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17 Febbraio 2013 ,

Spear Of Destiny + Horror Vacui 14 Febbraio 2013, Lo-Fi, Milano


spear of destiny Il San Valentino Milanese ci regala il ritorno in Italia, dopo diversi anni, della mitica post-punk band degli Spear of Destiny e l’occasione per festeggiarlo è il trentennale della band che arriva al Lo-Fi di Milano per la prima delle tre date Italiane previste. Arrivo al locale poco prima delle 23 quando sul palco salgono i bolognesi Horror Vacui, gruppo di Death Rock che, con formazione a cinque (due chitarre, basso e batteria, due ragazze in line-up) propongono un set di circa 45 minuti fatto di un suono a cavallo tra Sisters Of Mercy e Motorhead, con chitarre sferraglianti e una batteria a martello per tutta la durata della loro esibizione che alla fine, devo dire, mi ha lasciato decisamente impressionato in maniera positiva. Solito cambio palco e allo scoccare della mezzanotte, quasi in sordina, salgono sul palco Kirk Brandon e soci. E che soci verrebbe da dire, perché la formazione che accompagna Brandon vede Craig Adams (Sisters Of Mercy, Mission, The Cult) al basso, Adrian Portas (New Model Army e Sex Gang Children) alla chitarra e Mike Kelly (Mission) alla batteria e già solo questi nomi varrebbero il prezzo “popolare” del biglietto.

 

Ma, come tristemente mi tocca denotare troppo spesso ormai, il locale è abbastanza vuoto nonostante la proposta di alto livello. Si inizia con The wheel  seguita subito da Original sin e Poppies: Kirk ci saluta e ricorda da quanto mancasse dall’Italia e quanto gli faccia piacere essere di nuovo qui. Il sound della band è, inaspettatamente (ma poi non tanto se si pensa ai nomi che la compongono) molto corposo e tirato rispetto a come possiamo essere abituati a conoscere la creatura di Brandon su disco; le atmosfere blues e soul nonché le sonorità raffinate lasciano, in generale, più spazio ad un suono più tiratospear of destiny con Kirk padrone della scena che non manca però di regalarci momenti - appunto - più rilassatamente a tinte  blues come in Never take me alive o Mickey, precedute da una potente cover di Transmission dei Joy Division.

 

I compagni di serata sono davvero all’altezza con Adams dall’incedere essenziale ma palpitante, Portas che fa correre la sua chitarra sempre a tessere delle trame sonore già care a band come Sisters Of mercy e Sex Gang Children e un Mike Kelly davvero portentoso  ad una batteria a tratti sciamanica, nel suo dettare la strada su cui incastonare la voce di Brandon. La resa sonora questa sera è davvero buona e valorizza in pieno il set che pesca tra le hits del gruppo, con brani quali Land of shame e Legion per terminare con Liberator. La band saluta, salvo poi rientrare, richiamata a gran voce dai presenti per i due encores di rito, e che encores: World service e Westworld eseguite in maniera davvero partecipata e coinvolgente.

 

spear of destinyHo trovato Kirk davvero in forma, se non proprio fisicamente dove qualche chilo di troppo risultava evidente, almeno a livello vocale e di coinvolgimento nonostante avesse di fronte uno sparuto numero di fans di una certa età; ed ho avuto il piacere di aver potuto assistere a questo evento (perché, vista la line-up direi che di evento si poteva parlare) nella speranza di poterlo rivedere presto dalla nostre parti e magari con la cornice di pubblico che gruppi del genere meriterebbero.

 

 

 

 

 

Ubaldo Tarantino

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