Kikagaku Moyo STONE GARDEN-EP
[Uscita: 21/04/2017]
Giappone #consigliatodadistorsioni
Già da titolo e copertina si può intuire il sound di “Stone Garden”: roccioso. Questo ultimo EP dei Kikagaku Moyo è stato registrato inizialmente durante un soggiorno a Praga, poi ultimato nella nativa Tokyo ed è un ritorno ad una condizione essenziale per la musica dei KM: l’improvvisazione. Non solo, il quintetto giapponese ha anche sperimentato molto sul mixaggio dei pezzi, ricavando esiti molto simili a quelli raggiunti in “House in the Tall Grass” (Fata Morgana, Dune).
Rispetto all’album pubblicato nel 2016, composto principalmente da canzoni, l’attenzione torna in questo EP sulle jam session magmatiche di cui già i KM avevano dato prova (“Mammatus Clouds” del 2014). Lo stile rimane tuttavia la commistione di elementi rock ed elementi delle tradizioni popolari orientali.
In questo senso, l’interesse verso il kraut rock, la musica classica indiana, la folk music acida e l’hard-rock anni ’70 fa dei KM una sorta di versione riveduta degli Amon Düül II. Stone Garden passiede un suono aspro e roccioso fin dalle prime battute (Backlash) ma certi appuntamenti con i pattern sonori metronomici non si fanno aspettare (In a Coil, Trilobites), né le spirali soniche che propendono verso territori ambient (Floating Leaf). A stupire è comunque la traccia più lunga, una lenta meditazione acustica, Nobakitani, dilatata all’inverosimile, ipnotica e leggera. Il sound dei KM è letargico, complicato, un punto d’incontro improbabile tra Jaki Liebezeit e Asit Kumar Banerjee. Emanazioni psichedeliche assicurate, in attesa di un quarto album.
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