Alkaline Trio 6 Maggio 2014, Bologna, Zona Roveri
Ritornano in Italia gli Alkaline Trio e in quel di Bologna abbiamo potuto finalmente gustarli dopo tanto tempo, precisamente da uno degli Indipendent Day Festival di molti anni fa, nella stessa città. Di anni ne sono passati diversi, ma durante questo lungo periodo abbiamo apprezzato la longevità creativa della band di Chicago, che pur modellando il loro stile (a volte anche usando vampiresche mode del momento), è riuscita lo stesso a portare avanti una scuola propria, mantenendo sempre alta la media delle proprie produzioni discografiche con un songwriting che brilla di un talento verace, intriso di radici Punk e con un cuore deliziosamente Pop. Il loro miglior pregio è proprio quello di mantenere le canzoni in una base melodica molto semplice, se vogliamo anche ricercata nei suoni, una formula che funziona da anni e due voci alternate che da sempre regalano emozioni forti. Nella loro carriera gli Alkaline Trio hanno collezionato una serie di canzoni di alto livello, possiamo capirlo semplicemente dal fatto che anche “Remains”, il disco che raccoglieva gli “scarti” delle vecchie produzioni, suona come un buon disco.
Altri colleghi l’avrebbero fatto uscire senza ombra di dubbio come disco ufficiale, e questo ricorda un po' il valore di“Incesticide” dei Nirvana; il paragone non è azzardato, perchè sempre di trio e sempre di songwriting di classe si parla. Il concerto è aperto dai Bayside, band da sempre supportata da Matt Skiba e qui si parla di signori musicisti, tecnicamente perfetti e preparati, che sanno come scaldare il pubblico prima dei veri protagonisti. Poi arriva il momento degli Alkaline Trio che aprono con This could be love, un vecchio cavallo di battaglia, che incendia i presenti e fa ben sperare. La scaletta lascia intravedere un bel piatto servito con classici e poche canzoni del nuovo disco, tralasciando quasi del tutto i due dischi meno personali e più commerciali “Irony and Agony” e “This Addiction”. Detto questo non possiamo che notare la differenza tra Matt Skiba e Dan Andriano, un po' appesantito nella performance il primo, in splendida forma il secondo e proprio le canzoni cantate da Andriano alzano di sicuro la riuscita della serata.
Un esempio su tutti: She lied to the FBI, una delle poche dell'ultimo lavoro “My shame is true”, è un vero flop ed è inspiegabilmente suonata malissimo e molto più lenta rispetto al disco. Mancano all'appello canzoni fondamentali, come Emma, Mercy Me e Armageddon, che tutti richiedono, ma che questa volta verranno escluse. Un concerto che rimane bello per tanti motivi, un gruppo che rimane importante per tanti motivi: gli Alkaline Trio restano un punto di riferimento fondamentale e riescono ancora a scrivere meravigliose melodie, creando un qualcosa di magico che solo i grandi talenti sanno costruire negli anni. Un esempio per tutti, che si tratti di Punk o che si tratti di Pop qui abbiamo uno dei migliori gruppi degli ultimi quindici anni, che si è costruito nel tempo, senza grandi compromessi, ma riuscendo a modellarsi a proprio piacimento, evitando con intelligenza e mestiere di snaturare il proprio stile. Fino a che ci saranno gli Alkaline Trio la vecchia scuola è ancora in buone mani.
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