L’Odore Dell’India” scritto a quattro mani con Alberto Moravia. Una personalità multiforme e artisticamente contaminata come quella di Pasolini non poteva non fare una puntatina anche nel campo del teatro. Tra le opere più riuscite, “Orgia” (1968), “Calderon” (1973), entrambi apologhi sul potere e sulla corruzione e “Affabulazione” pubblicato postumo in un anno caldo come il 1977 e suo più grande successo teatrale portato in scena da Vittorio Gassman. Un altro aspetto letterario di P.P.P. poco conosciuto e che ci piace sottolineare è quello di autore di canzoni, attività che benché non preponderante nella sua carriera ha sempre avuto un ruolo ben definito. E’ del 1995 la pubblicazione del CD “La Luna Di giorno-Canzoni di Pier Paolo Pasolini” (Micocci Dischitalia Editori) che raccoglie sedici canzoni di Pasolini interpretate tra gli altri da Laura Betti. Sergio Endrigo, Daniela Davoli, Domenico Modugno (la bellissima Cosa Sono Le Nuvole), Alice, Avion Travel, ecc. Dopo la morte ancora alcune uscite postume marchiavano la figura di Pasolini come innovatore e uomo controcorrente: i romanzi “Petrolio” (1975) sul quale sono stati versati i classici fiumi di inchiostro, testimonianza di un nuovo stile letterario oltre all’invettiva feroce che conteneva e contiene e “Amado Mio” (1982). Fondamentale poi è stata la pubblicazione degli “Scritti Corsari” (1975) antologia dei corsivi pubblicati su giornali nel corso del tempo che pervasi da tensione polemica e carica eversiva sull’attualità e la politica degli anni sessanta e settanta portarono a innumerevoli discussioni. L’eredità pasoliniana, così com’era: forte, viva e presenzialista nell’accezione migliore del termine non è stata raccolta da nessuno nonostante sia ancora di grande attualità poiché gli avversari da contrastare sono ancora gli stessi: omologazione, consumismo, perdita dei valori, della moralità, dell’identità. Rimangono i suoi scritti a ricordarcelo, a farci riflettere, forse a farci decidere. E a rendere Pier Paolo Pasolini sempre presente tra noi.