Sky Saxon e i Seeds Non ci sono fiori senza semi
INTRO
La GNP Crescendo ha recentemente ristampato, in un arco di tempo tra l’Ottobre 2012 ed il Maggio 2013, su cd (doppi) i primi tre album dei Seeds, con l'aggiunta di numerosi inediti e alternate takes, su vinile 180g. il secondo e la raccolta "Falling Off The Edge". L'occasione è quindi ghiotta per ripercorrere la storia di questa band seminale del garage-punk americano o, per meglio dire, della band che esprime l'essenza stessa del suono garage degli anni Sessanta. Chi volesse avvicinarsi per la prima volta a questo genere musicale, proprio dai Seeds potrebbe cominciare. Poi sulla definizione di che cos'è il garage ci si potrebbe sbizzarrire, iniziando dalla descrizione pittoresca di Lester Bangs: "Cosa c'è di più americano di una garage band? Mettete insieme un gruppetto di amici, compratevi una cassa di birra e un po' di erba, aggiungete un paio di chitarre, un basso e una batteria, e una volta fatto potrete azzardare sogni di gloria". In ogni caso, sogni di gloria a parte, ciò che accomuna queste band, quelle che appunto si ritrovavano in un garage per suonare tre (a volte anche due) accordi, spesso improvvisate e non sempre eccelse dal punto di vista tecnico, è l'attitudine (non a caso definita proto-punk) e un certo tipo di suono grezzo, graffiante, aggressivo, dal quale trapela passione e ribellione.
SKY SAXON
Ed è proprio questo il caso dei Seeds, la band di Sky Saxon (all'anagrafe Richard Elvern Marsh), nato nel 1937 a Salt Lake City nello Utah da una famiglia di Mormoni e trasferitosi quindicenne a Los Angeles, il quale nel 1965 si unisce agli altri musicisti tramite un annuncio su un giornale. In realtà, Sky Saxon con i Seeds non è alla prima esperienza musicale. Al contrario, è già un personaggio piuttosto noto nella scena musicale di Los Angeles, dove non passa certo inosservato grazie ai suoi capelli lunghi, allo stile di vita hippie e alla sua voce particolare, ruvida e graffiante. Prima della nascita dei Seeds, negli anni tra il 1960 e il 1965, ha già fatto uscire una manciata di 45 giri di rhythm'n'blues piuttosto tradizionale (poi raccolti nelle antologie anni '80 "Bad Part Of Town" e "New Fruit From The Old Seeds"), sotto vari pseudonimi: There's Only One Girl/What Chance Have I come Dick Marsh, Goodbye/Crying Inside My Heart come Little Richie Marsh, They Say/Darling I Swear It's True come Richard Marsh, Baby Baby Baby/Half Angel come Richie Marsh & The Hoodwinks, con la voce femminile di Daria Hood, They Say/Go Ahead And Cry come Sky Saxon & The Soul Rockers, Do The Swim/Trouble With My Baby come Sky Saxon & The Electra Fires. Usa anche un altro pseudonimo, Marcus Tybalt, con il quale compare come produttore, autore e firma le poetiche note di copertina di alcuni album dei Seeds. Sono a sua firma, come Sky Saxon, anche tutte le creazioni grafiche delle copertine degli album ufficiali.
