Shellac + Uzeda 25 Maggio 2015, Roma, Black-Out Rock Club
Uzeda
La data è sold out da tempo, entriamo che il palco è vuoto ma già la folla fa ristagnare l'aria: non serviranno, condizionatori o ventilatori, fra pochi istanti il pogo del pubblico, un fritto misto di reduci dei '90 e giovani pischelli, scandirà ogni accento, ogni colpo di rullante. E’ un'attesa breve, gli Uzeda sfoderano la classe e l'incisività che li contraddistingue, i suoni sono acidi ed essenziali, la voce di Giovanna Cacciola ci ricorda perché sono i pilastri del noise in italia. Il loro set è tirato ed implacabile da What i mean when i called fino a This Eat e Camillo, brani di chiusura, non una sbavatura, non un passo falso.
Shellac
Non poteva esserci apertura migliore di questa per gli Shellac (Steve Albini, Bob Weston e Todd Trainer) che partono con i brani dall'ultimo album “Dude Incredible” (Touch&Go Records), album uscito l'anno scorso dopo una lunga attesa da “Excellent Italian Greyhound” (2007), lavoro che non aggiunge nulla di nuovo a quanto fatto precedentemente nei loro album storici come “At action park ” (1994, Touch&Go records) o “1000 hurts” (2000, Touch&Go records), però suona incredibilmente bene dal vivo. Il trio di Chicago risulta un po' ammorbidito rispetto a qualche anno fa, c'è molta meno rabbia, più voglia di godersi la performance. La musica però non cambia, il sound e soprattutto l'attitudine rimangono monolitici, a ricordarci che le cose buone non passano di moda, nonostante il trascorrere del tempo. Concertone insomma di tutte e due le band che non ha lasciato alcuno spazio a nostalgie, accontentando la folla esigente di movimento e sudore.
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