Møster! WHEN YOU CUT INTO THE PRESENT
[Uscita: 11/09/2015]
Norvegia #consigliatodadistorsioni
Kjetil Møster è una di quelle anime inquiete rimaste molto probabilmente turbate dall'impatto sonoro scatenato dalla New Thing attraverso i dischi della ESP-Disk e della Impulse! pubblicati nella metà degli anni '60. La spiritualità e l'irrequietezza di Albert Ayler in primo luogo, il cui urlo è stato poi declinato secondo gli stilemi noise di Peter Brötzmann, e quella ricerca di un equilibrio tra urgenza espressiva, sacralità del suono e meditazione portata avanti da John Coltrane e Pharoah Sanders. L'instancabile sassofonista norvegese, dopo aver effettuato escursioni in numerosi e disparati territori musicali collaborando con, tra gli altri, Chick Corea , Röyksopp, Tortoise e Paal Nilssen-Love, torna con Møster, la sua creatura più corrosiva, per dare alla luce questo nuovo album, coadiuvato ancora una volta da una band granitica supportata al suo interno da Hans Magnus “Snah” Ryan e Kenneth Kapstad, rispettivamente chitarrista e batterista dei Motorpsycho. Mentre il precedente “Inner Earth” (2014) ci lasciava imprigionati in una sorta di allegoria musicale dei gironi infernali di dantesca memoria, con “When You Cut Into The Present” Møster torna ad una maggiore fluidità, se di fluidità si può parlare avendo a che fare con queste cinque colate laviche che fuoriescono dal disco.
La sensazione, sin da subito, è che dalla presa di questa musica mesmerica, cupa ed ossessiva non ci libereremo facilmente, anche perchè allontanarsi dal suo denso flusso significherebbe rimanere con una senso di incompiutezza nel corpo e nelle orecchie. Una musica dalla forte fisicità quindi, che non si esaurisce nemmeno al termine dell'ultima traccia ma che chiede, anzi, di essere assorbita ancora una volta rendendo impossibile la resa al silenzio. Møster si dev'essere cibato parecchio di soul e funk ultimamente perchè alcuni accostamenti a Fela Kuti in particolare non sembrano affatto fuori luogo, così come quelli che ci portano a pensare alle colonne sonore dei b-movies polizieschi, horror e fantascientifici degli anni '70. Evidente poi come un'acida vena rock psichedelica sia da ricondurre innanzitutto ai suddetti Ryan e Kapstad e indirettamente all'influenza che giganti come King Crimson e Can hanno esercitato su di loro. Interessanti e non affatto scontate, infine, le scelte relative al suono complessivo della band, corposo e spesso aggressivo, a volte aspro ma comunque definito quando dev'esserlo, capace sempre di mettere a fuoco una precisa volontà e personalità musicale. When You Cut Into The Present è tra i dischi da ricordare del 2015.
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