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29 Gennaio 2013 ,

Everything Everything ARC

2013 - Sony RCA
[Uscita: 14/01/2013]

Everything Everything      ARC   Everything Everything, uno dei gruppi più piacevoli prodotti dalla scena britannica dell’ultimo periodo si forma a Manchester nel 2007  intorno al frontman Jonathan Higgs. Il loro disco d’esordio, “Man Alive”, del 2010, oltre ad essere candidato al Mercury Price, venne considerato uno degli album più  interessanti degli ultimi anni, un concentrato di melodie multiple, dove il verbo pop è coniugato con rara purezza. Buona parte del merito va dato alla vocalità in falsetto di Higgs, straordinaria, capace di disporsi con assoluta grazia. Un compendio dunque di premesse ed aspettative che rendono l’attuale sophomore atteso alla consacrazione. Cominciamo col dire che “Arc”  beneficia di un essenza mainstream più fluente rispetto al suo predecessore. L’impressione generale è che si tratti di un album più accessibile, coeso, e quindi diretto. Non vi è rottura totale rispetto all'attitudine ma una forte sensazione di autocontrollo. Le partiture, come il sound, risultano sempre fantasiose e vellutate, gli strumenti suonano stratificati, gli arrangiamenti come le intelaiature, multi sfaccettati, il ritmo generale, poliedrico e sincopato, ma il prodotto appare nella sua essenza con meno isterismi, meno barocchismi per una cospicua attenzione alla canzone e al cantato.

 

La band mancuniana deve aver svolto un lavoro  in fase di mixaggio piuttosto minuzioso, ancorato sempre alla voce dominante di Higgs, settata con meraviglia in falsetto. Il risultato è un disco non privo di influenze anche spiazzanti e di deviazioni inaspettate (i Radiohead  versione “In Rainbows” di The House is Dust) ma con solidi riferimenti. Esplosioni math-pop , frenetiche, nel singolo ritmato Cough Cough,, i cori, splendidi, in Kemosable, l’immediatezza e la cantabilità di Armourland e Radiant , il prog-pop molto Bloc Party di Torso of the Week. Una formazione che sa muoversi in contesti più raccolti o hit da chart globale, Duet su tutte. Peccato per taluni passaggi a vuoto, le opache Arc, The Peaks ma tutto sommato il risultato finale si attesta su buoni livelli. Tirando le somme o esprimendo un giudizio finale sulla band di Manchester, non posso che riconfermare la bontà del prodotto. Si sono rimessi in gioco maturando una maggiore intimità con l’ascoltatore. L’opera di semplificazione non deve spiazzare, sono la realtà britannica del momento e non solo.

Voto: 7.5/10
Matteo 'Jimmy Jazz' Giobbi

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