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30 Luglio 2024

Rock Bottom – 50esimo Anniversario


Compie in questi giorni mezzo secolo di vita “Rock Bottom”, passaggio essenziale nella storia del rock avant-garde degli anni settanta. Nel celebrarlo, di seguito una breve cronistoria sugli avvenimenti che portarono al concepimento del capolavoro.

 

 L’incidente di Maida Vale

Situato al terzo piano del solenne stabile vittoriano in Maida Vale l’appartamento di Lady June personifica a pennello il luogo ideale d’incontro per gli artisti della Londra di metà settanta. I licenziosi festini che la poetessa-pittrice di Doncaster allestisce sono soliti richiamare presenze di rilievo della scena musicale e cinematografica; il chitarrista australiano Daevid Allen, è indubbiamente uno assiduo habitué di tali gaudenti ricevimenti e, non casualmente, ama considerare tale dimora come ‘la migliore sala da fumo di tutta Londra’. La festicciola organizzata per venerdì 1° Giugno 1973 è dedicata a Gilly Smith, compagna del fricchettone Daevid. La ‘strega Shakti Yoni’ della mitologia Gong festeggia il suo quarantesimo genetliaco ed a celebrarla è accorsa una nutrita schiera di musicisti legati alla scena di Canterbury. Non si sottrae a presenziare a tale evento il carismatico Robert Wyatt, anima pulsante dei progetti principe della corrente sviluppatasi nel Kent, dai Wilde Flowers ai Matching Mole, passando per i sommi Soft Machine. Purtroppo nel corso della serata il barbuto batterista, dopo aver ingurgitato una dose industriale di liquori (come dichiarerà in seguito ai dottori dello Stoke Mandeville Hospital ‘nell’ordine vino, whisky e Southern Confort), ha la malsana idea di avventurarsi in un assurdo scherzo, che lo porta a precipitare nel vuoto dalla finestra del bagno. Gli esiti della rovinosa caduta si rivelano drammatici: frattura della dodicesima vertebra e paralisi completa dalla vita in giù. Wyatt costretto a mesi di totale immobilità sul letto di un ospedale. Pink Floyd e Soft Machine organizzano il 4 Novembre un concerto al Rainbow Theatre con il quale riescono a racimolare diecimila sterline che devolvono interamente all’amico per le gravose terapie di rieducazione. Dimesso, seppure costretto sulla sedia a rotelle, Robert raduna all’interno di un itinerante studio di registrazione un talentuoso ensemble di musicisti. L’impossibilità di ritornare dietro alla amata batteria lo spinge a perfezionarsi nel canto e nell’utilizzo delle tastiere. Tra quelle in suo possesso spicca una Gem Riviera regalatagli, alcuni mesi prima, dalla compagna Alfie durante un soggiorno a Venezia. E proprio nelle incantate atmosfere della Serenissima che inconsapevolmente iniziano a prendere corpo le trame del suo magistrale ritorno sulla scena: “Rock Bottom”

Venezia, Alfie e la Gem Riviera

Amici, batteristi, dopo essersi alternati nella line-up Gong, nel 1971 Pip Pyle e Wyatt si ritrovarono a vivere una complessa relazione sentimentale l’uno con la compagna dell’altro. Una scambio di coppia che porta l’ex Delivery a formare coppia fissa con la signora Pamela Wyatt e Robert ad unirsi con Alfreda ‘Alfie’ Benge, trentenne illustratrice di origini austriache impegnata nel mondo della celluloide come assistente del montatore Graeme Clifford.

