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26 Novembre 2014 , ,

Caribou OUR LOVE

2014 - City Slang Records
[Uscita: 06/10/2014]

Canada                                                                     # Consigliato da Distorsioni

caribouApprocciarsi a un disco di Daniel Victor Snaith non è mai un’operazione semplice. Non tanto per la complessità della sua musica, quanto per la sua imprevedibilità. L’artista canadese affronta ogni nuovo lavoro con un entusiasmo quasi infantile, riversando nelle sue composizioni tutte le novità musicali che l’hanno appassionato, e che lui assimila con l’approccio di un’autodidatta. La sua discografia rappresenta meglio di qualsiasi giro di parole il suo percorso camaleontico, capace di transitare con leggerezza dall’IDM di “Start Breaking My Heart” (uscito sotto lo pseudonimo Manitoba) al pop-psichedelico malinconico di “Andorra”, attraverso la sua tripla “identità” Daphni con l’esotico “Jiaolong”, fino ad arrivare al suo capolavoro “Swim”, un cd per il quale ha dovuto selezionare 9 tracce tra le oltre 200 canzoni composte in quel periodo. Con “Our Love” Caribou in un certo senso continua la strada intrapresa con “Swim”, ricalcando le sonorità elettroniche già sperimentate nel precedente album. Il suono però si trasforma drasticamente, lasciando indietro le influenze più psichedeliche e virando verso una dimensione da “club”. Le virgolette sono d’obbligo, poiché Our Love, nonostante la sua relativa commercialità, resta un disco sperimentale, attraversato da influenze hip hop e r‘n’b (presenti in particolare in Dive, la canzone più orecchiabile e anche meno interessante del cd). Caribou si sbizzarrisce a mischiare le carte in tavola, proponendo arrangiamenti geniali come la minimale Second Chance, un brillante pezzo pop che per più di metà durata lascia fuori basso e batteria, delegando tutto il lavoro ritmico e armonico ad un semplice sintetizzatore. 

 

caribou-band-2014In Mars troviamo reminiscenze del suo alter ego Daphni, con ritmiche tribali africane che vengono accompagnate nel finale da timidi accenni melodici di sintetizzatori. Oltre agli arrangiamenti, sono le dinamiche che riservano non poche sorprese in questo cd, a partire dallo splendido brano d’apertura Can’t Do Without You, forse la canzone che meglio si avvicina al precedente disco e che più si adatta a fare da collante tra i due lavori. L’introduzione porta avanti la melodia proposta in sordina per un minuto e mezzo, e d’improvviso, in poco più di due battute, il sipario sonoro cala e la dinamica cresce repentinamente, creando un effetto scenico che spiazza lo spettatore. Simile trucco vene usato in Back Home: qui la progressione avviene addirittura in modo più drastico, e la manopola del volume, usata saggiamente, dona un contorno di epicità ad una traccia dalle sonorità vicine a quelle degli anni '80. Un ultimo elemento che rende questo disco speciale è il calore: il suono analogico fa la differenza, rendendo pezzi vintage come Our Love - un tipico esempio di house primi anni '90 - incredibilmente convincenti. Si ritrovacaribou in questo lavoro un’umanità sempre meno facile da individuare nell’elettronica moderna, troppo spesso occupata a sorprendere l’ascoltatore con effetti speciali digitali macchinosi e privi di spessore. Our Love è un album con un’identità ben definita, forse il più maturo che Snaith abbia prodotto fino ad ora. Il suono omogeneo in tutte le sue sfumature connota una precisa scelta stilistica, ed inevitabilmente dividerà il pubblico tra chi la apprezzerà e chi no. Senza vie di mezzo.

Voto: 7/10
Lorenzo Berretti

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