Il caso Spotlight Tom McCarthy
Sceneggiatura: Tom McCarthy e Josh Singer; Musiche: Howard Shore; Fotografia: Masanobu Takayanagi; Interpreti: Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Shreiber, John Slattery, Brian D'Arcy James, Stanley Tuccu; Uscita italiana: 18 febbraio 2016 --- Film vincitore di 2 Premi Oscar 2016: Miglior film e Miglior Sceneggiatura per Tom McCarthy e Josh Singer
Il titolo originale "Spotlight" (malamente tradotto nella versione italiana ne "Il caso Spotlight"), si riferisce al team di giornalisti del “Boston Globe”, denominato appunto Spotlight, specializzato in giornalismo d'inchiesta. Nel film in questione i quattro componenti del gruppo - Michael (Mark Ruffalo), Robby (Michael Keaton), Sacha (Rachel McAdams) e Matt (Brian D'Arcy James) – indagano, a partire dal 2001, sui numerosi casi di pedofilia riscontarti nella diocesi di Boston.
A dare l'impulso decisivo per far partire le delicate indagini è l'arrivo del nuovo direttore Marty Baron (Liev Schreiber): convince i quattro, guidati dal caporedattore Robby, a collegare i tasselli di sporadici casi di pedofilia tra i preti Boston, ignorati in passato dagli stessi giornalisti del “Boston Globe”, per scoprire una vera e propria rete criminale costitutita da centinaia di preti coinvolti e soprattuttto dalla copertura dei vertici cattolici della città capeggiati dal cardinale Law.
Grazie ai documenti d'archivio del quotidiano sui “trasferimenti” sospetti dei sacerdoti della diocesi bostoniana (solitamente “congedo per malattia” è la dicitura ufficiale con cui viene giustificato il cambio parrocchia dei preti “malati”), alle testimonianze delle vittime degli abusi (all'epoca bambini orfani e preferibilmente poveri, erano le prede predilette dei parroci) e al contatto decisivo tra Michael, il più intrapendente dei quattro, con l'avvocato Mitchell Garabedian (Stanley Tucci), già al lavoro da anni su decine di casi, nella totale indifferenza dell'opinione pubblica. L'avvocato frena l'entusiasmo di Michael man mano che le prove a carico dei pedofili diventano corpose e schiaccianti invitandolo alla prudenza, in quanto la chiesa è un osso durissimo che “ragiona in termini di secoli”.
Gli eventi drammatici dell'11 settembre 2001 interrompono, inevitabilmente e per fortuna momentaneamente, il lavoro di Spotlight sul più grande scandalo della chiesa cattolica degli ultimi anni: le “mele marce” costituiscono il 6% circa del clero bostoniano; per mettere a tacere le vittime (con famiglie spesso omertose per vergogna o condizioni socio-economiche disagiate) i complici del disgustoso sistema le “risarcivano” con poche migliaia di dollari a seguito di cause portate avanti da avvocati conniventi con la potentissima chiesa bostoniana (da rimarcare che i quattro componenti di Spotlight sono tutti di famiglia cattolica, quindi lontani da qualsiasi tipo di pregiudizio).
Quando una mattina del 2002 finalmente il Boston Globe esce in edicola con le prove e i nomi che inchiodano la chiesa, il cardinale Law è costretto alle dimissioni. Ma il Vaticano, guidato all'epoca da Karol Wojtyla, non lo lascerà solo: il cardinale Bernard Francis Law ottiene un incarico (ricoperto tuttora!) di prestigio nella gerarchia cattolica: Arciprete emerito della Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore a Roma. A conferma che sugli abusi sessuali del clero, investito nei primi anni del terzo millennio da uno scandalo di portata mondiale, le criminose complicità - su un comportamento che ha devastato per sempre l'integrità psicofisica di migliaia di bambini-adolescenti-adulti – risiedono anche, forse soprattutto, nei più alti livelli ecclesiastici.
Tom McCarthy realizza un film d'inchiesta giornalistica, sul filone de Tutti gli uomini del presidente (pellicola del 1976 di Alan J. Pakula con Dustin Hoffman e Robert Redford sul caso Watergate), costruito in maniera impeccabile (non a caso anche la sceneggiatura è stata premiata con l'Oscar 2016) col decisivo supporto delle straordinarie interpretazioni di tutti gli attori. Forse non il miglior film dell'anno dal punto di vista prettamente cinematografico, ma come documento storico e per il tema trattato merita il massimo riconoscimento e sostegno. In Italia sarebbe impensabile proporre un progetto del genere ad un qualsiasi produttore. L'ombra del cupolone, ahimè, vigila da secoli su di noi.
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