Maisie MALEDETTE ROCKSTAR
Provare a scrivere su "Maledette Rockstar" non è per niente facile. È un po’ come sintetizzare un volume di sociologia moderna ma essere anche brillanti e coinvolgenti nella narrazione. Come avere ben presente l’evoluzione antropologica e il suo approdo impacciato nell’era consumistica ma declinare il tutto in un racconto surreale, illustrato per figure retoriche senza tralasciare una certa dose di ironia e sarcasmo. Insomma parlare dopo aver letto con minuzia le 52 pagine del libretto, aver ascoltato i 31 pezzi presenti sui due CD per un congruo e ragionevole numero di volte (stiamo parlando di 150 minuti di durata) aver meditato sulle allegorie delle illustrazioni disegnate da Manfredi Criminale ed essersi soffermati a riflettere sullo spirito conviviale che ha messo insieme oltre settanta talenti animati da pura passione per il progetto e senza scopo di lucro, di certo è un compito arduo. Cosa poter dire di fronte a qualcosa di così mastodontico e così stramaledettamente capace di leggere le contraddizioni dei nostri tempi pur ponendosi in una posizione di ostentato e azzardato rifiuto di ogni cliché? Non pretendiamo una pausa di riflessione lunga come quella che si sono presi Cinzia La Fauci e Alberto Scotti (nelle 2 foto sotto) dall’ultimo “Balera Metropolitana” (2009) ma sicuramente siamo tenuti ad interrogarci sulle finalità profonde che hanno dato vita a questa opera così inconsueta, così lontana dal conformismo che Giorgio Gaber irrideva e che sembra ormai requisito imprescindibile della civiltà globalizzata. I Maisie decidono fieramente di portare avanti la loro scelta estetica, iniziata nel 2005 con “Morte a 33 Giri” mantenendo una continuità di approccio e intenti. Il metodo procedurale sembra quello di voler mettere insieme un concept fatto da un collage di storie bizzarre di volta in volta arrangiate secondo stilemi e generi variabili, costruendo situazionismi evocativi naive e nostalgici o servendosi degli stessi per imbastire delle iperboli volutamente grottesche per restituire in forma sottilmente parodistica le turbe schizofreniche di una società omologata, imbevuta di narcisismo e individualismo ma sempre meno identitaria.
Ecco allora che ogni loro disco, smussato all’inverosimile, meditato e ragionato, diventa celebrazione corale, quadro concettuale in cui converge una lucida e affilata consapevolezza e che si fa anche resiliente opposizione nel momento in cui mette insieme idee, personalità volitive, creative, appassionate. Maisie come comune in cui trovano accoglienza gli esiliati beatnik e gli scapigliati del post moderno. Nella famiglia allargata dei Maisie si sbeffeggia la superficialità senza mai assumere la posa altezzosa da snob, con autentico spirito comunista comunitario. Divertimento come confronto e condivisione e teatralità vaudeville in grado di rappresentare il varietà e la varietà senza distaccarsene. E se Benvenuti in Paradiso e Dio è Morto esorcizzano l’alienazione calandovisi dentro, pezzi come Io sono Una Rockstar o Padre Pio Kung Fu Master (Da Pietrel-Cina Con Furore) procedono trasversalmente mettendo in scena esilaranti quadretti funkeggianti. Ma nel calderone c’è il folk autenticamente genuino che coglie il lato più fulgente della sapienza popolare, la ballata strumentale, le elegie progressive, le declamazioni di satira politica, il cabaret free form, cori gospel, cacofonie o melodie dal perfetto equilibrio pop. La title-track Maledette Rockstar è emblematico con il suo ritornello accattivante e l’energia abrasiva della voce di Carmen D’Onofrio ma non sono da meno in quanto a orecchiabilità e ritmica il power rock Ozzy Ha Un Nuovo Pantalone e il rhythm and blues Sono Sempre I Migliori Che Se Ne Vanno. Music hall che non scende mai nel banale o nella soluzione scontata, a volte sfilacciato, volutamente ridondante ma di un eccesso tanto cerebrale quanto spontaneo, sagace e fantasioso.
