Desert Motel YARN
# Consigliato vivamente da DISTORSIONI
DESERT MOTEL: "Yarn" (Settembre 2011, Desert Motel / Sofarecs)
Può succedere che una volta ascoltata su cd una band dal vivo possa deludere, per vari motivi, magari per non sapere o potere riprodurre sul palco tutta la gamma di sonorità prodotte in studio, o semplicemente perché le alte aspettative createsi sono deluse. Con i romani Desert Motel mi è successo il contrario: li ho ascoltati prima in concerto circa un mese fa nella mia città, e poi su supporto fisico; sto parlando di “Yarn”, il loro primo lavoro sulla lunga distanza - che mi hanno molto carinamente regalato - uscito nel settembre del 2011, autoprodotto insieme alla Sofarecs, la cooperativa romana formata da alcune bands di cui i Desert Motel fanno parte. Non ne sono rimasto assolutamente deluso: i dodici brani di “Yarn” fotografano alla perfezione la band seguita dal vivo, ne riproducono la stessa ‘dolce’ energia ispirativa e perizia strumentale.
Dolce? Sì perché l’immaginario artistico dei Desert Motel gravita intorno all’ispirazione pastorale e malinconica di Cristiano Pizzuti, autore delle liriche e delle musiche della band, un ‘ragazzo’ dall’ineffabile e gentile carica umana - con cui ho avuto occasione di parlare a lungo – che puntualmente si ritrova nel mood delle sue composizioni, nella sua vocalità discreta, mai aggressiva che sa penetrare lo spirito senza forzatura alcuna. Cristiano è supportato a meraviglia, sul palco come in studio, da Fabrizio Locicero (drums), Massimo Cresia (bass) e Roberto Ventimiglia (guitars), una band dal sound ‘magicamente’ in equilibrio tra suggestioni ‘americane’ (Cristiano mi ha confessato di essere da sempre un grande fan di gente come Wilco, Jayhawks, Gram Parsons, Byrds) e moderati soprassalti strumentali ‘noise’ tipicamente indie.
Flowers – ad esempio - il videoclip ufficiale di Yarn possiede un riff chitarristico ‘perfetto’ che a secondo ascolto già si ritaglia un angolino nelle sinapsi, pare partorito dal genio di Robert Smith: Flowers è talmente radio-friendly che in un’altra situazione non mi stupirebbe possa scalare le classifiche indie! Ma si tratta solo di una - piccola – delle meraviglie melodiche che troverete in “Yarn”, non c’è che l’imbarazzo della scelta: Misery road, Valentine’s gone, Different, Paths, Something rivelano una stupefacente continuità ispirativa per una giovane band, che non si allinea con facili dejà vu indie italiani sfruttati sino all’osso, ma insegue una sua precisa, distesa ‘visione’. La finale dolcissima Let it shine, confortata da fiati ed archi (arrangiati da Roberto Ventimiglia) è un congedo davvero raffinato, che lascia presagire ulteriori future meraviglie soniche: le attenderemo con pazienza Cristiano!
Correlati →
Commenti →