Jaco Pastorius TRUTH, LIBERTY & SOUL
Live in NYC, The Complete 1982 Npr Jazz Alive! Recording
I N T R O
La vita troppo breve quanto intensa di Jaco Pastorius (Norristown, PA, 1951 - Miami, FL, 1987) rivela questa pagina decisiva, capitale, che solo la pervicacia di Zev Feldman, produttore della Resonance Records (jazz label non-profit) ci restituisce 35 anni dopo nella sua integralità. In una preziosa edizione (doppio CD e tre LP, già sold-out), viene documentato il concerto integrale tenuto da Pastorius con la Word of Mouth Big Band alla Avery Fisher Hall di New York il 27 giugno 1982, nell'ambito del Kool Jazz Festival di George Wein. Sono trascorsi trent'anni dalla tragica scomparsa di Jaco e la sua figura centrale di bassista e compositore-innovatore non cessa di sorprendere, man mano che dagli archivi sonori vedono la luce live e performance le più disparate, che aggiungono caratteri nuovi ad una vicenda artistica forse liquidata troppo in fretta sotto etichette e stilemi definitivi, che lo annoverano tra i campioni del jazz-rock (e basta).
La carriera artistica
Cresciuto attraverso la conoscenza fondamentale di Paul Bley e Pat Metheny ("Jaco", Improvising Artists 1974, con Bruce Ditmas ai drums; "Bright Size Life", Ecm 1976, con Metheny e Bob Moses ai tamburi), incide il primo album a suo nome nel 1975 ("Jaco Pastorius", Epic/Columbia, con artisti quali Hancock, Shorter, Don Alias, i fratelli Michael e Randy Brecker, David Sanborn oltre a sezioni di archi).
1976: al festival di Berlino suona con il trombonista Albert Mangelsdorff ("Trilogue – Live!", Mps, con Alphonse Mouzon alla batteria); a Miami incontra Joe Zawinul che lo ingaggia nel gruppo Weather Report nel ruolo di bassista al posto di Alphonso Johnson: con il gruppo, Jaco incide dischi che lasciarono un'orma nel pianeta weatheriano come "Black Market" (1976), "Heavy Wheater" (1978), "Mr. Gone" e "8:30" (1979), "Night Passage" (1980), tutti per la Columbia. Alla fine del 1981, Pastorius lascia i Weather Report di Zawinul e Wayne Shorter: troppo aspro era diventato il rapporto con il tastierista che non accettava più la condotta di Pastorius sul palco (e non solo): il bassista aveva già ottenuto un vasto consenso con il primo album Warner Bros. "Word of Mouth" (1981, Golden Disc Award Jazz in Giappone). La nuova strada per Jaco era segnata da una visione della musica declinata nella massima espressione di un'intima armonia, libera da costrizioni di ruoli, pienamente intessuta di quella incessante ricerca espressiva in una nuova chiave polifonica che lo porta a modificare lo strumento in fretless-bass in una dimensione orchestrale ampia che sarà la forma privilegiata da Pastorius sino alla fine della sua carriera.
Live in NYC, The Complete 1982 Npr Jazz Alive! Recording
E' in questo contesto che si colloca il concerto del giugno 1982 a New York: ed è proprio l'edizione Resonance "Truth, Liberty & Soul" che apre nuovi filoni di ricerca, ove la figura di Gil Evans sembra affacciarsi con garbo dietro una porta socchiusa, senza mai troppo apparire: del compositore canadese, Pastorius non si limita ad evocare il sontuoso tessuto armonico e sonoro ma ne perpetua la ricchezza timbrica nei colori accennati e forti insieme. Tra i protagonisti di quella serata, spiccano nomi di rilievo quali il batterista Peter Erskine, amico e sodale di Jaco ai tempi di Weather Report, il trombettista Randy Brecker e il sassofonista Bob Mintzer, l'armonicista Toots Thielemans e i percussionisti Don Alias e Othello Molineaux. Le sezioni di ottoni e ance comprendono solisti già coinvolti da Gil Evans nella sua orchestra (da Lew Soloff a Jon Faddis, da Howard Johnson a Dave Bargeron a Peter Gordon a John Clark), una dimostrazione di come Evans fosse un link importante per Jaco, che avrebbe partecipato a numerosi live della Gil Evans Orchestra, specie in Europa e Giappone, molte ancora inedite. L'esibizione alla Avery Fisher Hall rappresenta la più alta espressione di Jaco Pastorius con la Word of Mouth Big Band: fedele alla tradizione più consolidata delle orchestre jazz, nella scelta dei brani Pastorius rilegge (e re-inventa) in forma eclettica di jam-session un vasto repertorio: da Invitation al parkeriano Donna Lee, a Sophisticated Lady, da Bluesette (eccellente l'armonica di Toots Thielemans) a Giant Steps (con l'intro pulsante di Reza).
