Mick Harvey DELIRIUM TREMENS
[Uscita: 24/06/2016]
Australia #consigliatodadistorsioni
È la terza volta che Mick Harvey si cimenta con il songbook di Serge Gainsbourg, per riproporlo in una serie di versioni in lingua inglese che s’è preso la briga di curare e cantare in prima persona. Aveva cominciato nel 1995, pubblicando “Intoxicated Man”, quindi era tornato sulla rivisitazione dell’artista francese due anni dopo, nel 1997, con “Pink Elephants”. Ora ecco il terzo capitolo della saga, “Delirium Tremens”, mentre incontrollabili rumors vorrebbero che a fine anno debba vedere la luce una quarta fatica (di cui ci occuperemo quando arriverà la conferma ufficiale).
Il cinquantottenne cantante e multistrumentista australiano, fondatore e produttore di varie band, assai noto soprattutto per essere stato una delle colonne dei Bad Seeds di Nick Cave (che ha abbandonato per la carriera solistica), dimostra qui di avere, nei confronti del songwriter francese, una grande venerazione e non si limita a fare una traduzione interlineare (non ci riferiamo ai soli testi) dei brani gainsbourghiani, li interpreta in maniera assai personale, prendendo le distanze da facili soluzioni mimetiche. Il tutto, comunque, nel segno della più assoluta fedeltà allo spirito del grande chansonnier francese d’origini russe, nato nel 1928 e scomparso nel 1991: avendo esaurito nei due precedenti album i pezzi più rappresentativi, forse magari più noti, qui si rivolge a brani meno frequentati e certo più intriganti.
Nel passaggio dall’originale del “brutto anatroccolo” francese, con la sua aria da poète maudit, sempre alle prese con il bicchiere e con la sigaretta, a quella dell’elegante fisicità da persona calma e rassicurante di Mick Harvey, si ritrova un prodotto, firmato Gainsbourg ed interpretato da Harvey, di buon impatto e ben confezionato. Nel complesso, non è un album facile né, tanto meno, adatto a tutti i palati. Ma la cosa rappresenta di per sè un valore aggiunto.
D’altronde, lo stesso Gainsbourg -che era, occorre ricordarlo, anche pittore e regista- ha sempre puntato sulla qualità, senza badare alle esigenze del grosso pubblico: possiamo considerare il successo planetario ottenuto nel 1969, in coppia con la bella compagna, l’attrice inglese Jane Birkin, con Je t’aime... moi non plus (il duetto era inizialmente previsto con la diva Brigitte Bardot, ma la registrazione venne bloccata dalla stessa attrice, per poi essere pubblicata qualche anno dopo), una sorta di fortunato incidente di percorso nella carriera, determinata più che dal brano, che ha dalla sua (diciamolo pure) una buona struttura musicale, dallo “scandalo” creato dall’impertinente dialogo erotico che vi si rappresenta nella società del tempo, bigotta e vincolata da pregiudizi, che lo considerava osceno.
Le atmosfere della famosissima hit (peraltro contenuta nel secondo album di Harvey) tornano, in un’altalena di erotismo ed ironia, in pezzi come The Decadance e More And More, Less And Less, mentre The Man With The Cabbage Head, Deadly Tedium e SS C’Est Bon ripropongono il linguaggio anticonformista, pieno di ironia, di Gainsbourg. Dal punto di vista musicale Harvey “svecchia” gli arrangiamenti, dando colore ad una beguine (Coffee Colour) e facendo ricorso ai suoni del “suo” rock. Mick ci fornisce l’occasione per riassaporare in maniera nuova un pezzo di storia musicale del recente passato, con la voglia di andare a riascoltare Gainsbourg in originale.
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