THE SEEDS
Nel 1965 il quintetto a nome The Seeds è completo con il tastierista Daryl Hooper, i chitarristi Jan Savage e Jeremy Levine e il batterista Rick Andridge e a breve firmerà un contratto con la Gene Norman Presents (GNP), etichetta di jazz e R&B di non particolare rilievo, che già lavorava con qualche band garage locale come i Lyrics, gli Other Half, i Trippers. Levine lascerà il gruppo dopo poco tempo per motivi personali e i Seeds rimarranno in quattro per il resto della loro carriera. Il loro suono si contraddistingue fin da subito per la presenza predominante dell'organo, usato anche in funzione di basso, di cui sono i precursori, ben prima dei Doors. Sky Saxon si ispira parecchio ai Pretty Things e soprattutto ai Rolling Stones, tanto da essere considerato da molti critici un vero e proprio emulatore di Mick Jagger, ma lui non sembra preoccuparsene troppo e anzi cavalca questo paragone in diverse occasioni, con dichiarazioni infuocate e provocatorie sul quanto gli Stones dovessero temere la concorrenza dei Seeds. Nel 1965 i Seeds pubblicano, a breve distanza, i loro primi due singoli, Can't Seem To Make You Mine/Daisy Mae e Pushing Too Hard/Out Of The Question, le cui facciate A confluiranno entrambe nel primo album. Non hanno inizialmente molto successo, nemmeno Pushin' Too Hard, che si trasformerà nel tempo in uno dei classici della band, guadagnandosi l'inclusione da parte di Lenny Kaye nel doppio album antologico "Nuggets: Original Artyfacts From The First Psychedelic Era 1965-1968" del 1972. Numerosi saranno poi, infatti, i gruppi che nel corso degli anni si cimenteranno con una cover di questo classico, tra i quali i Pere Ubu, le Bangles e diversi altre band garage. Anche Can't Seem To Make You Mine è stata ripresa come cover da vari musicisti, come Ramones, Alex Chilton, Johnny Thunders, Yo La Tengo, Garbage, Murder City Devils. Il brano che sarà il loro cavallo di battaglia viene ristampato nel febbraio del 1966, sempre come 45 giri, You Are Pushin' Too Hard/Try To Understand, e in anticipazione dell'album d'esordio che vede la luce qualche mese dopo. Nel luglio 1966, esce "The Seeds", firmato interamente da Sky Saxon, che vi suona anche il basso, e una formula semplice ed efficace: pochi accordi, molto distorsore e l'immancabile organo. Le variazioni nel suono all'interno dell'album non sono molte, ma quanto meno tutti i pezzi sono originali, non c'è nessuna cover, cosa non così frequente per un album d'esordio, e il disco ha personalità da vendere e la voce di Sky Saxon che lo rendono assolutamente irresistibile. Pushin’ Too Hard, inclusa ora dall'album in una versione riveduta, viene trasmessa per tutta l'estate dai disc jokey radiofonici, in particolare nella trasmissione del dj Huggie Boy, e alla fine dell'anno si colloca al 36° posto della classifica statunitense.
INTRAPPOLATI NELLA RETE (DEL GARAGE)
E' il lancio della band che in autunno si trova a condividere il palco con i Jefferson Airplane. Sky Saxon spiegherà negli anni '80 che il brano è stato ispirato dalla chiusura del Pandora's Box, un locale sul Sunset Strip in cui molti giovani si ritrovavano, demolito e trasformato in un parcheggio, e da una discussione con una ragazza. Il buon successo complessivo del primo lavoro li porta a fare uscire nello stesso anno, nel mese di ottobre, la seconda prova discografica sulla lunga durata, "A Web of Sound", con un tipo di suono suono garage sostanzialmente invariato, sebbene un po' meno grezzo e acerbo, ma sempre molto coinvolgente, con qualche apertura già verso atmosfere psichedeliche, come in A Faded Picture, e con diversi brani che rimarrano tra i classici dei Seeds, tra i quali Mr. Farmer (peraltro poi presente nella colonna sonora di "Quasi famosi", film di Cameron Crowe del 2000) e Up In Her Room, brano di oltre 14 minuti che pare voler ancora strappare un primato agli Stones, i quali in "Aftermath", uscito negli Stati Uniti nel luglio dello stesso anno, includevano Goin' Home della durata di poco più di 11 minuti. Nel marzo del 1967 Mr Farmer, uscito anche come singolo proprio con Up In Her Room, è nella top ten americana, nonostante le accuse di far riferimento alla marijuana, e il gruppo è piuttosto popolare e per rimanerlo si appresta a cavalcare un'altra onda, quella del flower power che proprio in quell'anno vede il suo apice. In realtà, non si tratta di un'operazione troppo artificiosa o incoerente dato che Sky Saxon era già profondamente calato nella cultura hippie. Tuttavia, la trasformazione del gruppo è dovuta in gran parte al nuovo manager, Tim Hudson, che arriva dopo l'uscita di "A Web of Sound". Hudson (manager anche dei Lollipop Shoppe), un inglese che lavorava come dj a Los Angeles, è un personaggio estroso e probabilmente anche un po' maldestro, passato alla cronaca negli anni '80 per le sue dichiarazioni relative a un campione di cricket inglese di cui era manager. Alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se il suo pupillo fumasse l'erba, Hudson rispose "non è quello che fanno tutti?".
