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16 Marzo 2021

Moonspell Hermitage

2021 - Napalm Record
[Uscita: 26/02/2021]

Tanta eleganza e mestiere in “Hermitage”, dodicesimo album dei portoghesi Moonspell, che si rivelano ancora una volta capaci di incantare il pubblico con le loro sensuali e affascinanti sinfonie gotiche. Con il passare del tempo, la furia ferina dei primi lavori della band capitanata da Fernando Ribeiro si è via via stemperata nella creazione di sempre più raffinate e sofisticate melodie ed orchestrazioni: una scelta che quasi ci porta a definire i Moonspell di oggi come una strana creatura dedita ad un prog metal oscuro e romantico nel senso più letterario del termine. Una cifra stilistica molto personale quindi, che presenta come punto di forza la quasi unicità del sound dei Moonspell nell’ambiente gothic: ai lusitani non si può che riconoscere l’incontestabile merito di aver unito l’immaginario gotico nordeuropeo e le sue raffinate suggestioni notturne con una certa sensualità barocca più squisitamente riconducibile alla cultura mediterranea. Fatte queste premesse, come possiamo dire di “Hermitage”? Questo disco, con la sua produzione minuziosamente curata e la vena progressive/pinkfloydiana e sinfonica sarà sicuramente ricordato come una delle più importanti uscite del 2021 nel suo genere, se non in tutto l’ambito Metal. La band suona con maestria e Fernando si conferma una delle voci più affascinanti e potenti, con una padronanza e un carisma nei momenti più raccolti che ci ricordano addirittura quel Dave Gahan che ha saputo diventare un riferimento per il mondo dark (ascoltare All Or Nothing ed Entitlement per credere). Tutto bene dunque? Non del tutto. Pur comprendendo la scelta stilistica della band, con il buon Fernando che ha parlato di “Hermitage” quale concetto di solitudine e luogo in cui “il dolore, la sofferenza e la quiete” (cit.) derivata dalla distanza dal mondo coesistono recando finalmente la pace e l’illuminazione personale a coloro che lo abitano, non risulta del tutto comprensibile la scelta di aver sempre stemperato il mood del disco. Forse l’intento di Ribeiro consisteva nel dar vita ad una sorta di meditazione oscura al passo con i tempi - quanti di noi sono ormai costretti nel proprio “hermitage personale” dalla pandemia? - ma c’è qualcosa di cui troppo spesso si sente la mancanza in queste pur notevoli composizioni: la rabbia ed il tormento, quello che in passato i Moonspell sono stati benissimo capaci di esprimere con la furia tagliente e la ferocia espresse attraverso voce e chitarra, che in questi dieci brani troppo spesso ci danno la sensazione di essere pronti a colpire. È forte il senso di empatia suscitato da questo disco che in ogni caso rimane un album magnetico e dotato di raro fascino. Pur non discutendo le scelte di una band assolutamente maestra nel genere, non possiamo che esprimere il rimpianto per un ottimo disco che, con un sound ed un’espressività meno imbrigliata, non avremmo esitato a definire un autentico capolavoro.

Voto: 7.5/10
Fabio Rezzola

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