E poi ci sono i tocchi sorprendenti di raffinata originalità come in Ruderi e Macerie #3 che sfoggia l’eclettismo vocale di Claudio Milano e il lirismo struggente di La Ballata Della Leggerezza (Piovono Rane…) scritta da Stefano Testa. Ancora l’hip hop e i cut up noise sperimentali che fanno incontrare Piotta e Le Forbici di Manitù in Hyperbaric Rendez-Vous, l’elettronica di Simon Balestrazzi e i coretti da jug band in La Canzone Di Marinella. Il riciclo intelligente che fu dei Residents, la ‘Virgin Forest’ dissacrante dei Fugs per proporre un risveglio delle coscienze sostenibile e pieno di brillante umanità. Ci piace chi pecca di eresia con un’ostinazione così ferma ed entusiasta tipica delle grandi voci isolate e incomprese che la storia ha rispolverato con imperdonabile ritardo. Non sappiamo se questo cofanetto curato in ogni dettaglio venderà poche o tante copie ma si può affermare che trasuda generosità e nel suo piccolo rende il mondo migliore. Il suo merito è quello di risultare utopista e idealista e anche un po’ marxista, a dispetto di tutto. Ma per tornare ancora al nostro grande Giorgio Gaber è un sognare consapevole del suo tempo, un sognare malgrado il disincanto, semplicemente necessario a se stesso per tenere viva la magia della vita e dell’amore. Per cui grazie a prescindere.
I Maisie sono:
Alberto Scotti - Alberto DeBenedettiì - Andrea Tich - Carmen D’onofrio - Cinzia La Fauci - Donato Epiro - Emiliano Rubbi - Eugenio Vicedomini - Luigi Porto - Massimo Palermo - Michele Alessi - Nico Sambo - Serena Tringali - Walter Sguazzin
Gli ospiti sono:
Alvaro Fella (Jumbo), Claudio Lugo (Picchio dal pozzo), Maurizio Di Tollo (Finisterre, Distillerie di Malto, Moongarden, Maschera di Cera, Hostsonaten), Stefano Agnini (la Coscienza di Zeno, La curva di Lesmo, Il cerchio medianico), Marco Bertoni e Lucio Ardito (Confusional Quartet), Piotta, Simon Balestrazzi (T.A.C.), Antonio Gramentieri (Sacri Cuori), Ausonio Calò (Le Masque), Vittorio Nistri (Deadburger), Claudio Milano (NichelOdeon), Bruno Dorella (Ovo, Ronin, Bachi da Pietra), Diego Palazzo (Egokid), Dario D’Alessandro (Homunculus res), Domenico Salamone (Airfish), Dino Draghen e Prete Criminale (Klippa Kloppa), Manitù Rossi (Le Forbici di Manitù), Massimiliano Raffa (Johann Sebastian Punk), Andrea Lovito (Ance), Zap Zappis (3chevedonoilrE)
CD 1
1. Benvenuti in paradiso - 2. Maledette rockstar - 3. Sono sempre i migliori che se ne vanno - 4. Dio è morto - 5. Madama Dorè - 6. Io sono una rockstar - 7. Che fico! - 8. Vincenzina e il call center (versione uguale) - 9. Certe notti - 10. Un programma politico sintetico, inefficace ma
divertente - 11. Saggio breve di straordinaria sagacia sul rapporto tra la “sinistra” italiana e i suoi elettori tra il 1994 e il 2013 - 12. Siamo solo noi - 13. Ammazza il corvaccio! - 14. Aria - 15. Folkpolitik (The Vittorio Sgarbi’s Torture Show) - 16. Donna pesce - 17. La canzone di Marinella
CD 2
1. Ruderi e macerie #3 - 2. Wilma e il diavolo - 3. Il ragazzo della via Adriano - 4. Gesù - 5. Porno nel liceo degli orrori - 6. Ozzy ha un nuovo pantalone - 7. Padre Pio Kung Fu master (Da Pietrel-CINA con furore) - 8. Vincenzina e il call center (versione diversa) - 9. Dottor Marchionne, mi dispiace doverle comunicare che il suo tumore è maligno: le restano al massimo due settimane di vita - 10. L'atroce vendetta del nanetto Pingping - 11. Hyperbaric rendez-vous - 12. Morire a colazione - 13. La ballata della leggerezza - 14. War!
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