THE SEEDS: IL FLOWER POWER E LA PSICHEDELIA
Sarà lui comunque a sollecitare la svolta psichedelica dei Seeds e a dichiarare alla stampa che l'età delle pietre (riferendosi ancora una volta ai Rolling Stones) è terminata ed è arrivata quella dei semi (Seeds), poiché per i fiori (il movimento flower power appunto) ci vogliono sempre dei semi. Le sue parole compaiono nelle note di copertina dell'album che uscirà nel 1967, "Future", nelle quali Tim Hudson, cui viene qua attribuito il titolo di Lord, scrive che "the earth needs its seeds to feed the flower generation". E uno dei brani più interessanti e caratteristici dell'album, nel suo ritmo cantilenante, è proprio la marcia dei figli dei fiori, March Of The Flower Children, che esce anche come lato B di un singolo con sul lato A Thousand Shadows. Altro singolo che vede la luce quello stesso anno è la bella The Wind Blows Your Hair (poi in Fallin' Off The Edge) con Six Dreams sul lato B, cui si aggiunge la riedizione su 45 giri di Can't Seem To Make You Mine. Anche il terzo album registra tutto sommato un buon successo arrivando al n.72 della classifica nazionale. Un ulteriore pezzo tratto da "Future" prende una via alternativa per la popolarità, quella dell'inclusione nella colonna sonora di un film uscito l'anno successivo, Psych-Out (in italiano Psych-Out, il velo sul ventre) di Richard Rush, nel quale l'intera band compare mentre esegue Two Fingers Pointing On You nella celebre scena del funerale hippie. "Psych-Out" si aggiunge così alla pur breve filmografia di Sky Saxon che negli anni pre-Seeds era apparso in The Big TNT Show di Larry Peerce (1966), film in cui interpreta un ragazzo che riesce a toccare le mani del suo idolo Petula Clark, e in un filmato di un concerto dei Rolling Stones al Civic Auditorium di Santa Monica. I Seeds annoverano anche un'apparizione sul piccolo schermo nella prima serie della sit-com americana The Mothers in Law, nel cui episodio n. 30 dal titolo How Not To Manage A Rock Group, andato in onda nell'aprile 1968, interpretano la band rock The Warts, della quale le due famiglie protagoniste della serie diventano manager. Diversi invece i film, anche di epoca recente, in cui compaiono brani dei Seeds nella colonna sonora, tra i quali il già citato Quasi famosi, poi Chiamata per il diavolo II, Cop Land, Riding the Bullet e forse l'unico, oltre al film di Cameron Crowe, in cui l'inclusione della musica dei Seeds abbia una coerenza con la trama del film, il bel racconto di Ang Lee sui famosi tre giorni di pace, amore e musica in "Motel Woodstock". Il fenomeno del flower power dura però molto poco, spento probabilmente da un naturale esaurimento e di certo da episodi dolorosi che fanno crollare miseramente il sogno hippie, come la tragedia di Altamont.
IL BLUES, KIM FOWLEY
Le tendenze musicali cambiano e i Seeds le seguono, probabilmente in parte spinti da esigenze commerciali dell'etichetta discografica. Sebbene il loro leader rimanga fedele al credo hippie per quanto riguarda le scelte di vita, nel 1967, solo tre mesi dopo "Future", esce un album di blues, con un nuovo nome per il gruppo, Sky Saxon Blues Band. La forzatura di un'operazione del genere emerge tutta nei nove brani che compongono l'album (di cui tre sono cover) e, sebbene non lo si possa definire un brutto disco, la band chiaramente non è a suo agio in questo genere di sonorità e il risultato è decisamente sottotono. Oltretutto l'uscita disorienta il pubblico dei Seeds, abituato a tutt'altro tipo di musica e causa un crollo nella popolarità della band, dal quale non riuscirà più a riprendersi. Saxon aveva cercato la collaborazione di Muddy Waters per questo lavoro, il quale aveva declinato ma gli aveva concesso di firmare le generose note di
copertina dell'album. Su a "A Full Spoon of Seedy Blues" Muddy Waters descrive infatti il gruppo come "gli altri Rolling Stones" e aggiunge "They're great boys; they present a great sound. Blues belong to the soul, and they've got it!". Nonostante le parole di Waters, l'album non ha grande successo. Oltretuttto gli anni '60 stanno finendo e molte tendenze, anche musicali, stanno cambiando. Ancora una manciata di singoli e un album live fanno in tempo a vedere la luce prima dello scioglimento della band. Nel 1968 "Raw & Alive" raccoglie il meglio delle performance dal vivo, registrate al Merlin' Music Box di Orange County, e nello stesso anno esce il singolo Satisfy You/900 Million People Daily. Ma la band non riesce a risalire la china nemmeno con l'ultimo singolo ufficiale Fallin' Off The Edge Of My Mind/Wild Blood, realizzato con la collaborazione di Kim Fowley che in quegli anni è vicino a Saxon. I due figurano, infatti, anche tra gli artefici della misteriosa band dei Fire Escape, nel cui unico album-raccolta "Psychotic Reaction" compaiono due composizioni dei Seeds, Trip Maker e Pictures and Designs. Nel 1969 i Seeds si sciolgono dopo un concerto al Santa Monica Auditorium e per due anni non se ne hanno più tracce. Nel 1971 Saxon torna in scena con la sigla dei Seeds e pubblica ancora alcuni singoli decisamente interessanti, le cui registrazioni risalgono agli ultimi periodi della band prima dello scioglimento. Lo stile è ancora una volta cambiato e virato verso soluzioni più tradizionalmente rock e, in particolare nel terzo validissimo singolo, è vicino ai suoni hard psichedelici che andavano ormai per la maggiore alla fine del decennio. Bad Part of Town/Wish Me Up e Love In A Summer Basket/Did He Die escono per la MGM, mentre Shuckin' And Jivin'/You Took Me By Surprise per la Production Unlimited, e anche questi vengono poi tutti raccolti nell'antologia della EVA "Bad Part of Town".