Nei 14 brani del live emergono la forza ritmica luminosa, la versatilità e le invenzione tipiche di Jaco, con un approccio unico allo strumento non solo in chiave fusion, ma intriso di colori e creatività ispirati dalla tradizione che vira nella modernità. Pastorius nella sua dimensione visionaria del basso elettrico, «Jimi Hendrix on the bass», ha fornito tracce e sentieri che saranno seguiti da una folta schiera di artisti degli anni ottanta: alter-ego di Stanley Clarke e Marcus Miller, Pastorius ha espresso un'ampiezza sonora mai esplorata prima, imprevedibile nelle linee di basso all'interno di una dimensione di gruppo: non solo grande sideman nella ritmica, ma eccellente solista e compositore; significativa, tra le altre, la felice collaborazione con Joni Mitchell ("Mingus". La vicenda umana di Jaco Pastorius (analoga a quella di Hendrix, Janis Joplin o Kurt Cobain) incontrò forme di depressione e i mostri tentacolari delle droghe che lo avrebbero imprigionato forse irrimediabilmente, portandolo ad un declino umano che ha assunto forme che hanno leso anche la sua vita artistica: già nel 1982, nel corso del tour giapponese, si libera degli strumenti gettandoli nella baia di Hiroshima; nel 1985, chiamato da Charlie Haden a suonare con la Liberation Music Orchestra in Europa, in un incendio domestico brucia il suo passaporto che gli impedisce di partecipare ad una tournée (che avrebbe toccato anche Umbria Jazz), prima di perdere la vita a seguito di una violenta aggressione nel settembre 1987.
Tracklist
1. Invitation (B. Kaper)
2. Soul Intro / The Chicken (J. Pastorius)
3. Donna Lee (C. Parker)
4. Three Views Of A Secret (J. Pastorius)
5. Liberty City (J. Pastorius)
6. Sophisticated Lady (D. Ellington)
7. Bluesette (N. Gimbel, J. Thielemans)
8. I Shot The Sheriff (B. Marley)
9. Okonkolé Y Trompa (D. Alias, J. Pastorius)
10. Reza / Giant Steps [medley] (J. Pastorius / J. Coltrane)
11. Mr. Fonebone (B. Mintzer)
12. Bass And Drum Improvisation (J. Pastorius, P. Erskine)
13. Twins (J. Pastorius)
14. Fannie Mae (B. Brown, C. Lewis, M. Robinson)
Word of Mouth Big Band: line-up
Jaco Pastorius (bass, vocals)
Toots Thielemans (harmonica) special Guest on (*)
Bob Mintzer (tenor & soprano saxophones, bass clarinet)
Randy Brecker (trumpet)
Othello Molineaux (steel drums)
Don Alias (percussion)
Peter Erskine (drums)
Bob Stein (alto saxophone)
Lou Marini, Frank Wess (tenor saxophone)
Howard Johnson, Randy Emerick (baritone saxophone)
Alan Rubin, Lew Soloff, Jon Faddis, Ron Tooley, Kenny Faulk (trumpet)
David Taylor, Jim Pugh, Wayne Andre (trombone)
John Clark, Peter Gordon (french horns)
David Bargeron (tuba)
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