Così quando il regista Nicolas Roeg, nel gennaio 1973, dirotta la sua troupe cinematografica tra i canali della città dei Dogi per le riprese del thriller con Donald Sutherland “Don’t Look Now” (in Italia distribuito come “A Venezia … un Dicembre Rosso Shocking”), la Benge invita il partner a seguirla. Robert si è appena lasciato alle spalle l’esperienza Matching Mole e dalle finestre della casa del Leone (nella quale risiede la protagonista femminile della pellicola Julie Christie), scorgendo la magia surreale di una invernale Giudecca, si sente agitato da una ritrovata vena creativa che lo tocca nel profondo. Alfie gli ha regalato un registratore a nastro ed una tastiera di piccole dimensioni che ha scorto in un piccolo negozio di strumenti vicino Piazza San Marco; la Gem Riviera genera un particolarissimo vibrato che rimanda a sonorità liquide, abissali e le melodie del musicista di Bristol che vanno man mano a concretizzarsi sembrano provenire da abissali scenari emozionali. Una raccolta di suggestive partiture e testi introspettivi che al rientro in terra d’Albione Wyatt sente di dover condividere con i compagni del suo viaggio musicale più recente, quella ‘macchina molle’ dalla quale ero sceso solo alcuni mesi prima. Ma la serata del primo di giugno è in agguato dietro l’angolo e falserà irreversibilmente il destino di quei demo su bobina partoriti in laguna.

 

 Il disco

Rock Bottom” viene distribuito dalla Virgin Records il 26 Giugno 1974, giorno in cui Wyatt convola a nozze con Alfie. Prodotto da Nick Mason dei Pink Floyd e registrato nei primi mesi dell’anno, all’album prendono parte, tra gli altri, Richard Sinclair, Mike Oldfield, Hugh Hopper, Gary Windo e il trombettista jazz di origini sudafricane Mongezi Feza. Robert incide su piste separate evoluzioni canore e strumenti, una serie decisamente imponente che va dalle tastiere alla chitarra slide passando per tamburi e batterie ‘di fortuna’ spogliate da grancassa e charleston, e l’overdubbing viene rielaborato negli studi nell’Oxfordshire della Virgin (gli stessi di “Tubular Bells”) e in parte nei londinesi CBS Studios. In tutto sei tracce in scaletta, perfettamente suddivise nelle due facciate di un 33 giri sulla cui cover sono presenti degli eccentrici soggetti tratteggiati dalla matita della Benge, più che mai insostituibile icona ispiratrice. Dolenti e raffinate le atmosfere di Sea Song che inaugurano il disco, si avvinghiano su spirali incantate di rintocchi di piano e contenuti battiti di basso (Sinclair); la voce è il vero strumento aggiunto mentre disegna paesaggi salmastrosi abitati da stelle marine e altre creature acquatiche anticipando, in un rincorrersi di respiri, le jazzate linee di A Last Straw, naturale appendice ipnotica del brano d’apertura. Un tanto confuso quanto fastidioso brivido percorre la spina dorsale già dalle prime note di Little Red Riding Hood Hit the Road; la dissennata tromba di Feza si sovrappone alla recita di Wyatt e al monumentale tocco di Sinclair aprendo le porte ad una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio. Suoni ed immagini che come farfalle impazzite si agitano nel bel mezzo dei sette minuti di un geniale ed enigmatico montaggio che dopo aver fatto scorrere nella sua prima parte l’incisione nella sua originale direzione, giunto al giro di boa lo contorce fino a ribaltarlo su stesso lasciando al solo palpito del basso l’onere di indicare l’ingarbugliato percorso d’uscita. Un autentico capolavoro di ardite sperimentazioni che trovano seguito una volta capovolto il vinile sul giradischi. Spasmodici sospiri e fonetici nonsense impartiscono le ritmiche a Alifib e Alife, intensa dichiarazione d’intenti di Robert nei confronti di Alfie sospesa tra allucinate dilatazioni e intermezzi free-jazz nei quali fa capolino il clarinetto basso dell’eclettico Gary Windo. “Rock Bottom” raggiunge l’agognata terra ferma attraversando Little Red Robin Hood Hit The Road che dopo il marziale incedere iniziale si concede ad un maestoso solo di Oldfield per poi lentamente spegnersi nell’enfasi della recita del poeta scozzese Ivor Cutler, suggestivamente avvolta nei vortici della viola di Fred Frith. Nella coda una subdola risata inghiotte tutto: logica, irrazionalità, cognizioni, discutibili codifiche e abbandoni di uno splendore senza tempo. Andandosi a posare per sempre su un fondale marino.

Alessandro Freschi
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