Eraldo Bernocchi-FM Einheit-Jo Quail ROSEBUD
[Uscita: 8/12/2017]
Italia - Germania - Inghilterra #consigliatodadistorsioni
In “Quarto Potere” di Orson Welles, il protagonista Charles Foster Kane, ormai in procinto di morire, pronuncia Rosebud, parola stampata sullo slittino di legno a lui tanto caro. Il mistero della fine ed il caos che avvolge la vita, così come la dissoluzione delle esistenze risucchiate nel buco nero di un profondo oblio sembra permeare l’ultimo lavoro di Eraldo Bernocchi intitolato proprio “Rosebud” imbevuto delle suggestioni del film di Welles. L’album nasce come una indagine sul regno della materia oscura che permea l’immanente cosmologia dell’uomo e il fluire del tempo in un ristretto circuito di esperienze da cui poi scaturisce l’identità. Il suono di “Rosebud” è dotato di un fascino mesmerico, attrattivo e abissale nella sua capacità descrittiva della sostanza vitale nel suo senso di ineluttabilità universale dove l’armonia delle forme copula con il fragore di corpi che, scontrandosi ferocemente, si compongono e ricompongono in modo sempre diverso. “Rosebud” ha una scrittura che è la negazione della scrittura stessa, proprio perché ogni suono vive senza controllo, liberato come una invocazione di forze diaboliche che si dimenano al contatto con la luce.
L’album nasce dalla collaborazione di Eraldo Bernocchi con FM Einheit, già con gli Einstürzende Neubauten (con cui lo stesso Bernocchi ha peraltro collaborato nel progetto Black Engine insieme agli Zu), e con la violoncellista Jo Quail (a destra nella foto). L’interplay che si crea tra i tre musicisti genera una potenza tellurica sin dalle prime note dell’opener Bloom in cui elementi di noise, industrial e post rock definiscono un clima di inquietudine, mentre le distorsioni avvolgono tutto in una stretta asfissiante. In Ministry of Disinformation vi sono fragori metallici come di una struttura che lentamente collassa, la successiva Xanadu è un doom vicino a certi territori claustrofobici esplorati dai Sunn O))) che macina gli elementi in una fucina infernale. Dopo il groove etnico di Kangoo, arriva l’apparente quiete di A Moment in cui l’arpeggio della chitarra di Bernocchi (al centro nella foto) viene lacerato dai clangori prodotti da FM Einheit (a sinistra) come in un impietoso sonno disturbato da frequenze cerebrali amplificate dalla coscienza. In chiusura The Inquirer è la sintesi delle esperienze e della diversa sensibilità dei tre musicisti in un dualismo tra cupezza e abbacinanti muri di suono che ricordano i Godspeed You! Black Emperor ed il sodalizio tra i Tool e King Crimson. “Rosebud” è una terra di frontiera inesplorata, come un pianeta lontano da cui vengono inviati segnali in una lingua ancora da decifrare. Quando la sperimentazione produce risultati di pura eccellenza.
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