Kikagaku Moyo MAMMATUS CLOUDS
[Uscita: 04/04/2014]
Giappone #consigliato da Distorsioni
I nipponici Kikagaku Moyo (“motivo geometrico”) da Tokyo sono nati dal connubio tra Go Kurosawa (batteria) e Tomo Katsurada (voce/chitarra) e ad oggi contano 5 membri. Nella loro “free form psychedelia” c’è qualcosa di genuino e di malinconico. La prima lunghissima suite dell’album, Pond, vive di momenti di estasi tribale dove la batteria incede ossessivamente, primitiva e le chitarre gemono sullo sfondo. Il tappeto di droni che si stende su Pond porta anche a momenti più introspettivi alternati a baccanali sciamanici, dove è il sitar di Ryu Kurosawa ad illustrare all’ascoltatore il mondo della psichedelia più folk e ingenua, più leggera e solare: nonostante la vena sperimentatrice, si avverte nei Kikagaku un certo gusto per la melodia.
Gusto che si espleta maggiormente nella seconda suite del disco, Never Know, che si nutre maggiormente dell’anima folk del gruppo, lascia spazio a sonagli, chitarre acustiche e chitarre elettriche che fanno il verso al vento tra gli alberi e il sitar domina, finché un coro intona un mantra sacrale, mentre la batteria colpisce a tempo di marcia. La musica dei Kikagaku Moyo non si discosta molto dal modo orientale di approcciarsi alla psichedelia (Keiji Haino, Lost Aaraaf e Acid Mother Temple) e la abbraccia come musica totale, entusiastica, ne accetta la forma più giocosa, fantastica, divina. Così, il confronto tra i 5 di Tokyo e la loro musica è quello dell’uomo con la domanda metafisica, le credenze religiose e popolari, ciò che esiste al di là della realtà. I tre minuti della conclusiva There Is No Other Place ci riportano ad una dimensione tutta terrestre e occidentale, nella filastrocca vorticosa, space – kraut di cui è protagonista la percussione primitiva della batteria. I kikagaku Moyo sanno costruire una musica estatica, leggera, a tratti quasi ambient, e sono abili imboscarsi nelle più scure jam psichedeliche. Lunga vita al motivo geometrico.
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