Willie Alexander Solo Loco (1981, Bomp!)
Puoi anche aver fatto parte di una delle più grandi band del mondo ma non è detto che la gente si ricordi di te. Di Willie Alexander ad esempio non si ricorda quasi nessuno, sebbene abbia fatto parte dei Velvet Underground. Proprio quei Velvet Underground. Oddio, non proprio quelli, a dire il vero. Perché quelli di "Squeeze" erano solo un brutto incubo di cui è davvero meglio non ricordarsi. Un brutto sogno da cui lo stesso Alexander scapperà inorridito, rifiutando di partecipare al tour europeo organizzato per promuovere l’ album. Prima, quando il mondo sembrava ancora giovane e bello e Willie era un beat ventiduenne che inseguiva il suo sogno rock ‘n roll da Philadelpia a Boston, aveva fatto parte dei Lost, una piccola gloria locale che scrive pepite folk-punk come Everybody Knows, Backdoor Blues, Changes, Maybe more than you, Mystic, When I call, Violet Gown e se le fa produrre da Barry Tashian dei Remains.
Come se i Four Pennies si facessero produrre da John Lennon, insomma. Dopo i VU Alexander decide di concentrarsi sul suo materiale ed organizzare una band per presentare le sue canzoni stipate negli stessi vestiti neri di Lou Reed e Alan Vega. Dopo un paio di dischi con la Boom Boom Band decide di pubblicare il suo primo LP interamente a suo nome: "Solo Loco". Dentro però ci suonano pure Walter Powers (suo amico dai tempi dei Lost, dei Grass Managerie e dei Velvet Underground), Peter Dayton dei La Peste, il Brad Hallen finito poi anche nei Ministry, Manuel Smith, Chuck Myra e Ted St. Pierre, proprietario dell’ Outlook Studio dove il disco viene in parte registrato. Il disco ha delle forti suggestioni newyorkesi: Velvet e Suicide in primis. Alimentato dalle medesime convulsioni paranoiche che avevano generato capolavori come The Gift ("Autre Chose") o Cheree (Take me away) ma pure filtrato a volte (Up for this o la rendition di Be-Bop-A-Lula) attraverso il malsano rockabilly crampsiano, lo scapigliato rock ‘n roll dei Voidoids (Eyes are crossed) o il miasma urbano del folletto bostoniano Jonathan Richman (So tight, Autre Chose). Solo Loco è orfano di canzoni memorabili ma è un disordinato catalogo delle ossessioni musicali di Willie Alexander, l’ ex più dimenticato del mondo.