Ultravox 5 Novembre 2012, Alcatraz, Milano
E’ un vero e proprio tuffo negli anni ’80 quello che abbiamo vissuto l’altra sera in occasione del concerto dei riformati Ultravox. La band di Midge Ure, infatti, si è riunita nel 2009 e quest’anno ha realizzato “Brilliant”, il loro primo disco in studio dopo ben 28 anni! Certo, è cosa nota che i gruppi che si riuniscono, quasi sempre vedono l’impossibilità di ritrovare la gloria dei tempi passati, ma devo ammettere che la curiosità era tanta ed evidentemente non solo per me se è vero che il nuovo disco non ha certo rinverdito i fasti del passato, ma non ha fermato un discreto numero di fans tra cui qualche cantante nostrano (anche se è da dire che certo eravamo lontani dal tutto esaurito tanto che inizialmente il locale aveva ridotto la capacità di affluenza) dall’essere presenti all’Alcatraz di Milano per la loro unica data Italia del tour promozionale, probabilmente più per rivivere le vecchie hits piuttosto che i brani nuovi.
Il concerto inizia puntualissimo alle 21 con i nostri in rigoroso completo nero d’ordinanza e con Midge elegantissimo in giacca e cravatta. Si inizia con la title track del nuovo disco per continuare con New Europeans ed una intensa Mr. X per arrivare alla prima hit Reap the wild wind, subito osannata dai presenti. Il cantante e chitarrista Midge Ure, dall’alto della sua testa rasata mantiene una vocalità davvero notevolissima nel suo essere melodrammatica ed esplosiva in brani come Vienna, Hymn o Dancing with tears in my eyes, mentre Billy Currie si alterna sapientemente tra tastiere e violino, Chris Cross tra tastiere ed un basso in alcuni tratti davvero vibrante e Warren Cann alla batteria e percussioni a dare spesso quell’incedere marziale tipico marchio di fabbrica della band. Il concerto si snoda per due ore includendo un po’ tutte le hits della band da We stand alone a Sleepwalk, da One small day a Passing strangers con il pubblico che dimostra di apprezzare cantando varie volte in coro insieme alla band. Il set termina con una bellissima Hymn e seguono poco dopo due encore, The thin wall ed una strepitosa The voice con un finale che vede tutti i membri della band alle percussioni per una conclusione davvero da brividi.
Certo, i brani del nuovo disco (cinque inseriti qua e là nella scaletta) sin dall’iniziale Brilliant o Change non sembrano avere la capacità di apparire come vere hits ma piuttosto dei riempitivi di loro dischi degli anni ’80. In sostanza, gli Ultravox hanno sempre avuto il merito di saper conciliare un futuristico (per l’epoca) synth-pop con una pulsante vena rock e l’impressione è che a distanza di tre decadi, tale capacità sia rimasta intatta. Certamente anche il merchandising davvero ricco (c’era davvero di tutto dalle spille alle magliette, dai cd live di questo tour al book con accluso DVD alle tazze) fa pensare ad una macchina ben organizzata a sfruttare al meglio la circostanza, ma devo ammettere che a fine serata ci siamo allontanati con la consapevolezza di aver assistito ad un bel concerto di professionisti ancora in grado di regalare emozioni seppur ancorate ad un periodo ormai lontano (e l’età media dei presenti era un po’ lì a ricordarcelo) ed una intatta capacità di coinvolgere il pubblico.
Scaletta:
Brilliant
New Europeans
Mr. X
Reap the Wild Wind
Rage in Eden
Rise
Live
We stand alone
Sleepwalk
Lament
I Remember (Death in the Afternoon)
Lie
Astradyne
Vienna
Flow
Passing Strangers
Love's Great Adventure
All Stood Still
Dancing With Tears in My Eyes
Hymn
Encore:
The Thin Wall
The Voice