2 Agosto 1980, Bologna: un’estate insanguinata 2015, Italia
"Agosto. Improvviso si sente un odore di brace. Qualcosa che brucia nel sangue e non ti lascia in pace, un pugno di rabbia che ha il suono tremendo di un vecchio boato: qualcosa che crolla, che esplode, qualcosa che urla, un treno è saltato. Agosto.
Che caldo, che fumo, che odore di brace. Non ci vuole molto a capire che è stata una strage, non ci vuole molto a capire che niente, niente è cambiato da quel quarto piano in questura, da quella finestra. Un treno è saltato. Agosto. Si muore di caldo e di sudore. Si muore ancora di guerra non certo d'amore, si muore di bombe, si muore di stragi più o meno di Stato, si muore, si crolla, si esplode, si piange, si urla. Un treno è saltato"
Questo è il testo crudo di una bellissima canzone di Claudio Lolli, Agosto, che si riferisce all'attentato terroristico di stampo fascista ed alla strage del treno Italicus, verificatisi la notte del 4 Agosto 1974 a San Benedetto Val di Sambro provincia di Bologna. Ma potrebbe riferirsi benissimo anche alla strage ugualmente vile ed immonda, ma ben più devastante che si verificò alle 10:25 del 2 Agosto 1980 alla Stazione di Bologna, e che Distorsioni vuole ricordare oggi, nell'anniversario, a 35 anni di distanza, affinchè non si dimentichi, affinchè nessuno - oltre ai familiari delle vittime - dimentichi.
Qualche piccolo stralcio ...
Dal sito dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980:
LA STRAGE
Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna.
Lo scoppio fu violentissimo, provocò il crollo delle strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda classe dove si trovavano gli uffici dell'azienda di ristorazione Cigar e di circa 30 metri di pensilina. L'esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario. Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 città diverse italiane e straniere.
Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti. (testimonianze di Biacchesi e da "Il giorno")
La violenza colpì alla cieca cancellando a casaccio vite, sogni, speranze.
Alle 17,30, il presidente della Repubblica Sandro Pertini arrivò in elicottero all'aeroporto di Borgo Panigale.
Incontrando i giornalisti Pertini non nascose lo sgomento: "Signori, non ho parole" disse, "siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia".
Ed ancora: "Non esistono parole che possano esprimere il mio stato d'animo. Ho visto poco fa dei bambini nella sala di rianimazione, due stanno morendo ormai, una bambina ed un bambino ...una cosa straziante (piangendo)".
Correlati →