Armonite THE SUN IS NEW EACH DAY
[Uscita: 22/06/2015]
Inghilterra-Italia-Olanda #consigliatodadistorsioni
Era l'alba degli anni duemila quando un quintetto musicale originario della zona di Pavia consegnò alle stampe un'ambiziosa opera che ben miscelava arie di stampo classico e partiture rock. Il disco in questione, pubblicato dalla Mellow Records, si intitolava “Inuit” e la formazione era quella degli Armonite. Adesso, a distanza di quindici anni, due membri originari di quel progetto, il tastierista Paolo Fosso e il violinista Jacopo Bigi, si ritrovano e prendendo in prestito il vecchio moniker compongono il seguito ideale di quella fatica datata 1999. “The sun is new each day”, disponibile in free download presso il sito della band, rappresenta indubbiamente un punto di ripartenza artistico e allo stesso tempo l'anello di congiunzione tra quelle che erano le iniziali velleità creative e le fisiologiche trasformazioni dettate dal tempo. In sostegno al duo troviamo le preziose collaborazioni offerte dallo storico bassista dei Porcupine Tree Colin Edwin e del dotato percussionista olandese Jasper Barendregt. Registrato nei leggendari Abbey Road Studios di Londra “The sun is new each day” è stato prodotto da Paul Reeve, vero caposaldo dei Muse all'epoca dei loro albori discografici.
La scaletta di “The sun is new each day” si compone di dieci tracce, rigorosamente strumentali, all'interno delle quali le evoluzioni melodiche del violino si inerpicano costantemente in sostituzione delle assenti trame narrative vocali trasportando l'ascoltatore di turno in auree che spaziano tra contesti etno-folk e risonanze elettro-rock, non disdegnando di infilarsi in deliranti parentesi dal sapore fusion. Appaiono brillanti le intuizioni tribali dell'itinerante Sandstorm e le dilatate e nostalgiche note di Le temps qui fait ta rose, così come apprezzabile risulta Insert Coin, immersa in convulse pulsazioni elettro e nervosi pizzichi di violino. Interessante anche la cavalcata finale Bastian's happy flight tributo al soundtrack della pellicola fantastica di Wolfgang Petersen "The Neverending Story" del 1984. Animato da un lodevole slancio ispirativo questo secondo atto esalta le abilità tecniche e di impatto sonoro della dotata line-up in gioco; i riflettori puntati per l'intera durata del disco sui movimenti dell'archetto e delle tastiere celebrano le suggestive performances di Fosso & Bigi, anche se nel suo incedere la tracklist sembra mancare di un brano portante, dell'armonia di una composizione che al termine dell'ascolto rimanga a riecheggiare nella testa. Tutto ciò comunque non può scalfire la buona impressione destata da questo gradito ritorno sulla scena.
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