SKY “SUNLIGHT” SAXON: IL MISTICISMO, LA SPIRITUALITA’
Dopo queste ultime uscite Sky Saxon abbandona temporaneamente la ribalta musicale per dedicarsi totalmente al misticismo e si unisce alla 'Source Family', la comune fondata a Hollywood Hills dal guru Ya-Ho-Wha o Father Yod (all'anagrafe Jim Baker), e prende il nome di "Sunlight" che accompagnerà alcuni i suoi lavori musicali successivamente. Ya-Ho-Wha era anche il proprietario di una catena di ristoranti vegetariani e salutistici di Los Angeles nel quale venivano venduti per pochi dollari i dischi registrati dalla band psichedelica della Source Family, la Ya-Ho-Wha 13, divenuti oggi rari pezzi da collezione. Sky Saxon non partecipa a nessuno degli album a nome Ya-Ho-Wha 13, ma è presente nell'album "Golden Sunrise" inciso da una delle diverse incarnazioni che la band assumeva, i Fire Water Air. Nel 1988 Saxon collaborerà alla riedizione giapponese di tutto il materiale della Ya-Ho-Family 13, in un box-set con 13 cd dal titolo "God and Hair". Nel 1974 la Source Family si sposta alle Hawaii e Sky Saxon la segue e vi rimane fino a fine anni '80, pubblicando comunque nel frattempo diversi album a nome Sky "Sunlight" Saxon, The New Seeds, The Universal Stars Peace Band, Fire Wall, Deagonslayers. Nel 1989 i Seeds originali si riuniscono per il Summer of Love Tour, che li vede sul palco con Big Brother & The Holding Company, Love, Music Machine, Strawberry Alarm Clock e nel 2003 Sky Saxon ci riprova con una nuova formazione che inizialmente include il chitarrista originale Jan Savage, che però lascia dopo poco tempo, e con la quale continua a fare tour negli Stati Uniti e in Europa. Oltre ai suoi lavori personali e con le sue band, Sky Saxon collabora con numerosi altri musicisti. Nel 2008 compare come bassista nel video di Superchrist degli Smashing Pumpkins. Ma la sua attività è intensa fino al momento della sua morte, avvenuta il 25 giugno 2009 per complicazioni cardiache dovute a un'infezione, proprio un paio di giorni dopo un concerto con a una band locale, a Austin, in Texas. Solo qualche mese prima aveva registrato alcuni pezzi con i Vibravoid, gruppo psichedelico tedesco, lasciando come ultimo testamento proprio il disco risultato da questa collaborazione, "A Poetry of Love", una delle migliori realizzazioni dei suoi ultimi anni. Christian Koch, il cantante e chitarrista dei Vibravoid, lo aveva ricordato in un'intervista a Distorsioni, come una persona straordinaria, un grande artista che componeva poesie e lavorava a nuove canzoni ininterrottamente, rimasto fedele ai suoi ideali di sempre e da sempre immerso nel suo universo mistico e spirituale, una persona il cui incontro ti cambiava la vita. Lo pensiamo, quindi, in questo modo, con le parole di chi ha potuto conoscerlo di persona. Per chi, come noi, non ha avuto questo privilegio, rimane comunque la fondamentale eredità artistica di Sky Saxon e dei Seeds.
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