Todd Snider AGNOSTIC HYMNS AND STONER FABLES
Todd Snider è un bluesman atipico. Sediziosa suona la sua musica, sovversione esprimono le sue liriche. Accompagnare e musicare le vicende socio-economiche americane degli ultimi anni, questa è la sua missione. La sua protesta è il blues sudista, da pochi fronzoli compositivi e dalla ruvidità incorporata. Grezzo, sgangherato, essenziale, ama affidarsi ad un pugno di note, al sound della sua chitarra, all’intuizione. Si fa accompagnare, tra un riff e l’altro dalla chitarra, dall’amico Jason Isobel e dal violino eccelso suonato da Amanda Shires. Il risultato di “Agnostic Hymns & Stoner Fables” è un disco a volte raffazzonato, spesso zoppicante, ma con una chiave di lettura da ricercare nell’animo pungente, sincero, coscienzioso, ironico e beffardo del cantautore americano. Country blues e rock’n’ roll, sentimenti di rivalsa, Todd Snider disamina gli eventi particolarmente rilevanti della società statunitense. Musicare la verità, incazzarsi ed essere solidali, lo storyteller americano tra libertà, leggerezza ed ingiustizie. Sul banco degli imputati i potentati del mondo. Da Occupy Wall Street alla crisi economica e finanziaria, dai banchieri sotto tiro all’incubo di una nuova depressione, tutto diviene occasione per una presa di posizione, di difesa dell’uomo che non lo è. Lo si percepisce tra le note e le parole di In between job, The very last time, Precious little miracle; o tra le invettive accompagnate dal violino di Amanda Shires, New Yorker Bunker, Brenda, o dalla parole di denuncia dell’incipit In the Beginning. Storie di vita, assenza di moralismi, belle canzoni e fatti veri. Poco o nulla da aggiungere per un disco profondamente intriso della realtà, da non far mai spegnere il cervello.
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