La banda dei sospiri Non c’è mai abbastanza gente a San Francisco
Un esordio d’infanzia o di formazione? Se Gianni Celati avesse avuto sentore di tali filiazioni durante la stesura dei suoi scritti forse ne sarebbe stato felice. Bastano trentacinque minuti a questa straordinaria ed emozionante band cesenate per regalarci dieci perle rock di eccelsa fattura. Martino Reggiani (voce – chitarra – piano) ricorda il migliore Steve Kilbey, quello di “The Blurred Crusade” o “Seance”, ma sono i Pixies la traccia guida. Trentacinque minuti. Sul volto del vento e Caro Hank (oh, il caro Bukowsky...) impattano timpani e anima e non poco: “ … è la fame che si schiude al mio lamento, mi hanno detto di calmarmi e stare attento a quel che canto, a tutto ciò che invento, sennò cadrò quando un giorno cadrà il vento…”. È musica emozionale, sensuale, dura. Ricerca e ispirazione nei testi. Violenza leggiadra negli intarsi chitarristici e nella fluttuante malia degli arrangiamenti. Dei Artificiali è violenza sonica. Ti spinge ad ascoltare ancora. E allora ecco Ex-Stasi e Buon San Valentino Lulù: sorprendenti, grandissimi pezzi.
I suoni ci avvolgono e ci graffiano. Martino ci nutre coi suoi versi: “… Lulù sa di peccato e di un coito ustionato arreso ai morsi del proprio fato…”. È una band tosta, tostissima e al contempo dolce e sensuale. Jacopo Gabanini (chitarra – effetti noise), Filippo Guidi (batteria) e Boris Tombini (basso) oltre al già citato Martino Reggiani affascinano con la loro suadente violenza sonora. Strade Erranti è un gioco di armonie e riff degno di ascolti internazionali. Il Re Folle e Muse al Chelsea Hotel regalano ulteriori decibel psichedelici, lucidi deliri acidi, fantasmagorie di larsen eccitanti e raffinate. Wedekind e Bukowsky, Leary e Huxley. Pixies, ma anche Church. Sonic Youth, ma anche Opal . Un esordio discografico di spessore. Un disco che troveremmo in classifica ovunque la buona musica possa avere una possibilità. Un disco che dovremmo tutti ascoltare almeno una volta. Arricchito da pochi secondi di una ghost track che varrebbe da sola l’acquisto del cd. La Banda Dei Sospiri ci lascia con l'irresistibile voglia di premere ancora il tasto play e di ascoltarla da vivo. Grande gruppo, grande disco. Bravi!
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