Shellac DUDE INCREDIBLE
[Uscita: 16/09/2014]
USA # Consigliato da Distorsioni
Tra gli ultimi esponenti di un'attitudine noise che trova il suo fulcro in gruppi come NoMeansNo, The Ex, Bastro, The Jesus Lizard e Big Black (dalla cui mutazione prendono forma proprio gli Shellac), la band di Steve Albini, Bob Weston e Todd Trainer giunge ormai al quinto capitolo della propria storia discografica (omettendo "The Futurist"), dopo ben sette anni di assenza. Band di culto sin dal folgorante esordio di "At Action Park" (1994), gli Shellac sono da allora un punto di riferimento per un numero imprecisato di musicisti per via di un sound personalissimo, ruvido ma definito, tagliente e potente al tempo stesso, frutto di un attento studio che li ha portati ad autocostruirsi buona parte della propria strumentazione e a selezionare meticolosamente i restanti anelli della catena audio. D'altronde la loro tipicità in termini di suono non può certamente prescindere dall'attività di Albini in veste di quotato sound engineer. Tanto per citare alcuni dei nomi con i quali ha lavorato troviamo Slint, Pixies, The Jesus Lizard, Pj Harvey, Nirvana, The Jon Spencer Blues Explosion, Jimmy Page & Robert Plant. Ed anche Weston, è bene ricordarlo, ha dato prova in più di un'occasione di essere un abile ed apprezzato tecnico del suono; sue infatti le registrazioni di quasi la totalità della discografia di June of 44 e Rachel's.
Anche "Dude Incredible" riconferma le prerogative timbriche alle quali abbiamo accennato, attraverso le caratteristiche rasoiate di chitarra e basso che fendono l'aria ricalcando un disegno minimale di reiterazioni, scambi e sovrapposizioni con la batteria di un Todd Trainer al solito chiurgico e spietato nella sua essenzialità. Pur mostrando alcuni segni di stanchezza per quel che riguarda la scrittura di riff avvincenti e suonando un po' di maniera in alcuni passaggi, rispetto al precedente "Excellent Italian Greyhound" (2007) questo nuovo lavoro risulta comunque più immediato, grazie anche ad una risultante ritmica compatta e impetuosa. Il flusso dei brani mostra una buona dose di coerenza ed intelligenza nelle variazioni dinamiche e nei cambi di tempo, seppur con qualche asperità. Se episodi come Compliant, You Came In Me, Mayor/Surveyor e specialmente Dude Incredible testimoniano di una qualità non facilmente riscontrabile altrove, in momenti come Riding Bikes e Gary si corre il rischio di avvertire della monotonia, soprattutto se si affronta l'ascolto con superficialità. Ma la superficialità non sembra avere spazio in quel di Chicago e quello degli Shellac è sempre e comunque un apprezzato ritorno.
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